La stessa sgradevole minaccia la devono aver provata sottopelle i giovinotti della Nuova Zelanda, Defender del titolo di campioni del Mondo Under20 da tre anni senza subire sconfitte, sfidati dall'Inghilterra nel modo più consistente e continuo che mai sia capitato di vedere, nella finale del Mondiale 2011 in quel di Padova, in una calda ma ventilata domenica di tardo pomeriggio.
La finale è terminata 33-22, in ogni caso diverso dai 40, 50 o 60 punti rifilati dai Junior All Blacks nelle altre finali; oltretutto a dieci minuti dalla fine era 22-23, un punteggio più coerente con quanto visto nella partita dal numerosissimo pubblico che riempiva lo stadio di via Plebiscito: il dato ufficiale Irb è superiore alle diecimilia persone: molto più che families&friends, questa parte del Veneto mostra ancora una volta di avere una gran fame di rugby d'alto livello.
(Qui le formazioni).
La cosa che molti (che non avessero visto le partite precedenti) forse non si attendevano è che fossero gli inglesi a detenere regolarmente l'iniziativa, mostrando nessun timore reverenziale per i Tutti Neri. Vanno già in meta nei primi dieci minuti con l'ala Christian Wade dei Wasps, due partite e una meta in Premiership, arrivando al 10 a zero con la trasformazione e una punizione piazzati da George Ford, apertura 17enne da Leicester preferita al campione nazionale Owen Farrell schierato primo centro. E uno pensa, ok già visto succedere in semifinale con l'Australia, i Kiwis riprenderannno presto il pallino della partita.
Di fatto lo fanno, poco dopo il 20': tutto sorge da un rinvio inglese dai propri 22 metri che viene stoppato; il susseguente parapiglia genera una facile punizione in mezzo ai pali per Gareth Anscombe, confermatissimo apertura col più famoso Lima Sopoaga schierato al centro dualmente a Farrell. Dopo pochi minuti i neozelandesi sfruttano al meglio il corridoio in cui meglio penetrano, quello sinistro d'attacco, mandando l'ala Piutau in meta. Poco prima, sul lato opposto, il Tmo De'Sanctis aveva annullato un'altra meta neozelandese. Non è finita: allo scadere del primo tempo arriva la meta di forza del pilone Ben Tameifuna partito da mezzo metro, per un 10-20 eccessivamente punitivo che faceva presagire il peggio per gli inglesini.
I quali tornano in campo e riprendono il loro gioco fatto di gran possesso, percussioni, molti offload senza paura e con grande competenza tecnica (pochissime le palle perse, lunghissime le fasi). I neozelandesi aspettano, difendendosi con ordine ma sul piede arretrante. L'inizio non pare confortante per gli europei che stan consumendo un sacco di energie: Anscombe centra una punizione e un minuto dopo Ford ne fallisce una non troppo complessa.
Sta di fatto che il possesso è quasi totalmente dei bianchi, e attorno al 46' arriva finalmente la meta del tighthead Henry Thomas che entra in meta come la locomotiva omonima; la trasformazione di Ford porta le due squadre sul 23-17, la partita è giocabile.
E continua a giocare solo una squadra, divertendo tantissimo il pubblico. Poco prima dell'ora di gioco arriva la seconda meta di Wade, lanciato lungo l'out sinistro da un calcio rasoterra di Farrell che si prolunga fino in area di meta: è il 23-22 e tale rimane, Ford fallisce la difficile trasformazione.
I Kiwis decidono che è il momento di darsi una mossa e con Anscombe centrano una punizione da metà campo; in pieno ultimo quarto di gara Ford invece sbaglia il suo. A dieci minuti dalla fine è l'estremo Tutto Nero Bauden Barrett a chiudere la partita con una meta personale in contropiede.
E' i quarto titolo di fila per i Junior All Blacks, certamente il più sudato di tutti.
Gareth Anscombe chiude il torneo col titolo di Mvp della finale e miglior marcatore alla pari col sudafricano Johannes Goosen (86 punti segnati). Qeust'anno tra i metamen non ci sono dominatori alla Zach Guildford o Julian Savea degli ultimi due anni: vincono la classifica il terza linea capitano sudafricano Arno Botha (tre nell'ultima partita), raggiunto dall'inglese Christian Wade (una doppietta oggi), con Charles Piutau e Francois Venter a sei.
Vedremo nel futuro molto prossimo chi saprà affermarsi nei campi che contano di più, quelli Pro, sulla scorta dei Patrick Lambie e dei Guildford stessi; quelli che già s'eran fatti notare si sono confermati: Doussain, Weir, Taute arrivato per le ultime due partite. Bezy s'è infortunato preso, Farrell non s'è visto granchè come del resto Sopoaga. Vedremo come se la caveranno in mare aperto i vari Goosen, Venter, Piutau, Withelock ultimo fratello di una schiatta infinita, l'ottimo capitano inglese Gray e Anscombe stesso (peraltro già messosi in luce nell'ultima fase del torneo NPC); poi perchè no, i nostri Palazzani, Leso, Ghiraldini, Visentin.
Le statistiche di squadra sono dominate dalla Nuova Zelanda: miglior difesa e miglior attacco, così come l'Italia risulta il peggior attacco e la peggior difesa, anche per mete segnate e subite. Con le ultime tre mete subite in finale, la Nuova Zelanda cede però a Sudadrica e Francia il primato della difesa contro le mete.