Andrzej Nowicki
Quando circa due anni fa il mio carissimo amico, illustre poeta e slavista Antonio Sagredo mi fece il nome del filosofo polacco Andrzej Nowicki, mi venne mente Manzoni e il suo Carneade, e ammisi di non conoscerlo. Oggi mi rendo conto che si trattò di una mia imperdonabile lacuna nella conoscenza della cultura polacca. Ho tradotto per il momento 22 sue poesie che con grande piacere e timor reverentialis pubblico oggi sul mio blog, facendole precedere da un dotto e appassionato ricordo di Sagredo, che ebbe la fortuna di conoscere il grande filosofo-poeta. Io non ebbi questa fortuna, ma sono felice di rendergli omaggio con la mia versione delle sue poesie. Forse si troverà da noi un editore interessato a far meglio conoscere agli Italiani la figura e l’Opera di questo luminare della Cultura Polacca? Me lo auguro di cuore.
Passeggiavo sotto un cielo stellato, una notte estiva del 1965, per le viuzze (giravolte) di Lecce (capitale del Salento) con l’amico bibliofilo Gianfranco Scrimieri parlando di poesia, di storia, ecc. Mi fece d’un tratto i nomi di tre personaggi: i filosofi ateisti Andrzej Nowicki di Varsavia e Giulio Cesare Vanini di Taurisano, e infine di Carmelo Bene di Campi Salentina: paesi vicini a due passi da Lecce.
Di questi tre non sapevo nulla, e non avrei mai immaginato come in qualche modo avrebbero segnato tangenzialmente in parte la mia esistenza futura. Del giovanissimo attore e regista Carmelo Bene, nato in un paesino vicino Lecce, che faceva “sfracelli teatrali” a Roma fui subito attratto… avrei letto tutto di lui, lo incontrai tre o quattro volte. Dell’eretico Vanini cominciai a leggere tutto quel che l’amico Gianfranco mi consigliava, compreso ovviamente gli scritti del filosofo polacco Nowicki. Gli scritti, tradotti da lui stesso in italiano, erano (trattavano non solo di filosofia eretica) d’una chiarezza sconcertante, almeno per me: lo avrei seguito sempre attentamente e con grande curiosità. Confesso che mi sarebbe piaciuto mettermi subito in contatto con lui, io così giovane e senza alcuna autorità in materia… – avrei dovuto attendere invece ben 42 anni prima di presentarmi con un qualcosa che poteva attirare la sua attenzione su di me…quel qualcosa si è materializzato nel poema che io scrissi e dedicai al Vanini (nel maggio del 2007) : MDCXIX – Tholosaecombustum.
Inviai il poema (non ricordo, ora, quanto tempo dopo la definitiva stesura) a Francesco Paolo Raimondi (che vive a Taurisano) eminente storico e studioso del Vanini, di Bruno e tant’altri eretici e dei loro tempi… mi rispose incuriosito tanto da raccomandarmi di spedire subito per posta cartacea il poema a Nowicki, di cui mi diede poi gli indirizzi: postale ed elettronico.
Ricordo ancora con quale gioia ed entusiasmo mi rispose da Varsavia e con quale curiosità volle sapere di me, e del perché io avessi dedicato al Vanini il poema. Mi riferì subito che aveva scritto qualcosa sull’ultima notte del filosofo taurisanese e mai avrebbe pensato che qualcuno ne avrebbe scritto sugli ultimi istanti di vita… già sul rogo!
Centinaia sono i suoi scritti, tutti fondamentali, sugli eretici italiani, polacchi e di altri paesi, così come centinaia sono gli studiosi italiani e europei che egli conobbe e con cui, incontrandosi, scambiò e lavorò. Continuamente in viaggio per l’Italia e l’Europa per convegni e incontri (l’Incontrologia è un suo pensiero e metodo filosofici da cui tutto inizia, ma non ha fine, poi che anche dopo la morte, continuano gli incontri tra spiriti liberi per scambiarsi attraverso le Opere, non una, ma la Cultura Alta e Profonda, perché il progresso umano deve andare per questa via, e non attraverso guerre e stermini).
