"Libri unici a meno di un euro. A distanza di più di vent’anni dai mitici centopaginemillelire, che in dieci anni vendettero circa 60 milioni di copie, tornano i libri di piccolo formato a € 0,99. Classici della letteratura mondiale, ma anche romanzi contemporanei di autori stranieri di grande successo, e infine romanzi inediti di autori bestseller italiani."
Il dibattito è partito da un tweet di Einaudi che diceva che iniziative di questo tipo sono pericolose perché si rischia di non produrre più letteratura.
Ho seguito l'intero dibattito con vivo interesse. Prima su Finzioni che ha rilanciato l'argomento ed è partita una discussione nei commenti, poi sul blog della Leggivendola, quindi su quello della Lettrice Rampante. Infine sono incappata in altri post interessanti, questo e questo.
Non ho voglia di ripetere quanto già detto da me e da altri nei commenti, ma piuttosto vorrei fare un riepilogo dell'intera faccenda.
La mia sensazione infatti è che siamo fondamentalmente tutti d'accordo, solo che non ci si riesce a capire perché ognuno guarda al dibattito secondo il suo personale punto di vista, quindi guardiamo anche ai libri della Newton Compton in prospettiva diversa.
[Io per prima mi sono lasciata influenzare dall'attività di promozione-alla-lettura]
Riassumendo.
Il prezzo dei libri
Da tutte le discussioni mi pare che un punto fermo sia che nessuno è disposto a spendere tanto se in cambio ha solo edizioni scadenti e, a volte, anche contenuti scadenti.
Ovvero. Ok la Newton Compton è il cinese dell'editoria (vedi commenti Finzioni), libri mediocri a poco prezzo, però, sempre rimanendo nel paragone, ci sono editori che ti vendono sempre cinesate facendoti pagare il doppio.
Mi sembra comunque che in generale si sia disposti a spendere il giusto (a volte anche tanto) se il libro lo merita, quindi con buona impaginazione, curato dal punto di vista grafico, senza refusi e con una buona traduzione. Quest'ultimi però non si possono stabilire su due piedi. E qui entra in gioco la reputazione della casa editrice, che vuol dire molto.
Ad esempio se io, a scatola chiusa, dovessi scegliere di comprare (non leggere!) tra Mondadori e MinimumFax preferirei di sicuro quest'ultima (come altri credo, o no?), perché il suo impegno e la sua competenza in fatto di libri sono ultra-noti.
L'iniziativa della Newton Compton può far paura solo alle grosse, perché le persone cui mirano sono più o meno quelle cui propinano i libri per modo di dire ( Barbara D'Urso?), ma sopratutto perché quegli editori non hanno costruito un rapporto di fiducia con i lettori, scottati diverse volte da certi libri e certe edizioni.
La Newton Compton
Sui libri della Newton Compton si è creato un po' di caos.
Per alcune persone libri del genere minano la letteratura vera, abbassano il livello culturale del libro, sono sinonimo di decadenza e presto faranno scomparire l'editoria.
Per altri (tra cui io) invece potrebbero essere un'occasione per far comprare Seneca insieme al detersivo dei piatti, sperando che magari quella persona abbia l'illuminazione.
Io non credo che iniziative del genere minino davvero la cultura alta, perché credo che la persona-tipo che si avvicina ai libri a 0,99 generalmente se ne frega del lavoro editoriale, di chi costruisce i libri etc etc. Se ne frega nel senso che ignora, non sa quasi nulla, è una persona che passava di lì per caso.
Chi parla di decadenza culturale credo che confonda i target: la Newton Compton non credo punti a quei lettori che sanno com'è fatto un buon libro(noi?), credo che punti agli altri possibili lettori, a chi ti compra l'inserto nel giornale perché tanto costa solo 0,50€-0,99€-1€.
Chi è appassionato, forte lettore, addetto del settore sa tante cose. Sa ad esempio che un libro a 1€ è puro marketing, una provocazione. Sa che magari la traduzione non sarà il massimo. Sa che anche l'impaginazione magari sarà fatta in qualche modo. Non credo assolutamente che un lettore così si lasci abbindolare da iniziative del genere e da domani compri esclusivamente libri a 1€ o compri solo un certo tipo di libri (mi riferisco ai 9,9). Magari ne comprerà qualcuno -come me- ma non vuol dire che d'ora in avanti se non trovo un libro a meno di 5€ non comprerò mai più libri.
Ma il prezzo conta davvero?
No.
Come ha detto la Lettrice Rampante i libri classici si trovano a poco prezzo se si cerca bene, si possono prendere in biblioteca, gratis.
Inoltre come si dice in Cronache dalla libreria "Ancora una volta non è, a mio parere, una questione solo di prezzo."
Questi libri da 0,99 € non credo porterà così tanti nuovi lettori, sicuramente qualche lettore forte, però qualcuno potrebbe portarsi a casa Fitzgerald per errore, tentato dal famigerato zero virgola novantanove.
Sono certo che se mettessimo allo stesso prezzo una minestra di legumi e un panino del McDonald's molte persone sceglierebbero il panino. Perché è più gustoso, perché c'è la carne, perché, per molti, il McDonald's è un simbolo, è cool, è fico.(...)Ecco io credo che Newton Compton possa farcela invece. Ad acchiappare qualcuno dico.
