Il successo di 'Gomorra: la serie' merito di un lavoro svolto normalmente, come mai prima in Italia. Queste le ragioni del caso televisivo dell'anno esposte oggi da Andrea Scrosati, executive vice president Cinema & Entertainment di Sky Italia, alla presentazione del libro 'Tutta un'altra fiction' (a cura di Massimo Scaglioni e Luca Barra) all'Universita' Cattolica di Milano, in apertura del convegno 'Creative Energies - Creative Industries' (17-21 giugno).
«Le serie fanno sognare come la magia ma non c'e' niente di magico in questo successo, solo duro lavoro», spiega Scrosati, che prosegue: «L'unica formula magica e' stata scegliere i piu' bravi fra sceneggiatori, registi e attori, e non amici o parenti».
Quanto all'assenza di personaggi positivi, Scrosati chiude alle polemiche: «e' un dibattito che non esiste, 'Gomorra' semplicemente e' una storia autentica che non bilancia bene e male come facevano le vecchie fiction». Un passo storico per l'intera industria televisiva: così Riccardo Tozzi, produttore di 'Gomorra' con Cattleya, descrive senza mezzi termini l'arrivo della serie: «l'impatto culturale sulle tv generaliste sara' grande - spiega Tozzi -. Sky ha tenuto insieme parte produttiva e parte creativa, come si fa negli Stati Uniti, ed e' stata premiata».
E se per i critici Aldo Grasso e Mariarosa Mancuso 'Gomorra' permette ai telespettatori italiani di non doversi piu' vergognare delle fiction, tanto per il lavoro di scrittura quanto per la cura dei particolari («spero che il personaggio di Ciro incontri Don Matteo e lo uccida», ironizza Grasso), secondo Andrea Scrosati l'impatto di 'Gomorra' si misurera' in concrete ricadute sul sistema: «il successo internazionale della serie, acquistata in 62 paesi, ha attirato investimenti stranieri per 'Diabolik' e 'Young Pope' di Sorrentino».
E dopo queste due nuove serie e la storia di Tangentopoli di '1992' non si ferma qui l'impegno di Sky che - anticipa Scrosati senza svelare troppo - «ha gia' cominciato a lavorare su un nuovo prodotto originale.»