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Ancora sulla Germania e il nucleare

Creato il 07 settembre 2010 da Lorenzo_gigliotto

Ve lo avevo anticipato, ora posso darvi la conferma: il governo della Germania ha ufficializzato la decisione di prolungare la vita delle sue centrali nucleari. Lo ha affermato il ministro dell’Ambiente, Norbert Rottgen. Stando alle sue dichiarazioni, gli attuali impianti vivranno in media 13 anni in più: 8 le più vecchie, 14 le più giovani. Questo significa che se il Parlamento darà l’ok, il nucleare tedesco non inizierà a spegnersi prima di altri 30 anni. E non è tutto: il ministro dell’Economia Rainer Bruderle ha dichiarato che le imprese che vorranno sfruttare tali impianti dovranno reinvestire una fetta consistente dei guadagni nello sviluppo delle energie rinnovabili. Esattamente come ho detto in tanti altri post precedenti: il nucleare ora, perché serve; per le rinnovabili, invece, studio e sviluppo. Così saranno pronte a subentrare quando saranno veramente al massimo delle potenzialità (va detto però che in Germania sono già molto avanti..). A ciò si aggiunge, cifre alla mano in base alle dichiarazioni, che Berlino stanzierà altri 3 miliardi di euro per le rinnovabili così da “trovare il modo di far progredire la Germania”, per dirla con Rainer Bruderle, e “renderla la nazione più eco-compatibile del mondo”, per dirla con la Merkel. Niente male come impegno, se si considera poi che i prezzi rimarranno abbordabili per tutti, privati e imprese; sempre a detta della cancelliera. Quindi la Germania non lascia, anzi raddoppia. La stessa cosa hanno deciso di fare Belgio e Spagna (quando avrò delle cifre, le pubblicherò subito quindi tenete d’occhio sempre il blog!), seguendo peraltro la tendenza generale che vede persino gli Stati Uniti tornare ad investire nell’atomo (Obama ha stanziato 8 milardi), al pari di Cina (che così potrà ridurre il consumo di carbone.. non sarebbe male!), Russia, India (vale il discorso della Cina: sono i due maggiori consumatori di carbone al mondo), Svezia, Emirati Arabi, Svizzera, Brasile, Turchia e Finlandia (di cui ho parlato molto in precedenza).



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