Non ce l'ho fatta proprio più!! Avevo le migliori intenzioni di questo mondo. Non volevo più scrivere su questo mio blog, soprattutto non volevo più postare pezzi sul Pifferaio di Arcore (o per meglio dire sul porco d'Italia). Ne avevo scritti in questi anni anche troppi di post su Berlusconi (per non dire di quelli scritti su l'Antipatico) e francamente avevo nauseato anche me stesso, oltre (credo) ai lettori di questo spazio web nato quasi per caso sette anni fa. Ma adesso non posso esimermi dal farlo, cioè dallo scrivere qualche riga su questa vera piaga sociale e morale del nostro Paese, su questo cancro della politica e della res publica, su questa neoplasia della democrazia che per 18 anni ha distrutto integralmente il tessuto economico e sociale dell'Italia. Berlusconi è riuscito là dove nessun politico (o presunto tale) si è mai solamente avvicinato nelle semplici intenzioni, ovvero nella deliberata e sciagurata operazione di delegittimazione e di discredito del Belpaese agli occhi dell'Europa e del mondo. Finchè c'è stato lui siamo stati equiparati ad un paese di barzellettieri e di erotomani, di cazzari e di bavosi che rincorrono olgettine e mignottine varie. Lui era la massima espressione del porco fatto uomo (se possiamo scomodare la parola uomo), il non plus ultra della viscida e laida affermazione del celodurismo di bossiana memoria applicata alla degenerata mania del possedere (fin quando fosse possibile) ninfette e ninfomani, starlettine e meteorine, in nome del potere e della lussuria elevata alla massima potenza. Noi tutti provammo, tredici mesi orsono, una gioia e una sensazione di liberazione nel momento in cui il porco si dimise da capo del Governo, pensammo di esserci finalmente affrancati dal penoso sex addict meneghino. E invece no. Rieccolo in questi giorni di campagna elettorale (dopo il patetico tira e molla sulla sua uscita di scena e rientrata in campo, alla faccia della coerenza e dell'amor proprio, ma tanto lui c'ha la faccia come il culo, quindi non ci meraviglia più di tanto), rieccolo in tutte le forme e in tutte le salse. E soprattutto in tutte le televisioni, anche quelle locali, ma che dico locali, di quartiere, di condominio se fosse possibile. Lui è affetto in questo momento da una bulimia compulsiva di presenzialismo che mai in passato si era visto, anche da lui. Il che è già un tutto dire. Non ha cambiato di una virgola le sue allocuzioni in stile elettorale della prima ora, quando prometteva un milione e mezzo di posti di lavoro, quando diceva alle vecchiette qualche anno dopo che avrebbe portato le pensioni minime al fatidico tetto dei 516 euro (mia madre sta ancora aspettando...), quando insomma era diventato come il personaggio del film L'uomo delle stelle, interpretato da Sergio Castellitto e diretto da Giuseppe Tornatore. E' tanto facile promettere e ancor più facile è disattendere le stesse, infinocchiando e deridendo quei poveri illusi che avevano creduto all'imbonitore da strapazzo, al venditore abusivo di sogni e di speranze. Eppure ancora oggi, purtroppo, ci saranno migliaia di persone (magari donne agèe e replicanti invidiosi del Pifferaio di Arcore) che lo voteranno il 24 e 25 febbraio del prossimo anno. Che, nonostante tutto, ancora pendono dalle sue bavose labbra, dalle sue orride esternazioni elettorali, sempre tese a sminuire gli altri e contemporaneamente a favorire il suo vittimismo e la sua imperdonabile e continua bugia perpetuata all'infinito. Una bugia che oramai, mi sembra il minimo, è ora di cestinare, di cassare definitivamente. Tirando, ove possibile, anche la catena. Chiedo troppo?
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Non ce l'ho fatta proprio più!! Avevo le migliori intenzioni di questo mondo. Non volevo più scrivere su questo mio blog, soprattutto non volevo più postare pezzi sul Pifferaio di Arcore (o per meglio dire sul porco d'Italia). Ne avevo scritti in questi anni anche troppi di post su Berlusconi (per non dire di quelli scritti su l'Antipatico) e francamente avevo nauseato anche me stesso, oltre (credo) ai lettori di questo spazio web nato quasi per caso sette anni fa. Ma adesso non posso esimermi dal farlo, cioè dallo scrivere qualche riga su questa vera piaga sociale e morale del nostro Paese, su questo cancro della politica e della res publica, su questa neoplasia della democrazia che per 18 anni ha distrutto integralmente il tessuto economico e sociale dell'Italia. Berlusconi è riuscito là dove nessun politico (o presunto tale) si è mai solamente avvicinato nelle semplici intenzioni, ovvero nella deliberata e sciagurata operazione di delegittimazione e di discredito del Belpaese agli occhi dell'Europa e del mondo. Finchè c'è stato lui siamo stati equiparati ad un paese di barzellettieri e di erotomani, di cazzari e di bavosi che rincorrono olgettine e mignottine varie. Lui era la massima espressione del porco fatto uomo (se possiamo scomodare la parola uomo), il non plus ultra della viscida e laida affermazione del celodurismo di bossiana memoria applicata alla degenerata mania del possedere (fin quando fosse possibile) ninfette e ninfomani, starlettine e meteorine, in nome del potere e della lussuria elevata alla massima potenza. Noi tutti provammo, tredici mesi orsono, una gioia e una sensazione di liberazione nel momento in cui il porco si dimise da capo del Governo, pensammo di esserci finalmente affrancati dal penoso sex addict meneghino. E invece no. Rieccolo in questi giorni di campagna elettorale (dopo il patetico tira e molla sulla sua uscita di scena e rientrata in campo, alla faccia della coerenza e dell'amor proprio, ma tanto lui c'ha la faccia come il culo, quindi non ci meraviglia più di tanto), rieccolo in tutte le forme e in tutte le salse. E soprattutto in tutte le televisioni, anche quelle locali, ma che dico locali, di quartiere, di condominio se fosse possibile. Lui è affetto in questo momento da una bulimia compulsiva di presenzialismo che mai in passato si era visto, anche da lui. Il che è già un tutto dire. Non ha cambiato di una virgola le sue allocuzioni in stile elettorale della prima ora, quando prometteva un milione e mezzo di posti di lavoro, quando diceva alle vecchiette qualche anno dopo che avrebbe portato le pensioni minime al fatidico tetto dei 516 euro (mia madre sta ancora aspettando...), quando insomma era diventato come il personaggio del film L'uomo delle stelle, interpretato da Sergio Castellitto e diretto da Giuseppe Tornatore. E' tanto facile promettere e ancor più facile è disattendere le stesse, infinocchiando e deridendo quei poveri illusi che avevano creduto all'imbonitore da strapazzo, al venditore abusivo di sogni e di speranze. Eppure ancora oggi, purtroppo, ci saranno migliaia di persone (magari donne agèe e replicanti invidiosi del Pifferaio di Arcore) che lo voteranno il 24 e 25 febbraio del prossimo anno. Che, nonostante tutto, ancora pendono dalle sue bavose labbra, dalle sue orride esternazioni elettorali, sempre tese a sminuire gli altri e contemporaneamente a favorire il suo vittimismo e la sua imperdonabile e continua bugia perpetuata all'infinito. Una bugia che oramai, mi sembra il minimo, è ora di cestinare, di cassare definitivamente. Tirando, ove possibile, anche la catena. Chiedo troppo?
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