Stermini: fu testimone oculare delle stragi naziste a Varsavia, dove durante lo spietato assedio nei sottosuoli combatté e si laureò, dove fu ucciso il padre e…). Tra me e lui si formò una corrispondenza esaltante dove si scriveva dei problemi storico-sociali e filosofici del meridionalismo italiano (che conosceva a menadito) fino ai movimenti e correnti delle letterature europee del secolo trascorso, in specie quelle slave in cui ci trovavamo spesso d’accordo su tante opere di autori (poeti innanzitutto!) da entrambi amati con la stessa passione.
Viaggiava e mi diceva di incontri, come p.e. da un messaggio dell’8 ottobre 2010:
Una volta, alcuni decenni fa, sono stato invitato a Pietropoli ed ho conservato i piacevoli ricordi di incontri con i miei amici prof. Gukowski (che mi ha mostrato i tesori di Ermitage), prof. Rutenburg, prof. Lidia Bragina , prof. Boris Ramm ed altri. Ho trascorso anche felici ore nelle biblioteche (studiando gli esemplari della prima edizione di libri del Vanini ).
Lo studioso russo Viktor Rutenburg, che già conoscevo per aver letto (primi anni ’70) alcune pagine dal russo di un suo testo dal titolo Giulio Cesare Vanini.
Nowicki era anche poeta e come tale sapeva a menadito la storia e la poesia polacca (di alcuni grandi poeti polacchi era amico)… traduceva le sue poesie dal polacco in degno italiano (era un poliglotta), così come traduceva i suoi scritti filosofici per alcune riviste italiane. Era anche un valente sinologo: celebre un suo scritto sui rapporti tra Giordano Bruno e la filosofia cinese. Misi in contatto Nowicki con la sinologa italiana Claudia Pozzana, che ne apprezzò le qualità di traduttore e di studioso.
Quel che ho scritto qui è talmente poca cosa (mi sono tenuto sul generale!) per apprezzare interamente questo studioso, di cui celebro il suo sereno ateismo tutto teso a esaltare il “libero pensiero andante”, così affermava, di una Cultura Alta e Profonda.
Morì il 1° dicembre del 1911 di mattina… quando all’Università di Mirafiori, in Roma, parlavo proprio di lui col decano degli studiosi polacchi, Sante Graciotti.
Da una lettera a F. P. Raimondi:
Graciotti e Nowicki si erano incontrati già molti decenni fa. Ora, a caldo, non ricordo in quale lettera o e-mail è scritto questo. Ricordo che Nowicki a proposito di Graciotti si espresse scrivendo calorosamente con rispetto e tanta stima. Graciotti, da parte sua, ieri, mi ha detto sorpreso: “Ma è ancora vivo! Un anticattolico, ma quanto puro e onesto, davvero puro e onesto! E’ stato un grandissimo studioso di Bruno… e dell’altro… come si chiamava… – Vanini gli ho suggerito – giusto di Giulio Cesare Vanini!”.La coincidenza straordinaria è stata che mentre parlavamo di Nowicki…. il filosofo-poeta moriva…
E in una lettera all’amico storico F. P. Raimondi, dissi di Nowicki:
Ho avuto tanto da imparare da Lui, ma devo dire senza presunzione che di alcune mie informazioni culturali che non sapeva rispondeva con gioia e voleva saperne di più. Era entusiasta delle mie poesie; alcune le ho dedicate a Lui, specie Fragment…azione, che ha inserito, credo, nella Sua opera omnia e ultima Atena Creanda. Amava il mio poema dedicato agli ultimi istanti di Vanini sul rogo: MDCXIX – Tholosaecombustum…temevo il suo giudizio sulle mie riflessioni
filosofiche in versi sul filosofo ateista; ma fui promosso con pienissimi voti! Poi mi rivelò che tanti anni prima aveva scritto sull’ultima notte di Vanini. Gli risposi che il quadro era completo!
La mia corrispondenza con Nowicki si chiude con la notizia della Sua morte, oggi, nel tardo pomeriggio.
Un ultimo e caloroso omaggio a Andrzej Nowicki giunge dal prestigioso interprete della poesia polacca Paolo Statuti, che ha tradotto degnamente e con passione tante sue poesie (che qui vengono presentate) con precisione di filologo, ed io sono orgoglioso di averglielo fatto conoscere.
Antonio Sagredo
Roma. 31 gennaio 2015
Poesie di Andrzej Nowicki tradotte da Paolo Statuti
Alhambra
La Tua Poesia che risplende con l’iride
della Fantasia Creativa è fiera,
avvolta in un cerchio di catene montuose,
che profuma di nardo, incenso e ambra grigia.
