11 aprile 2015
Piccolo Teatro di Giulietta
Anteprima del nuovo tour di Andrea Chimenti per l'uscita del disco Yuri
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Ti ho aspettato
Vorrei incontrarti
Il compleanno
FOYER DEL NUOVO. Recital per Nicoletta Ferrari, l'ideatrice del progetto DisMappa
Chimenti, degustazione sonora
Raffinato concerto del musicista, scrittore e attore: linguaggio colto che invita alla riflessione
di Beppe Montresor
L'Arena, lunedì 13 aprile 2015 SPETTACOLI, pagina 60
Mezzo secolo è una tappa di vita importante. Qualcuno la celebra in leggerezza optando per una musica da cocktail e da ballare, altri, come Nicoletta Ferrari conosciuta con il nickname DisMappa (ovvero il suo impegnativo progetto per migliorare la vivibilità/accessibilità ai disabili nel centro storico di Verona) si regala e regala agli amici, invece, un prezioso recital di Andrea Chimenti, ospitato l'altra sera nel foyer del Nuovo. Chimenti, affiancato da due giovanissimi componenti dei Sycamore Age (ovvero suo figlio Francesco Chimenti al violoncello e Davide Andreoni alla chitarra elettrica, con pianoforte ed effetti), non è esattamente il prototipo dell'animatore turistico da baldoria e bandierine, ma un raffinatissimo, "scavato" (nell'aspetto e nella poetica, cesellata con un evidente amore per la sottrazione e la selezione accurata dei termini) cantautore per il quale, davvero, si può parlare di effettiva contiguità alla poesia. Tanto che, com'è accaduto anche in questo speciale concerto dedicato a DisMappa, Andrea dà continuità quasi senza soluzione alle canzoni sue e a quelle musicate, con esiti quasi sublimi, sulle poesie di Ungaretti sfociate nell'album Il Porto Sepolto.
Chimenti e i Sycamore Age hanno ripreso qualche perla di quel lavoro (dalla meravigliosa Vanità al pezzo in tema con l'occasione, Il compleanno), ma hanno anche recuperato brani dal ventennale percorso solista di Andrea e soprattutto pezzi dall'album nuovo di zecca, il concept Yuri seguito all'omonimo romanzo pubblicato l'anno scorso da Chimenti per Zona Editrice.
Alcuni dei momenti di Yuri ascoltati nel foyer del Nuovo sono davvero belli, coinvolgenti nella distintiva originalità che è ormai una cifra stilistica del musicista (ma anche attore e scrittore, appunto) toscano: un timbro vocale che, anche e soprattutto nel parlato possiede il fascino recitativo della grande voce attoriale; un linguaggio colto e distillato che invita alla riflessione e alla degustazione sonora oltreché semantica delle parole, senza velleitarismi.
Chimenti ha una sua peculiare cifra stilistica, anche se si possono individuare punti di contatto, nel passo espressivo e in certe attitudini espressive, a personaggi come Giovanni Lindo Ferretti, Peter Hammill, e a David Sylvian con cui anni fa Andrea condivise il brano I've Waited For You. Tra le "malinconie notturne", le "parti fragili" e quell'amore/odio per il vuoto che torna spesso nella sua poetica, anche alcune sorprese come un canto ebraico (imparato dall'amico Enrico Fink) e Vorrei incontrarti di Alan Sorrenti, che Chimenti ha detto di aver amato molto nei suoi primi dischi progressive.