In un’intervista sul Corriere del Mezzogiorno, Alberto Angela, di recente ospite alla Sun di Santa Maria Capua Vetere, ha dichiarato il suo amore per Napoli e per Pompei, considerata dall’intellettuale “(…) il sito archeologico più bello e particolare del mondo”, rappresentando, oltre tutto, un’icona tangibile della vita romana, più della capitale, grazie ai suoi attimi di vita cristallizzati.
Il giornalista è intervenuto all’Università campana nell’ambito del ciclo “Dialoghi. Oltre le due culture”, tenendo, inoltre, una lezione per gli alunni circa tecniche, contenuti e messaggi della divulgazione televisiva.
Angela, infatti, spiega come le cifre televisive hanno confermato che il pubblico di Ulisse sia prevalentemente composto da giovani, soprattutto quelli che seguono percorsi scientifici interessandosi anche al lato artistico.
Ed è proprio una puntata di Ulisse che ha omaggiato Napoli, dedicandogli un’intera serata, assieme a Pompei.
“A renderla unica”, spiega il conduttore televisivo, parlando di Napoli, “è la cultura millenaria sopravvissuta nelle sue strade. Faccio un esempio: in pochissimi luoghi si trovano nuove generazioni che, in parte, usano ancora oggi lo stesso linguaggio e gli stessi riferimenti alla tradizione dei loro antenati. Di solito c’è un distacco, una cesura, ma a Napoli no. Questa città è in grado di assorbire lo scorrere del tempo e farlo suo. È come una bella donna che, magicamente, resta sempre nel fiore degli anni».
Tuttavia, l’amore indiscusso per la nostra terra è testimoniato dal fatto che il giovane Angela ha destinato i guadagni della vendita del suo libro, “I tre giorni di Pompei”, al restauro dell’ “Adone Pompeiano”, un bellissimo affresco conservato proprio in una villa pompeiana. L’affresco è stato così presentato al pubblico il 24 agosto, la data storicamente condivisa dell’eruzione pompeiana del 79 d.c.
Ma i soldi sono avanzati e ha pensato, immediatamente, ad un altro progetto: finanziare il restauro della “Toletta di un ermafrodita”, locato in una domus di uno dei quartieri “bene” di Pompei.
Quando il giornalista gli chiede se c’è il rischio che la malapolitica procurasse ulteriori danni al sito archeologico, Angela risponde che non esiste, a suo parere, qualcuno che voglia male a Pompei. Esiste solo un problema di coordinamento tra i vari enti.