Andrea Zanzotto, l’ultimo superstite della grande tradizione poetica italiana del Novecento, compie oggi 90 anni. Scorrendo i titoli delle pubblicazioni, raccolte poetiche, traduzioni, si resta impressionati, eppure nelle scuole non lo si legge (la cosa non mi meraviglia…) e rari sono gli interventi dei mass-media per ricordarne la figura e l’opera (a parte oggi che è il suo compleanno). Io voglio ricordarlo in modo diverso dagli altri con un brano in dialetto veneto che Zanzotto compose nel 1976 per Federico Fellini e venne inserito nella scena iniziale del Casanova (il carnevale veneziano con la polena che emerge dalle acque). Per il resto della biografia e bibliografia di Andrea Zanzotto la pagina di Wikipedia sarà sicuramente utile a tutti voi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Zanzotto
Vera figura, vera natura,
slansada in ragi come ’n’aurora
che tuti quanti te ne inamora:
aàh Venessia aàh Regina aàh Venusia
to fia xé ’l vento, siroco e bora
che svegia sgrisoli de vita eterna,
signora d’oro che ne governa
aàh Venessia aàh Venegia aàh Venusia
Testa santissima, piera e diamante,
boca che parla, rece che sente,
mente che pensa divinamente
aàh Venessia aàh Regina aàh Venusia
par sposa e mare, mora e comare,
sorela e nora, fiola e madona,
ónzete, smólete, sbrindola in su
nu par ti, ti par nu
aàh Venessia aàh Venòca aàh Venessia
Metéghe i feri, metéghe i pai,
butéghe in gola ‘l vin a bocai,
incononàla de bon e de megio;
la xé imbriagona, la xé magnona,
ma chissà dopo ma chissà dopo
cossa che la dona!
Mona ciavona, cula cagona,
baba catàba, vecia spussona,
Toco de banda, toco de gnoca,
Squinsia e barona, niora e comare,
sorela e nona, fiola e madona,
nu te ordinemo, in sùor e in laòr,
che su ti sboci a chi te sa tòr.
Filò. Per il Casanova di Fellini, con una lettera e cinque disegni di Federico Fellini, trascrizione in italiano di Tiziano Rizzo, Edizioni del Ruzante, Venezia 1976
COMMENTI (1)
Inviato il 14 ottobre a 15:21
Mi permetto di offrire un piccolo dono. Chi verrà a Chioggia, sostando davanti al duomo potrà esclamare: qui sono nati i Sepolcri del Foscolo. E poco più avanti lungo il Corso, davanti alla casa del naturalista Giuseppe Olivi, morto di tisi a ventisei anni: qui nacque e visse colui per il quale Leopardi ha scritto A Silvia. Chi poi si troverà in Padova davanti alla Tomba di Antenore: qui sotto è sepolto Girolamo Ortis, studente di medicina morto suicida al quale si ispirò il Foscolo. I luoghi si deturpano anche non riconoscendoli, privandoli delle memorie di cui sono portatori. Auguri.