10 anni fa scrissi sul diario che qualsiasi lavoro che avrei fatto non sarebbe stato un lavoro normale. Scrissi che non sarei mai stata una donna seduta dietro una scrivania che si fa le sue 8 ore e poi se ne torna a casa. Scrissi che avrei voluto imparare lingue e girare posti, conoscere gente stramba e originale.Scrissi che sarei diventata una donna forte e determinata. Oggi posso dire di esser diventata la ragazza che sognavo e spero di continuare ad esserlo anche da donna adulta
Sono straimpegnata e strafelice! Veder fruttare, lentamente lentamente, tutti gli anni di studio e lavoro e impegnare le mie piccole risorse in progetti così grandi e con capi tanto bravi, è senza dubbio grande motivo di soddisfazione e di orgoglio per me. Non sono una figlia di un pezzo grosso, non ho conoscenze particolari e non ho mai avuto spintarelle da nessuna parte. E’ solo che non demordo. Con una laurea è immensamente difficile trovare lavoro, figuriamoci con una come la mia. L’ importante è crederci e impegnarsi fino in fondo, io voglio lavorare in radio, io voglio organizzare eventi, io voglio continuare a fare questo lavoro. Mi fanno quasi rabbia le persone che appena dopo la laurea gettano la spugna e si accontentano dei primi posti di schiavismo (perchè lavoro è una parola troppo grossa in questi casi) che vengono loro proposti. Mi ricordo ancora che, a un mese dalla laurea, fui sommersa di proposte di lavoro in campo assicurativo. Perchè? Facile: cercano laureati in lettere, quindi persone con cultura umanistica da usare finchè possibile per vendere pacchetti assicurativi ad amici e parenti per circa 18 mesi di tirocinio con rimborso spese, perchè assumere un laureato in economia costerebbe troppo alle varie società di assicurazioni. E io ho detto NO. Ho detto NO al call center, ho detto NO alla segretaria in prova.
Sicuramente potrei ritenermi una privilegiata, perchè posso permettermi il lusso di rifiutare i lavori che mi allontanerebbero dai miei obiettivi, però… insomma, gente, anche io ho bisogno di indipendenza economica! Per questo motivo ho lavorato per un lungo periodo la mattina, facendo cose che non ci azzeccano nulla con l’organizzazione di eventi, e ho dedicato i pomeriggi in stage completamente gratuiti in ambito dello spettacolo. Sono pazza? Forse. Forse anche perchè ho dato il mio contributo ad aziende che non se lo meritavano, come quella organizzatrice di una fiera di danza a Firenze -uno sfruttamento in piena regola-, ma ho imparato moltissimo osservando i miei superiori, ascoltando il loro modo di gestire clienti e fornitori e sono riucita ad accrescere la mia esperienza. Ho fatto e farò ancora sacrifici, a costo di non dormire la notte, al costo di non guadagnare un centesimo, al costo di sfinirmi. E sono felice così.
La strada per la mostra d'arte
io e il Presidente di RadioSpin, Leonardo Borsacchi