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Andrea Facco: così fotografo la mia Liguria

Da Sushit

Andrea Facco ha 25 anni e vive a Genova. Frequenta l’ultimo anno della quinquennale di Architettura, all’Università di Genova.

Il suo rapporto con la fotografia nasce un po’ per caso, in seguito all’acquisto di una reflex digitale. La possibilità di vedere i risultati sul computer, quasi immediatamente, dà la possibilità ad Andrea di confrontarsi con i suoi errori e migliorare.

“Considero la fotografia un modo per esprimermi liberamente e per immortalare degli attimi che ritengo importanti e unici. Mi piace sperimentare diversi stili in base a ciò che voglio esprimere, prediligendo foto di paesaggi e foto di architettura, due generi importanti visti gli studi che sto seguendo.”

Andrea Facco: così fotografo la mia Liguria

Chi è, per te, Andrea? E come vede il binomio fotografia/architettura?

La prima domanda è subito la più difficile! Non è semplice parlare di se stessi. Posso dire di essere un sognatore ma con le idee abbastanza chiare su ciò che vuole fare nella vita. Mi pongo spesso obiettivi che so non essere alla mia portata, “sfidando” me stesso cerco continuamente di migliorarmi sia nell’ambito fotografico che nelle tante altre cose che faccio.

Andrea è sicuramente una persona determinata ma che ammette di avere comunque dei limiti che tiene ben presenti.

Il binomio fotografia/architettura è sicuramente parte fondamentale del mio percorso lavorativo e fotografico di Andrea.

Sicuramente un architetto deve saper fotografare ed integrare nelle sue conoscenze anche un poco di fotografia. Un’architettura può essere osservata e percepita in diversi modi, alcune persone apprezzano la maestosità e la grandezza di un edificio, altri i dettagli, altri ancora magari scelte stilistiche come ad esempio l’illuminazione. Ugualmente la fotografia può cogliere tutto questo in modi sempre diversi e personali, quindi un architetto può sfruttare la fotografia come un metodo d’indagine per cogliere e valutare questi elementi sia nei propri lavori che in quelli di altri.

Andrea Facco: così fotografo la mia Liguria

La foto di cui sei più fiero? La foto che vorresti scattare o avresti voluto scattare?

Probabilmente la foto di cui vado più fiero è una che fa parte del reportage sui pescatori di Noli: la foto del pescatore che tende la rete credo che sia la mia preferita per diverse ragioni di cui parlerò anche più avanti…

Non saprei dire quali foto vorrei scattare. Per me la fotografia non è qualcosa di deciso a priori e che va organizzato. Una “bella” foto potrei scattarla in qualunque momento, per questa ragione non posso dire a priori che foto vorrei scattare perché dipende da ciò che mi colpirà e ciò che il mio sguardo riuscirà a cogliere.

La foto che avrei voluto scattare? Tante, purtroppo. Non sempre posso portare la macchina fotografica con me e spesso non ho avuto la possibilità di immortalare momenti di vita nelle vie della mia città oppure anche dei veri spettacoli della natura.. Ricordo che poche settimane fa, percorrendo in macchina una strada di Genova ho potuto vedere un tramonto dai colori pastello che si specchiava sul porto… Quella sarebbe stata una bellissima foto ma che non ho potuto scattare perché non avevo con me la mia macchina fotografica… Però posso sempre sperare di riuscire in futuro ad assistere nuovamente ad un tale spettacolo e a fotografarlo.

Scatti paesaggistici: com’è il tuo rapporto con la natura?

La natura è uno dei principali soggetti da me fotografati, quindi ho ovviamente un buon rapporto con essa. Amo immortalare momenti particolari e quasi irripetibili che la natura ci offre, che possono essere un tramonto dai colori unici come dicevo prima, oppure una giornata di pioggia con le nuvole che incombono; praticamente tutto ciò che attira il mio sguardo e che mi emoziona.

Vivendo in Liguria ho la possibilità di apprezzare il binomio costante tra mare e monti: è semplice passare da una passeggiata in spiaggia ad una camminata sulle colline e questo mi offre degli spunti fotografici notevoli, ad esempio immortalare una montagna innevata e il mare sullo sfondo. Questo fa sicuramente parte del mio bagaglio di esperienze fotografiche.

Andrea Facco: così fotografo la mia Liguria

Di conseguenza.. ci parli del tuo progetto in Liguria?

Il mio progetto riguarda una piccola realtà che si trova qui in Liguria: ho voluto realizzare un reportage sui pescatori di Noli in provincia di Savona. Pur potendo sembrare una tematica “semplice” e di poco interesse è importante pensare che questa è una realtà rimasta inalterata nel corso dei decenni.

In questo piccolo comune sul mare è possibile ammirare diversi pescatori andare a pesca con i tipici gozzi liguri come avremmo potuto vedere decine e decine di anni fa. Ho voluto immortalare la vita di queste persone passando alcune giornate in questo piccolo paese, a volte anche senza scattare una sola foto, ma solo per cogliere ed apprezzare tanti gesti e vite di persone comuni.

Credo che sia importante poter ricordare e documentare una tradizione e un lavoro di questo tipo che un giorno potrebbe non essere più esistente e anche per consentire ad altre persone di apprezzare questo piccolo spaccato della nostra cultura.

Andrea Facco: così fotografo la mia Liguria

Domanda di rito: a chi ti ispiri per le tua fotografie?

Personalmente mi piace ispirarmi ad altri giovani fotografi come me. Ritengo che quelle sono foto più genuine e naturali, foto che non sono “belle” perché foto d’autore, legate a nomi famosi, ma perché sono scatti che esprimono qualcosa ed emozionano chi le guarda a prescindere da chi ha eseguito lo scatto.

Ultimissima: consiglio ai giovani (architetti e non) che vogliono intraprendere la strada della fotografia..

Dare un consiglio non è semplicissimo perché ognuno vive la fotografia in maniera differente. Posso però dire che è importante iniziare a fotografare tutto ciò che attira il nostro sguardo e il nostro interesse senza pensare troppo se una foto tecnicamente è esatta o meno. E’ importante “allenare” il proprio sguardo a vedere attraverso un obiettivo e a pensare che una foto nasce prima di tutto nella nostra testa. Credo, inomltre, che ognuno debba riuscire in qualche maniera a trovare un proprio stile fotografico che lo renda unico e riconoscibile rispetto agli altri fotografi.

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