Tra i diafani chiaroscuri delle vetrate
e il luccichio del drappeggio dorato
entro in un labirinto di oscuri corridoi,
vago tra loggette, sale e gallerie.
Intorno danzano a ritmo di arabesco,
dipinti da un artista Mauro,
i coloriti affreschi dei versetti del Corano,
e su di essi l’ombra scura del Minotauro.
Qui nel cortile schiave dorate
giacciono stupende, minacciose, statuarie
le guardie del califfo – le leonesse africane
che proteggono l’ingresso ai giardini (…)
Da un giardino sento l’acqua scrosciare,
ammiro il verde, le palme e i cipressi,
e lontano vedo tra gli alberi splendere
nella nebbia del velo la sagoma di una uri.
Dunque deciso vado tra le fulve fiere
da sotto le arcate nella loggia del giardino.
Spinsi il cancello coperto di edera
e mi trovai tra le rose sanguigne.
La più rossa sul petto di lei poserò
come simbolo di Amore ardente in eterno.
– Vieni con me – dirò – io ti creerò
una nuova Alhambra di Poetica, Folle Creazione (…)
Guai agli infedeli che dirigono i propri passi
nel giardino dell’harem (…)
Ma a me che amo i pericoli,
cosa mai potranno fare? E se a Primavera
il cuore dell’Amore è fiorito – non crescerà
anche la forza dell’anima e del corpo?
Caddero le guardie da me sconfitte.
Ed io, immerso nel sangue del Minotauro
attacco alla biga le quattro leonesse d’oro
e con l’Amata le mura dell’Alhambra
abbandono…
costruirò per lei, Caro Edgar,
l’Alhambra più Perfetta dei Miei Propri Sogni.
19.8.1936
Due mondi
I valzer argentei – gioielli della bottega di Chopin,
Lo scricchiolio di brutali, volgari scarpe da caporale,
Le sottili dita nei tristi piangenti lamenti
Pezzi di corpi lacerati nelle zanne dei fili spinati.
Unica Maria Skłodowska in una tempesta di elettroni
Su milioni di madri non creanti, non pensanti.
Unica stella Copernico – dal mare dei cieli
Smarrito nel piatto mondo ammuffito dei falsi santi.
Con il tonfo di bagliori dorati di parole alate come di remi
Contro il selciato viscoso delle tarde teste dei filistei,
Słowacki come rondine, inviato della primavera dei cervelli
Non poté far scaturire i fulmini dai teschi plebei.
La nostra vita racchiude nel caos di colori sgargianti
Grandezza di spirito e nullità, splendore e miserie immani.
Due Polonie noi abbiamo, due terre con due mondi diversi
In una lotta feroce, le cui sorti sono nelle tue mani.
1944
Con Vanini in Me
Immergendomi sempre più in fondo
al mare di zaffiro pieno di stelle
mi sollevo sempre più in alto
nel suo riflesso nell’azzurro
nel cielo
leggendo Te creo con Te
cos’è la lettura
dei Tuoi Mirabili Arcani?
dimmi Giulio Cesare –
è il mio Ingresso in Te?
o il Tuo Ingresso in me?
o il Magnetico Anfiteatro
dei reciproci mutamenti?
Mi inviti in un giardino,
dove gli uccelli, il sorriso dei fiori
e il vento che profuma di mari
reca il prodigio di ricreare i respiri
quando vedo, sento, amo, creo
sono un crescente giardino
di quadri, di opere, di statue
sono un grande enorme Me
questo Me mi ricolma,
è in me, cresce in me,
e io sono e cresco in questo Me
e mi rallegro che anche grazie a me,
grazie alle Luci dei miei giardini stampati
crescono e cresceranno
sempre più meravigliosi Me.
21.3.2002
L’ultima aria
Non piangete, dilette fanciulle,
Il vostro pianto mi lacera il cuore,
Non piangete, dilette fanciulle.
Perché è solo un’opera lirica
Da me inventata.
Sono salito sul mio Rogo di Memnon,
Guardate come il mio rogo arde bene,
Ammirate questo fuoco prodigioso –
E’ il fuoco delle Nove Dee!
