Magazine Diario personale

And count every beautiful thing we can see

Da Margherita

L'esercizio consiste nel mettere a fuoco scorci positivi della giornata che va chiudendosi.
L'esercizio serve a solidificare ricordi, a renderli più nitidi per la persona che sarò in futuro.

1.
Oggi sono stata al mercatino dell'usato di Trento, detto anche "dei gaudenti". Il cielo era limpido, il sole mi scaldava la schiena. Ero vestita di nero e blu elettrico.
Dopo aver vagato per qualche minuto tra le bancarelle ho avvistato un paio di anfibi Dr. Martens color viola che troneggiavano tra una piccola selezione di articoli d'abbigliamento che odoravano di tardi anni '90. Li ho provati, e mi andavano bene. La ragazza che me li ha venduti mi ha dato l'impressione di essere genuinamente contenta che stessero per diventare miei, il che ha resto l'acquisto piacevole. Li ho pagati 17 euro. Sul retro della caviglia sono ancora un po' duri. Si vede e si sente che sono stati portati poco.

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2.
Nel pomeriggio sono stata a casa di Baldra. Abbiamo guardato una puntata di King of the Hill. Poi ho ripassato As We Go Up, We Go Down dei Guided by Voices sul basso acustico, allenandomi a suonare in piedi, mantenendo una postura da persona impavida, dato che di solito sono abituata a stare seduta.
Prima di uscire, Baldra ed io abbiamo provato The Hardest Button To Button degli White Stripes. È stato divertente e per niente difficile.

3.
Dopo cena mi sono rintanata in camera mia e, dato che avevo ancora voglia di suonare, ho riesumato la mia chitarra acustica e ho provato qualche pezzo.
Ad un certo punto mi sono trovata a strimpellare In the Aeroplane Over the Sea dei Neutral Milk Hotel, che è la prima canzone che io sia mai riuscita a suonare dall'inizio alla fine, per altro in tempi relativamente recenti.
Dopo un po' ho provato per la prima volta a cantarci sopra, e a forza di tentare ci sono riuscita.
Suppongo che a molti questa possa sembrare una conquista insignificante, dato che In the Aeroplane Over the Sea è considerata una canzone facile, ma per me è stata un'esperienza di tutt'altra portata. Fino a qualche tempo fa non avrei mai creduto di poterci riuscire, tanto era radicata la mia convinzione di essere musicalmente negata. Ho riprovato ad imparare a suonare la chitarra e il basso quando vivevo a Trento già da un bel po', ovvero ad un età considerata anomala e tarda. Per quanto riguarda il canto, mi sono sempre ritenuta stonata, e le lezioni di musica delle scuole medie, ovvero le ultime che io abbia seguito, non fecero altro che confermare la mia idea.

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In the Aeroplane Over the Sea è il mio album preferito. Lo ascoltai per la prima volta circa dieci anni fa, e da allora non è passato mese senza che io l'abbia rivisitato. A differenza di tutti gli altri dischi che prediligo, il secondo album dei Neutral Milk Hotel è talmente radicato nella mia vita quotidiana da risultare a tutti gli effetti senza tempo. Non solo è uno di quei dischi che trascendono le epoche e le scene musicali, ma non avendo mai smesso di ascoltarlo posso dire di amarlo senza averlo associato ad un momento particolare della mia vita. Mi ricorda così tanti momenti e così tante persone che suppongo sarà l'ultimo disco che chiederò di ascoltare, se dovessi avere la fortuna di morire quieta e consapevole in un luogo in cui ciò sarà possibile. Uno dei motivi per cui amo così tanto In the Aeroplane Over the Sea, sta nel fatto che l'ho sempre vissuto come un disco oscuro. Nella sua apparente semplicità ed immediatezza, è forse una delle opere d'arte più complesse e magnetiche in cui mi sia mai imbattuta. È un pozzo senza fondo, un artefatto di un'altra civiltà che mi parla come un dialetto praticato durante l'infanzia e poi rimosso. Lo sto scoprendo nuovo da dieci anni.
Oggi mi si è rivelato di nuovo, quando per la prima volta mi sono persa nella mia versione della title track. È una sensazione difficile da descrivere.
C'era della quiete, innanzitutto, ma anche piacere, e un senso di controllo sulle parole, di abbandono nelle parole. Il modo agrodolce e soprattutto privo di timore con cui Jeff Mangum ha più volte parlato della morte, mio per qualche istante.

And one day we will die
And our ashes will fly from the aeroplane over the sea
But for now we are young
Let us lay in the sun
And count every beautiful thing we can see
Love to be
In the arms of all I'm keeping here with me


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