Nello scorso weekend è stato l’unico modello italiano a sfilare per Louis Vuitton durante la settimana della moda a Parigi e nella penisola è una delle icone patinate che pubblicizzano marchio D&G. Il ventiduenne Andrea Preti, che fino a un paio di anni faceva il cameriere nell’attività di famiglia, è in piena ascesa tra gli uomini da sfogliare più ricercati del momento oltre ad essere rimasto uno dei pochi a rappresentare i colori nazionali sulle passerelle straniere. Ma parte delle sue radici sono piantate proprio nella nostra città, visto che la madre è torinese e qui torna regolarmente per recarsi nell’atelier di
Carlo Pignatelli o per trovare i parenti.
Come ci si sente ad essere uno dei top model più ricercati all’estero?
«Posso reputarmi molto fortunato. Dopo il lancio con Dolce & Gabbana, lavoro in continuazione, muovendomi tra Parigi,
New York e
Milano dove in questi giorni farò alcuni servizi fotografici. Fino adesso ho fatto la campagna mondiale per D&G, ho conquistato la copertina de l’Officiel Hommes, che per un modello è il traguardo più alto e ho realizzato diversi editoriali per Vogue Uomo e
GQ mentre a febbraio uscirà uno speciale per i 40 anni di Cavalli. E’ vero, fuori faccio fatica a incontrare colleghi che parlino la mia stessa lingua, ma in questo periodo è tutto così veloce che faccio fatica a rendermi conto di ciò che accade intorno.
Però prima di entrate nel mondo della moda facevi tutt’altro...
«I miei genitori sono ristoratori, quindi sono nato e vissuto in un ristorante, facendo il barista o servendo i tavoli. Ho preso il diploma alla scuola alberghiera e anch’io come tutti i comuni mortali lavoravo per 6 euro e 50 l’ora. Tutt’ora i miei gestiscono un ristorante a Copenaghen e fanno cucina tipica italiana ovviamente con un tocco piemontese».
Dal pulire i bicchieri sei passato ad avere le tue foto sulle più importanti riviste di moda, cos’è successo nel frattempo?
«In realtà la moda era un sogno di mia madre che mi ha spinto a fare il primo provino a 14 anni. Prima di riuscire ne ho fatti molti altri, finchè è arrivato l’incontro con Domenico Zambelli, assistente di Simona Ventura, che mi ha portato alla d’Management, una delle agenzie più note a livello europeo e da lì è partito tutto».
Fuori dalla passerella, la tua passione è il cinema. C’è un futuro da attore?
«Sto studiando recitazione e dizione alla scuola di teatro CTA di Milano. Il lavoro mi porta via molto tempo, per cui al momento non posso spostarmi da Milano, ma un domani la mia massima aspirazione sarebbe quella di andare a
Los Angeles e tentare l’Actor’s Studio. Non ho ancora partecipato a nessun film anche se mi sono già arrivate diverse proposte: amo le parti da duro e i film d’azione. Invece il mio attore preferito è Leonardo Di Caprio».
Qual è rimasto il tuo legame con Torino?
«Di
Torino ho impresso nella memoria fin dall’infanzia il profilo della Mole: è quasi un tatuaggio mentale: di essa mi ricordo ogni dettaglio, ogni particolare».