Roma, Traffic.
Non capita tutte le volte di vivere emozioni così forti, ma la domenica appena trascorsa ne è stata piena testimonianza, con un ritorno alle sonorità più classiche. Parlare di New Wave Of British Heavy Metal significa fare un salto negli anni Settanta e Ottanta, ascoltare i dischi di Raven, Diamond Head, Saxon, Tygers Of Pan Tang, Girlschool e via discorrendo. Senza dubbio gli Angel Witch rappresentano in pieno l’essenza di questo movimento, nonostante il loro ricordo sia fortemente legato solamente al debutto.
Arrivo verso la fine del seti dei Cromo, quartetto lombardo a metà tra Accept e Judas Priest: l’occasione per loro è quella giusta per presentare alcuni brani dell’album di imminente uscita. Sono molto affiatati e il cantante Matteo riesce a tenere bene il palco, con una voce notevole, meglio negli acuti che in altri momenti. Prima di loro gli Hi-Gh (speed/thrash) e i Plakkaggio Hardcore: entrambe le band giocano in casa, ma come già detto la distanza non ha permesso di godermele; doveroso comunque segnalarle.
Dopo un po’ di attesa vedo entrare i Doomraiser: dalla mia ultima volta (Into The Void Fest a Bologna, 2013) sono cambiate molte cose. Innanzitutto i pezzi in sede live assumono toni più mistici, e sono sempre molto evocativi. La voce di Nicola migliora di anno in anno e anche questa volta tira fuori tanto carisma e potenza: tangibile il suo piacere nel voler comunicare col pubblico, forte invece l’impatto che provocano le ritmiche terremotanti. Riflettori puntati sul nuovo album, solo un vecchio ricordo invece Lords Of Mercy. Ho sperato fino all’ultimo per una “The Age Of Christ” a sorpresa, ma ho dimenticato in fretta il mio capriccio dopo essermi ricreduto sulla resa dei brani che conosco di meno, quelli presi da Erasing The Remembrance e Mountains Of Madness. Sempre a loro agio nella dimensione dal vivo, è un piacere rivederli e notare come il raggiunto affiatamento tra i due chitarristi regali al pubblico un’esperienza ancora più intensa.
Riguardo agli headliner e ai pareri negativi sulle precedenti date italiane, mi viene soltanto da dire che non potranno mai essere quelli di una volta, ed è normale un Kevin non in formissima con la voce. Trovarmi a poca distanza da chi ha scritto una pagina importante della musica che ascolto da tantissimi anni è un’emozione indescrivibile. Il pubblico gradisce ogni brano, ma ovviamente è con l’attesissima “Angel Witch” che il Traffic esplode in un gran pogo e in un coro che accompagna ogni singola strofa. Molto belle dal vivo anche “Into The Dark” e “Dead Sea Scrolls”, ri-registrate nell’ultimo As Above, So Below di tre anni fa, ma in realtà outtakes datate 1983/1984. Non sarà certo un grandissimo intrattenitore, Mr. Heybourne, interagisce poco col pubblico e si limita a cantare e suonare; a fine serata, tra l’altro, dopo un paio di foto scappa subito nel van. Non proprio il massimo per me, ma non sarà questo a farmi avere un ricordo negativo di questo concerto fantastico.
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