Non piangete, fanciulle, non serve,
Questo rogo è la strada verso il Cielo,
Una strada che va dritta in alto,
La strada verso i Cieli della Cultura!
Ammirate il lamento funebre,
Questo stupendo
Requiem aeternam.
Le sue parole le scrisse DANTE,
Esse dicono
Come l’uom s’eterna.
E tra un attimo da questo Andante
Sgorgheranno migliaia di Scherzi,
Perché questo lamento è soltanto sogno,
Ma vegliando dal rogo di Memnon
Scenderò in diecimila cuori.
25.3.2008
Erotico filosofico per le fanciulle dei sogni
E’ piacevole, quando in sogno
mi trovo in Cina
o in Italia
e provo delizie sensuali,
quando le fanciulle mi portano ceste
di frutti di mare
Sì, sono un buongustaio,
ma anche un buonvistaio,
e amo anche l’udito,
l’olfatto,
il tatto
e soprattutto
sono un Grande Buonmentaio,
che aspetta i frutti dei cervelli.
Dunque portatemi
ceste di Vostri pensieri.
Vi prego!
11.3.2010
Trasformazione, ovvero Ingresso nelle Opere
Nel mondo degli insetti
la larva ha la morte migliore:
si trasforma in ali, in luce, in colore…
Nel mondo della scienza la morte
più bella l’ebbe Niccolò Copernico:
scorreva ritmica come polonaise,
e lui non scomparve,
ma si trasformò nelle immortali
Rivoluzioni che teneva in mano…
Aspetto il giorno,
in cui l’Ombra incontrerò,
e tenendo in mano un libro su Atena,
il corpo mio in un libro trasformerò…
28.6.2010
Vanini
(Poesia per una composizione di Josef Matthias Hauer)
Nello studio dei misteri del mondo il tuo fine
e il senso
della tua vita vedevi,
e delle lettere il mondo
a tua casa e tua tomba eleggesti.
Tuo nutrimento
nel mondo delle lettere – i pensieri occulti.
Dalla sostanza del tuo sangue
nascono opere perfette.
Nasce qualcosa
che nel mondo non c’era ancora,
ma sempre
rimarrà, crescerà, vivrà.
Che scorra in eterno il fiume
delle Opere prodigiose,
e in esse il Tuo spirito
il moto del Pensiero Pensante
nei serbatoi delle forze occulte
dovrà vivere
eternamente nelle Tue opere.
4.8.2010
Bӧhme sulla lotta dei Portatori di Luce contro l’Oscurità
Portano le Schiere degli Arcangeli
la luce di Lucifero
nelle nere spelonche
dell’Oscurità e del Gelo.
Le Ombre dell’Oscurantismo
dissipa
con le ali scintillanti
la Ragione.
Per le grotte
di ghiaccioli
l’Oscurità ferisce le ali
delle anime ragionevoli.
Il sangue dell’arcangelo come pioggia ardente
cade sulla terra
e si trasforma
in inchiostro.
Tutti i rami di tutti gli alberi
bevono il sangue che scorre dal cielo
e annotano con mille penne
sulle tavole rocciose dei monti.
La Natura è diventata il Gran Libro
che narra la lotta della Luce con l’Oscurità
e annuncia l’Alba
della Cultura
Alta e Profonda.
24.9.2010
UMBRAE
A November’s dream of A.N.
Ero la corda vibrante di commozione
di un’arpa, penetrata in un sogno.
Mi trovai in uno spazio
dov’erano pensosi
Shakespeare e Bruno,
circondati
da una turba di ombre.
Guardo: le ombre fluiscono
come nebbia multicolore.
Ciò mi rallegra,
chiedo loro: chi siete?
Umbrae profundae sumus – De umbris idearum
rispondono le ombre del mondo di Bruno,
We are millions of strange shadows – Sonnet 53
dicono le ombre del mondo di Shakespeare.
Pongo allora la domanda più importante,
forse grazie al dialogo
saprò finalmente:
What is your substance,
Whereof are you made? Sonnet 53
Rispondono in coro
come potente campana:
We are such stuff
as dreams are made on. The Tempest ,
Act IV, Scene 1
13.11.2010
Io so
Io so che le persone possono creare se stesse,
perciò sono diventato un Plurivie, un Uomo-Via.
I miei campi. I miei boschi. La mia radura,
Nella radura la Viaper, la Viain e la Viasu.
