foto di Antonio Biasiucci
Sempre sempre con gli occhi aperti
si disincarnano i sogni dalle ombre.
Quello che striscia
è un velo lungo prima del sole
la negazione della sposa all’altare
l’imperversare dei monsoni
fuori dalle loro stagioni.
Dopo l’acquazzone ogni senso si placa
si fluidifica e scende nel mare
o ai piedini nudi.
Segna col dito il peccato
esser scalza e frolla e in piena luce
la sovraesposizione della sposa bianca
rende indolore le perdite
ne priva la materia viva.
Si, troppa luce fa male: ricorda il fuoco
che bruciò Pompei
la siccità dei negativi di vecchie foto a colori
carestia di fiati l’uno nell’altro
fino all’arrivo della sete.
E venne a bere dell’acqua piovana:
era un istmo di terra chiara
mezzanotte nel pieno dei cieli
la bellezza nutre le ore
verso ogni lato d’uomo
alle meridiane (del)le braccia,
quasi il timore di gelarsi nell’aria.
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