Magazine Diario personale

Andando oltre i traumi.

Da Oliviabluebell
Ci sono traumi che una deve superare se vuole sopravvivere. Non ce n'è.Ed è con questa filosofia che ieri mattina l'ho fatto. Dopo averla ritrovata che, porella lei, si era persa in una delle mie borse, lasciata lì ad ammuffire dall'incidente.Ecco, ora, qui, su questo fatto so che si creerà la spaccatura tra chi sa esattamente di cosa sto parlando e chi invece non ne sa una beata fava perchè l'antefatto avvenne nel lontano Ottobre 2012, parte ormai di quella fetta di blog che è stata cancellata. Non che un avvenimento del genere fosse degno di nota, eh!Dicevo. Ad Agosto le vie meneghine vedranno la mia presenza per circa due settimane, va da se' che il mensile non lo faccio e con il settimanale l'abbonamento della metro sarebbe un costo a parte.E quindi? Posso farla a piedi. Già. Ma come la mettiamo con il mio ritardo cronico mattutino?E' qui, su questo dilemma, che il trauma è tornato a galla e ho dovuto prendere una decisione: superarlo o lasciarmi imbrigliare dalla paura.E secondo voi, la vostra eroina amante del pericolo, per cosa ha optato?Ovvio, la prima.Per questo ieri mattina è comparsa la seguente foto:
Andando oltre i traumi.
Giusto perchè so che anche voi avete il gusto dell'orrido, ho deciso di raccontarvi come è stato rimontare in sella dopo esserci stata disarcionata violentemente da una rotaia del tram.E' stato traumatico, c'è poco da fare. Tipo che ho deciso di proporre la beatificazione per l'inventore dell'asfalto.E niente. Arrivo in stazione e mi dirigo insieme a lei, la mia tesserina BikeMi, alla postazione. Prendo la bici, sistemo il sellino e mi avvio. Lo ammetto, all'inizio ero un po' tremolante ma poi mi sono ripresa, galvanizzata da quel tappeto di asfalto che ho amato alla follia. Che bello. Come si stava bene con quell'arietta che ti scompiglia i capelli. Io, su quella bici, con la mia gonnellina che vi lascio immaginare la bella arietta che circolava. Insomma fa caldo per tutti no?
L'ho già detto che c'era una bella arietta? sì. Ok.L'idillio è durato poco perchè mi sono dovuta incuneare in zone dove c'era il ciottolato e la mia espressione è diventata da "georgie che corre felice sui prati" alla faccia terrorizzata di chi sta sul cesso ad evacuare, eppure nemmeno tanto facilmente, ecco.Terrore. Sì, io ero il terrore fatto persona. Che pedalavo e mi immaginavo scenari apocalittici, tipo che la pavimentazione creava crepe dove non c'erano e io ci rimanevo impigliata con la ruota o addirittura cadevo diretta in un tombino gigante. Ma alla fine ce l'ho fatta, sono arrivata sotto il mio ufficio. Lì, in quella zona nerissima. E al bar dell'angolo c'erano i miei colleghi che mi hanno vista passargli davanti, mi hanno salutata e si sono messi a ridere...della mia faccia spaventata come un gatto in tangenziale (cit.) mentre mi avvicinavo alla fatidica curva.  Ma è filato tutto liscio stavolta ed ero contenta.Galvanizzata da questa esperienza mattutina ho deciso di ripetere l'operazione anche alla sera, mi sono detta che il trauma l'avevo ormai superato no?Bene, non avevo però tenuto conto dei pericoli esterni.Tipo la smart, e sottolineo smart, che mi fa il pelo che manco l'estetista con la migliore delle cerette; oppure il bambino saltellante e io dietro che non sapevo che pesci pigliare e da che parte superarlo (risolutivo è stato l'intervento del padre); ma c'è stato anche il nebulizzatore del ristorante che mi ha lasciato la vista, come dire, un po' annebbiata e per finire la seguente scenetta: strada deserta, e sottolineo deserta, c'eravamo soltanto io e il semaforo rosso, stile mezzogiorno di fuoco. Mi sporgo timidamente dal marciapiede, guardo il nulla a destra e a sinistra e decido che forse potevo osare ad attraversare anche con il rosso. Parto lentamente che lì ci son le rotaie e......eccola all'orizzonte che arriva....lei, la macchina dei carabinieri a tutta birra...e io che spingo le mie gambette come una forsennata per tirarmi in salvo dall'altra parte della strada. Giunta sul marciapiede di fronte mi sono sentita miracolata.Sono riuscita ad arrivare indenne in stazione e ho pure voluto cimentarmi in una discesa al volo, giusto per concludere bene la serata. Per fortuna non ci sono stati traumi dell'ultimo momento che di ribaltarmi sulla linea del traguardo proprio no.Però...però una mia amica aveva ragione: in bici si cucca alla grande. La gente mi guardava e mi sorrideva. Devo ancora capire se mi guardasse per la mia aria terrorizzata e ridesse di me oppure no. Chissà.Stamattina è andata meglio e sono sicura che lo sarà ogni giorno di più. Fino alla prossima rotaia assassina.

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