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Ancora sulle "buone" fotografie

Da Borful

Settimo Torinese, 2005.

La fotografia è uno strumento così vario di comunicazione visiva che cercare di stabilire regole precise per fare "buone" fotografie è ridicolo e insulso come dire a un pittore in che modo si crea un buon quadro. Chi è tanto infallibile da poter decidere se Rubens è "migliore" di Renoir o Cézanne è "superiore" a Van Gogh? Lo stesso nella fotografia: chi può dire se Avedon è migliore di Mill o se Weston è superiore a McCombe?
Non è difficile rendersi conto che i fotografi originali e dotati di uno stile proprio — coloro che "creano" in fotografia —si differenziano l'uno dall'altro. Ma nessuno può dire che un dato fotografo è "migliore" di un altro. Se una fotografia dice qualcosa a chi la guarda, se rivela immaginazione, se ha un significato, se suggerisce un'idea o esprime una sensazione, allora è certamente una "buona" fotografia e colui che l'ha fatta è un buon fotografo. Se una fotografia, invece non esprime e non suggerisce niente, colui che l'ha fatta  è un cattivo fotografo, anche se appartiene ad una "scuola" o milita in un "gruppo" celebrato.
Andreas  Feininger,
da "Il libro della fotografia" (Successful Photography), 1954.

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