“Il vortice delle trombe lunari mi lacera”
Verso la Via nel Profondo.
Il sole mi chiama alla Via per la Cima.
Dalle cime la Via conduce alle Stelle.
L’Ingresso nelle opere. L’Ingresso nel cielo.
Acque Profonde, Alte Montagne.
L’Ingresso nel Cielo della Cultura.
17.11.2010
Il pavone
Poesia per Tanatina
Vieni quando vorrai sono pronto
a prendere la strada da cui non si torna.
Vieni quando vorrai, ma bada
ch’io abbia per sempre, come un pavone,
un ventaglio iridato e dal ventaglio
aperto, crescente,
ogni giorno nuovi pensieri faccia nascere.
Pensieri che incanteranno
e indurranno la progenie
(di quelli che leggono) a creare
Opere Sublimi.
17.11.2010
Cvet
Fuggiva dalla gente e negli alberi
si rifugiava, e quando con le scuri
gli alberi abbatterono, notò
che nel tavolo dove i versi scriveva
un albero ancora viveva,
un albero che era stato,
che era e che sempre sarà,
non solo là dov’era, ma
ovunque
leggeranno le sue parole,
dove il colloquio della poetessa
con l’albero è registrato.
Ma non solo lei parlava,
perché anche il tavolo parlava molto
con la sua lingua peculiare –
con la melodia degli alberi,
quindi per capire le sue parole
il suo canto devi bene ascoltare.
Il tavolo che le parlava
era cresciuto in Cina,
quindi si può facilmente immaginare
che una fanciulla cinese vi abitava.
Quella stessa che un giorno
su una tavola dipinse
incantevole per colori e forma
il suo autoritratto,
sapendo che un giorno verrà
qualcuno che s’innamorerà di esso
e meriterà che ella
emerga dal ritratto
tendendo le braccia.
Tu sai che sono un albero,
e io so che tu sei un fiore
e che verrà qualcuno per il quale tu sarai
il più degno di ammirazione, di stima,
e del suo amore ergantropico –
un mondo
incantevole.
Dunque scrivi versi incantevoli
e trasformati in questi versi
per riconoscerti in essi
con lo sguardo, con l’udito, con il tatto
e con le braccia del cervello –
per afferrarli e assorbirli in te.
* * *
Ma tu, o Lettore, riuscirai
come Marina Cvetaeva (1)
a sentire e capire
il canto di un albero?
2.12.2010
(1) Il titolo Cvet è una contrazione del cognome Cvetaeva. Cvet in Russo significa
fiore (цвет).
Notte di onomastico
Questa notte è iniziata nuovamente
– come in un disegno di Witwicki –
sotto l’Albero dei Sogni,
ma tutto era strano e nuovo:
Ergamus dormiva come un cactus
in posizione verticale.
Sul tavolo c’era un dorato
albero giapponese con le campanelle.
Eravamo soli.
Su di noi
vibrava con tutte le corde
un’arpa.
Sullo schermo del computer
apparve il variopinto
Giardino di ARF (2):
rossi fiori di onomastico,
su di essi stelline di neve
e l’italiano finale:
La neve
fiocca lenta, lenta…
30.11.2010
(2) ARF sta per Andrzej Rusłan Fryderyk (Nowicki). Rusłan venne dato al futuro filosofo come secondo nome dai genitori, mentre Fryderyk lo aggiunse da solo quando era adolescente, in omaggio a Chopin e a Nietzsche, che suscitavano la sua ammirazione.
Tu che mi guardi
dal quadro del Maestro Gerbrand
van den Eeckhout
O Uomo degno di stima,
finalmente t’ho incontrato.
Nel diciassettesimo secolo
vivevi nel Nederland,
e adesso dimori a Budapest
nel museo, nel quadro di Gerbrand.
Vivevi e vivrai
nel mondo dei tuoi libri,
ti racchiude il cerchio
degli esseri che ami.
Sedendo al tuo tavolo,
sul libro aperto della saggezza,
sei uno di quelli che sanno
che conviene conseguire il sapere,
ma a volte occorre
per un attimo mettere da parte la lettura,
e col proprio lavoro di ricerca
accrescere la riserva delle scoperte.
