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Poco oltre Casera Razzo, in direzione di Vigo, sulla sinistra si incontra il cartello del sentiero CAI 208 . Imbocchiamo la traccia tra l’erba alta in direzione del Col Marende, destinazione Busa di Tiarfin……..
Il gruppo del Tiarfin, assieme al monte Tudaio di Razzo e al Monte Piova caratterizzano gli ultimi rilievi rocciosi delle Alpi Carniche a cavallo tra Friuli e Veneto. L’idea è quella di andare a dare una occhiata alla cima Est del Tiarfin che gode di uno splendido panorama. Tra l’altipiano di Casera Razzo e il Passo della Mauria sorge questo gruppo di monti prevalentemente rocciosi. Il Tudaio di Razzo e il Crodon di Tiarfin formano due splendide creste rocciose che da nord ovest corrono quasi equidistanti per poi unirsi a sud est presso una forcella che li separa dal versante di Tragonia. Nel mezzo uno dei posti più affascinanti delle nostre montagne, un grande circo carsico alpestre, la Busa di Tiarfin, straordinariamente bella e incontaminata.
La prima selletta che si incontra è quella sotto il Col Marende e siamo già in acqua. Le temperature odierne, l’umidità, l’erba alta e i tafani sembrano essere tutti d’accordo per darci tormento, ma la vista verso la cresta del Tudaio, verso i ghiaione , verso il canalino friabile che porta alla Forca Rossa ormai hanno già attirato la nostra attenzione. Mentre saliamo il panorama si ampia spaziando verso i Brentoni, la Terza Grande e la Cresta di Enghe. L’itinerario è bello, si vede da subito che sarà un percorso solitario.
In diagonale affrontiamo il ghiaione per poi innestarci nel ripido e fastidioso canale del tipo un passo avanti e due indietro, fino a raggiungere la più facile parte superiore erbosa che ci accompagna alla Forcella Rossa, porta di ingresso al fantastico mondo della Busa di Tiarfin. Praticamente, oltre ai due escursionisti che ci precedevano sul ghiaione, nessuno!
Sulla destra si sviluppa la lunga cresta roccioso del Tudaio mentre di fronte a noi possiamo identificare le tre cime che caratterizzano il gruppo del Crodon di Tiarfin. In mezzo alla cima centrale e alla cima est la verde forcella che consente l’accesso proprio a questa elevazione. Per salire si tratta di procedere lungo la traccia sul ghiaione in direzione della cima principale e poi tagliare su seguendo alcune tracce ripide ma non difficili. Dalla sella un percorso in cresta non particolarmente difficile consente l’accesso alla cima che oppone la sua resistenza con un ultimo tratto ripido e friabile che richiede una certa attenzione, specie in discesa. Il premio finale un gran panorama che nelle belle giornate consente di ammirare la Civetta, il Pelmo e Antelao in primo piano, fino alle Tre Cime, Croda dei Toni e oltre e poi tutte le creste dei Monfalconi da una parte, i Brentoni e le Dolomiti Pesarine dalla’altra oltre al gruppo del Bivera e Clapsavon.
Mentre facciamo sosta a studiare il ghiaione e l’accesso alla forcella verde di fronte a noi e il fantastico paesaggio aspro e selvatico della Busa di Tiarfin, delle nuvole nere e preoccupanti si impossessano della cima quasi a conferma del meteo che prevedono possibili sporadici temporali. Aspettiamo un po’ tra dubbi ed incertezze, non sarebbe bello trovarsi in cima o nel tratto friabile sotto un temporale. Il sole va e viene, forse resterà così ma …. In attesa ci muoviamo un po’ all’interno dello splendido catino roccioso, a curiosare qua e la ….. il sentiero CAI 208 scende verso Casera Tartoi, un altro segnavia 224 indica Forcella Tragonia e bivio sentiero 209, consentendo di realizzare un bell’anello per ritornare a Casera Razzo. Sulla mia carta topografica non vedo traccia del 224 e questo mi incuriosisce.
Decidiamo di non correre rischi per la salita in cima e di proseguire verso la forcella ( Palon) che è davanti a noi. Il sentiero CAI 224 è un tratto di sentiero nuovo ben evidenziato da segnavia e ometti e districandosi un po qua e là tra le roccette carsiche sale fino a sfiorare un costone che precipita verso i prati di Mediana per poi raggiungere una piccola forcella dove improvvisamente si apre un panorama del tutto nuovo sulla giogaia del Bivera-Clapsavon e sui verdi prati di Tragonia e del Col San Giacomo.
Un ultimo sguardo indietro prima di abbandonare il giardino roccioso della Busa di Tiarfin con la promessa di un ritorno futuro e poi via, giù per il ghiaione affacciati al passo della Croce di Tragonia. Terminato il ghiaione, per esile traccia nell’erba, ma comunque seguendo delle evidenti paline segnavia caliamo al passo e superato quello che resta del laghetto di Tragonia, ormai praticamente asciutto, raggiungiamo il passo in località Resumiela.
Incontrato nessuno!!!! Il silenzio e la nostra discrezione nel procedere in questi luoghi, fan si che una grossa volpe, incurante della nostra presenza, sembra passeggiare sul sentiero che circa a duecento metri da noi scende verso forcella Tragonia. Niente foto, troppo lontano e il tele è nello zaino, ma la sorpresa e l’emozione son grandi. E intanto alcune nuvole si ingrossano e mentre scendiamo verso la forestale di Casera Mediana comincia a farsi sentire il temporale. Le cime del Tiarfin e del Tudaio appaiono e scompaiono tra grossi nuvoloni neri quando il nostro arrivo a Casera Razzo coincide con le prime grosse gocce di un acquazzone.
Se fossimo andati in cima l’avremmo preso ….. Il temporale è stato breve, praticamente il tempo di una birra seduto di fuori a Casera Razzo…..e torna il sole. Va bene così !
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