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Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Creato il 28 maggio 2015 da Artesplorando @artesplorando

Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Andrea Mantegna, Martirio di San Cristoforo e trasporto del corpo del santo, Cappella Ovetari, Padova

Nel braccio destro del transetto della chiesa degli Eremitani a Padova c'è una delle prime opere di Mantegna, quel che rimane della cappella Ovetari raffigurante la Legenda Aurea. La cappella fu selvaggiamente bombardata nel 1944, gravemente danneggiata e parte degli affreschi vennero definitivamente persi. Nel 2006 quello che è rimasto è stato ricomposto grazie ad un sistema virtuale, restituendo una parte dell'antica bellezza.Ma quel che resta è ugualmente utile per fare un ragionamento.
Da un punto di vista compositivo si sono tutti gli elementi che caratterizzano la riscoperta dell'antico che in quegli anni stava avvenendo a Padova: per esempio la voglia di simmetria totale articolata attorno alla colonna centrale. La folla dei partecipanti nell'affresco sta sotto un palazzo che racconta, con bassorilievi, fregi decorativi e colonne e porfidi multicolori, tutto ciò che allora si sapeva dell'antichità. Da una lussuosa finestra di palazzo si vede però una scena raccapricciante: una freccia viene scagliata nell'occhio del giudice che ha condannato San Cristoforo, ritroviamo qui la rappresentazione dei denti nei protagonisti della scenetta già visti in Giotto. La pergola, ricordo di un mondo bucolico proprio delle origini campagnole del Mantegna, s'infila con ferocia nell'antichità. Il presente usa così il passato come sostegno. Infine si possono vedere annunci di architettura che prendono spunto da Leon Battista Alberti e dalle sue colonne, che prevedono già i futuri lavori del Laurana a Urbino e della famosa città ideale. E la rappresentazione massiccia di San Cristoforo, enorme, che attraversa il fiume col Cristo sulle spalle ed è già messo in prospettiva a terra come vedremo nel Cristo morto, sempre di Mantegna, pochi anni dopo.

Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Donatello, Crocifisso, Basilica del Santo, Padova

Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Francesco Squarcione, Polittico de Lazara


Sono gli anni quaranta del Quattrocento e in quel tempo i due modelli del Mantegna sono da una parte Donatello e dall'altro lo Squarcione. Donatello a Padova lascia come sua prima opera un grande capolavoro: il Crocifisso del 1444-1447. Esaltatore di una classicità in fase di scoperta, esperto del bronzo, delle sue patine e delle sue dorature. Il passaggio dal marmo al bronzo permette a Donatello dei sottosquadri fino ad allora inattesi e solo la conoscenza della fusione a cera persa gli consente di trasformare il bassorilievo in un altorilievo e di dare nuova vita a un linguaggio antico. Dello Squarcione basta invece osservare il Polittico de Lazara, esposto nei musei civici di Padova, per vedere il gusto fumettistico e bizzarro tipico del maestro di Mantegna e che ritroviamo nell'allievo.

Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Giorgio Schiavone,
Madonna il trono con il Bambino


Andrea Mantegna - la riscoperta dell'antico

Le due "mosche" a confronto!


Giorgio Schiavone, altro allievo, nella sua Madonna in trono con il Bambino, proseguirà questa estetica del pupazzo, evidente nelle fattezze del Gesù Bambino e in quella curiosa passione per la natura morta, cartiglio compreso che si sviluppa in quegli anni nell'area dell'Adriatico, tra Urbino, Ferrara e Padova e dove appare forse la prima mosca della storia della pittura italiana. Era già apparsa dieci anni prima in un dipinto di Petrus Christus e a breve riempirà tutti i quadri fiamminghi. Tutto ciò ci aiuta a capire il panorama artistico che circonda e plasma Andrea Mantegna rendendolo unico e rivoluzionario.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
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