Non basta assimilare per sé il sapere,
anzitutto bisogna crearlo…
Quindi per un attimo hai interrotto la lettura
e ora guardi non nel libro, ma in me,
dentro di me “là dove lo sguardo non arriva”,
perchè proprio me hai scelto
a compagno del colloquio sui libri.
11.12.2010
Sfioramento col sorriso
Gli scultori sanno che per estrarre
la forma delle statue celata nei blocchi
bisogna togliere le parti del marmo
che la coprono…
E il poeta sa che la costruzione dei versi
dalla materia delle parole ben scelte
a volte richiede ugualmente di togliere
ciò che è superfluo?
Le parole ci sono, perché il pensiero
invisibile possa essere colto con lo sguardo
o con l’udito,
se lo spirito è incorporeo, come incontrarsi con esso?
Anche alla poesia è necessario il corpo,
il corpo della poesia sono le parole.
A volte tuttavia in un’opera,
in ciò che è scritto,
c’è come un velo – una parola inutile.
Se coprirà con se stessa,
nessuno estrarrà ciò che è celato.
A meno che non venga una Musa
che sa come toglierla.
Sorriderà alla parola inutile
delicatamente sfiorandola.
Allora essa quieta si assopirà
svelando ciò che era celato.
Ricordiamo che rimuovere
ciò che è inutile, significa svelare.
14.12.2010
Il Libro delle Trasformazioni
del Mondo in Versi
dei Versi in Forme,
Colori, Suoni
La realtà fisica e psichica
è una materia radioattiva,
da cui l’uomo produce
la Sovrarealtà Culturale
dai tanti incantevoli
volti.
Le nove Fanciulle che Dimorano
nelle vetrate
della mia Sovracoscienza
mi donano tesori in abbondanza,
versando da Cornucopie Iridate
sulla veranda del mio cervello
stelline di neve, piccole scintille, aghetti,
catenine, rametti, nebbioline…
Res creandae!
E da me piovono i versi
nel Torrente di Zaffiro
Posterità.
I versi – serbatoi di energia
con la forza di stimolare
i cervelli delle allieve, lettrici,
compositrici, pittrici, grafiche
a riempire – con gioia –
con la propria creazione
lo spazio prodotto dai versi.
Con la creazione che li trasformerà.
Ricordo – dalla mia infanzia –
le trasformazioni del cinema.
Ho visto il primo film a colori
e il primo film sonoro.
E adesso vedo come inizia
la Trasformazione delle mie opere.
Ecco una fanciulla
Riempie le mie poesie
di luce dei miei colori preferiti,
e un’altra presto mi farà trasformare
completamente
in ruscelli di stupende melodie.
Oggi è l’ultimo giorno dell’anno,
e da tale torre vedo
prospettive meravigliose:
inizio una nuova
VITA
a colori filosofica-poetica-musicale,
multiforme, multicolore, multioggettiva
. . .
MULTI-PERENNE
31.12.2010
La botte d’oro
Siedono, bevono…
(Adam Mickiewicz, La signora Twardowska)
Siedono nella biblioteca
nei bagliori di luce della Via Lattea,
bevono vino,
come un fiume di vino
silenziosi scorrono
lungo migliaia
di pagine lette
attraverso enormi
lenti d’ingrandimento.
La biblioteca è piena di botti.
Le botti – piene di libretti,
di libri grandi
e di libri enormi
per i contemporanei
e per le future generazioni.
La sala della biblioteca è adornata
da una graziosa statuetta
di Atena fanciulla seduta
su una botte piena di libri.
Atena ha i tratti divini
della Grande Maestra Twardowska,
Figlia del Maestro Twardowski,
che possiede migliaia di botti
per le fanciulle
di Mickiewicz,
cui hanno imposto di ascoltare,
ma nessuna di loro ascolta
né i sermoni né i precetti.
Ascoltano soltanto il proprio
indocile
spirito.
La biblioteca è piena di fanciulle
che attingono il sapere dalle botti
piene di vino che proviene dalle vigne
delle Muse del Sud, del Nord, dell’Ovest e dell’Est.
28.1.2011
Creanda
Crearsi!
Con i Suoni. Con le Forme.
Coi colori. Con le parole.
Sbocciare.
Incantare. Risvegliare.
Entrare nelle opere.
Nelle trasformazioni. Negli sviluppi.
Negli incontri sulle cime.
