Molti i commenti sulla pagina Facebook dell’Ape relativi all’articolo di Barbara Rossi uscito ieri sul Corriere Adriatico che riprendeva l’allarme lanciato dall’Ape nei giorni scorsi circa la pericolosità del Campo dei Tigli. Si è aperto un dibattito molto interessante e, tra i vari interventi, mi ha colpito quello dell’amica Denis che, cogliendo in pieno il pensiero espresso nel mio precedente post, scrive: “Domenica pomeriggio tutti dietro le mura come un tempo. Potrebbe essere un inizio”. Ecco qual è il punto: riprendersi la propria città, tornare a viverla, a farla vivere e toglierla da degrado urbano e sociale nel quale sta precipitando. Ha ragione Denis quando pensa che, andando semplicemente in tanti a passeggiare in viale Gramsci, potremo concretamente fare qualcosa per la nostra città.
Perché Montegranaro versa nello stato di abbandono in cui la vediamo proprio perché, appunto, abbandonata. Ci precipitiamo tutti altrove nel nostro tempo libero. Il cinema è più bello al multisala, il passeggio è più rilassante lungo il corso di Civitanova, lo shopping è tutta un’altra cosa al centro commerciale. E intanto la città muore.
E’ anche vero che Montegranaro offre poco: sono rimasti pochi negozi, non ci sono grandi attrattive, persino la squadra di basket che tanto ci onora gioca a cinquanta chilometri dalla città. Però dobbiamo smettere di piangerci addosso e soprattutto dobbiamo smettere di pretendere che sia sempre qualcun altro a fare qualcosa. Iniziamo a fare qualcosa noi: partecipiamo alle iniziative delle tante associazioni, andiamo al cinema al La Perla, andiamo a prenderci un gelato o una pizza dietro le mura. Incontriamoci, rincontriamoci, torniamo ad essere una comunità. Questo non risolverà certamente tutti i problemi ma, come dice Denis, potrebbe essere un inizio, anzi, lo sarebbe senz’altro.
Luca Craia