Siamo certi che se da domani i libri costassero 1 euro aumenterebbero i ragazzi che leggono? Io credo di no. Aumenterebbero i pezzi venduti perché chi già legge farebbe incetta di libri. Forse si riuscirebbe anche a convincere qualche nuovo acquirente a leggere ma non credo che sarebbe una cosa così immediata.(...)
In fondo la grafica può essere accattivante per chi non è avvezzo al mondo dei libri. Travestire Seneca con delle farfalline gialle per me è geniale.
Però capisco anche che l'unica che può farlo è la Newton Compton, perché lei è fatta così, è questa la sua identità, in questo si distingue da Einaudi o altri. Se le altre case editrici iniziassero a farlo allora io direi piuttosto che sono quelle ad abbassare il livello culturale del mondo del libro. E' come se nostro fratello si mettesse i nostri migliori vestiti, della nostra taglia, e pretendesse di "stare bene".
La lettura e i lettori di serie A-B-C
Dalle varie discussioni, dopo vari fraintendimenti, credo che tutti siamo d'accordo che non esistono lettori di serie A-B-C.
Leggere è piacevole e ognuno legge quello che vuole, ma sopratutto credo che leggere anche solo un Harmony sia meglio che guardare Barbara D'Urso che fa le sue faccette.
Credo che a prescindere da quello che si legge, la lettura sia comunque un atto intellettuale, un atto della mente.
Poi tra i vari tipi di libri esiste la LETTERATURA e la letteratura: leggere uni o gli altri non è la stessa cosa, su questo non ci piove, credo che tutti i lettori ne siano consapevoli.
Ritorno a citare Cronache dalla libreria:
Leggere è fatica, è passione. Non è facile come aprire una pagina Facebook, significa che devi ricavarti uno spazio per te, isolarti dal mondo per poter entrare in un'altra dimensione, devi immaginare i personaggi, la storia. Non la puoi vedere sul cellulare.E su questo sono mille volte d'accordo.
Imparare a leggere è una delle cose più faticose. Per noi lettori oramai è un'abitudine, un piacere che non costa alcuna fatica, anzi; ma non per tutti è così.
Per questo anche se la gente legge Harmony, Fantasy, Young Adults, i libri da 1euro, i libri "zenzero e cannella"...per me va benissimo. L'importante è leggere, o almeno iniziare a leggere.
Certo che si potrebbero leggere i classici perché comunque si possono trovare gratis, costano poco, hanno poche pagine...però il punto è che tanta gente non è allenata, non è mai stata educata alla lettura, ha paura di non essere all'altezza di certi libri.
Leggere è come correre
Decidiamo di tornare-in-forma con la corsa: salutare ed economica.
All'inizio, dato che non siamo allenati, al massimo faremo il giro dell'isolato, poi pian piano andremo oltre.
Partiamo con le migliori intenzioni, fatichiamo però siamo un po' orgogliosi di noi stessi. A volte però succede che incontriamo altre persone, più allenate di noi, che ci doppiano e doppiano e doppiano. Chiunque credo si sentirebbe scoraggiato, ma comunque andiamo avanti. A volte però succede che quelle persone velatamente, con sorrisetti finti, ci facciano notare che siamo molto lenti, molto goffi, molto fuori forma.
Il giorno dopo andreste ancora a correre sapendo che ci sono questi stronzi in giro? Io di sicuro no. Preferirei fare qualche esercizio in casa, ma niente di serio. Se invece quelle perone si fossero limitate a fare il classico saluto forse saremmo tornati a correre, e così avremmo superato l'isolato, il paese, i campi...e magari un giorno avremmo potuto fare una di quelle maratone amatoriali di km e km.
Credo che la lettura sia un po' così.
I libri civetta, come quelli della Newton Compton e altri, potrebbero aiutare a prendere la difficile decisione di iniziare, potrebbero essere l'isolato da cui partire per alcuni, per altri la soglia della porta da superare. Poi alcuni si fermeranno prima, dall'isolato non usciranno mai, si accontentano di quei 20 minuti, altri invece potrebbero scoprire di amare l'aria che soffia sulla faccia, i muscoli che pulsano, quella stanchezza appagante.
E un giorno potrebbero arrivare a correre per km e km, ovvero leggere i classici e capirli fino in fondo.
Infine
Continuo a credere che queste iniziative non scuoteranno granché il mondo dell'editoria.
Questo perché tantissima gente, sempre rimanendo nel paragone della corsa, non riesce a vedersi "grassa" o se invece ne è consapevole crede che non tornerà mai in forma.
Per questo motivo io punto tantissimo sui libri facili, dalle trame scontate...cerco di far vedere a quelle persone "grasse" che possono farcela, che i libri non hanno tutti chissà quale significato, che leggere può anche non essere impegnativo, che i libri non sono noiosi.
Il mio obiettivo è spingerli ad alzarsi dalla poltrona, ad aprire la porta e iniziare prima a passeggiare, poi a correre.
Sono infine convinta che i lettori forti, quelli che amano libri, continueranno a comprare laddove i libri sono fatti davvero bene, se questo vuol dire che Einaudi scomparirà... vorrà dire che non ha capito i suoi lettori; credo però che la letteratura continuerà ad esistere, semplicemente gli autori si rivolgeranno altrove visto che i lettori forti già lo fanno.
[ Se qualcuno è riuscito a leggere fino a qua gli regalo una caramella.]