vevano creato una pagina su Facebook “Qndria Iperracatina (il ragazzo dai pantaloni rosa) per deridere, insultare un ragazzo di quindici anni, Andrea S., che non nascondeva di essere gay. Oggi questo ragazzo, studente del Liceo Scientifico Cavour di Roma, non è più tra noi, si è ucciso ieri impiccandosi, ma sarebbe più corretto dire che è stato ucciso da tutti quelli che direttamente o indirettamente continuano a promuovere una campagna d’odio e disinformazione contro le persone omosessuali. La vita di questo ragazzo e di tutti quelli che se ne sono andati per lo stesso motivo pesa sulla coscienza di questi assassini, di questi analfabeti dell’amore, della pietà, della solidarietà. Si possono ancora fare fiaccolate per onorare la memoria di Andrea, si possono leggere i messaggi indignati del Presidente della Repubblica o del Sindaco di Roma, ma finché questa Italietta pavida, ignorante e omofoba non sarà cambiata radicalmente dal punto di vista culturale avremo altri morti, altre persone “uccise” da vive. Non serve raccogliere firme, non serve protestare e accusare la classe politica italiana per la sua arretratezza sui temi dei diritti civili… interroghiamoci sulla violenza del linguaggio che quotidianamente discrimina, tormenta, uccide, dappertutto, chiediamoci se si possa risolvere il problema con una legge quando è proprio la “civiltà” che manca nel tessuto sociale, sin dalle sue fondamenta linguistiche… Occorre una rivoluzione totale sul piano culturale, occorre tagliare i viveri drasticamente agli omofobi e non con un semplice atto legislativo, ma con l’informazione, con una serie di iniziative che coinvolgano tutti e insegnino quanto male e quanti danni ha procurato alla nostra società la pervicacia assassina di tanti, troppi detentori del “verbo”.
Un bacio a Andrea, nella speranza che possa risvegliarsi in un mondo più gentile…
© Marco Vignolo Gargini