Creare opere meravigliose.
Creare se stessi.
Creare insieme
la Cultura Planetaria.
Portare nuovi valori
al Tempo,
allo Spazio,
alla Natura.
Splende nella nostra coscienza
il Pensiero alato
e spiega
che del torrente
delle nostre attività
ciascuna cambia
la forma dell’Universo.
26.3.2011
Sognando le salamandre
Si cercavano, si cercavano e alla fine s’incontrarono
lo Scultore Stach Cerkalski e Salvador Dalì.
Lo sai dove e quando?
Nel Giardino di Salamandromeda,
Nel Salone di Salomè di Salamina,
proprio nel mio centesimo compleanno
nel duemiladiciannove.
Uno sul Grande Carro con sponde a rastrello
e i pioli spezzati
e con le stelle dell’Orsa Maggiore,
e l’altro sulla giraffa in fiamme
con la costellazione di Atena Vergine,
che fece loro una fotografia
con l’apparecchio della sciamana spagnola
Dulcinea di Salamanca.
Ricordi di che parlavano
Stach Cerkalski e Salvador Dalì?
Di pittrici e scultori,
di orologi e di tigri,
di meandri, oleandri,
skamandri e salamandre.
E cosa entusiasmò maggiormente
Stach Cerkalski e Salvador Dalì?
Le poesie di un poeta polacco contemporaneo
su Atena, le Muse, i piccoli Cervelli,
sulle belle e sagge fanciulle,
sui Cervelli giganti, ma purtroppo,
la Modestia non mi permette
di rivelare il suo nome.
7.6.2011
La migliore uscita di scena
Meglio di tutto sarebbe addormentarmi ora,
entrare nel Palazzo dei Sogni
e sbattere la porta dietro di me,
per non apprendere mai
di non esserci più.
Nel mondo che sto lasciando
non sono vissuto invano,
il mondo abbandonato
vivrà senza di me,
ma resteranno le mie opere
stampate e i germi – già seminati
nei cuori e nelle menti dei miei lettori.
Nel mondo questi germi sono tanti.
Migliaia di germi da cui sono spuntati
molti loro pensieri,
belli, saggi, nuovi
e sempre spunterà
un gran numero di preziose
opere della Cultura Superiore
sempre più alta e profonda,
che incanta con la sua Bella Effigie
e la sua Interiorità ancora più bella.
31.8.2011
LE VETRATE
Quattro bellissimi segni cinesi
HUA HUANG BO LI –
evocazione di fiori fiabescamente colorati,
di grandi finestre e di vetro.
Tradotto in polacco:
VETRATE
Mi hanno sempre affascinato,
ma in questo momento sogno
che nei prossimi giorni
ricolmino di luce e colori
la mia veglia e i miei sonni.
Amo le vetrate italiane
Del DUOMO di Milano
e quelle ceche di Alfons MUCHA,
ma soprattutto ammiro
gli immortali Estri
dei geniali vetratisti polacchi:
Jan MATEJKO,
Stanisław WYSPIAŃSKI,
Józef MEHOFFER,
ma ora
il Vortice delle Trombe Lunari
mi trascina nel profondo
e mi invita a cercare
le vetrate che
ANCORA NON ho visto mai,
ad accertare se e quanto sia ricca
d’incantevoli vetrate
la CULTURA di altri paesi del mondo.
9.10.2011
Lezione: Come scoprire i segreti
dei Geniali Versificatori dei Colori.
Vi farà da Guida il Filosofo ARF
Quanta gioia, scienza ed energia
riuscirai a conquistare negli incontri
con le opere dei Grandi Pittori – dipende
dal Modo di Guardarle.
E’ bene sapere che esse si dividono
in comuni e imparate,
ma esiste anche un terzo modo
accessibile soltanto a chi,
come Te che mi leggi,
col suo intelletto comprende
che delle piatte, banali, rozze verità,
più affascinanti sono le cime,
dove ciò che è raro, insolito, unico,
aspetta l’Ora Stellare,
in cui sarà guardato, scoperto, amato
da Qualcuno che attuerà l’Ingresso nelle Opere,
guardando con il suo Nuovo Modo di Vedere.
Da solo per te stesso creerai
il tuo modo di scoprire le rime dei colori.
Così immagina questa lezione con Te
il Filosofo ARF.
22.10.2011