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Angela Su: trentanove "frustate" come Cristo

Creato il 10 maggio 2013 da Sulromanzo

Angela SuIl percorso artistico di Angela Su, l’ha vista inseguire l’arte partendo da una laurea in biochimica, e approdando a forme artistiche che le hanno permesso di esplorare il corpo umano, prendendo spunto proprio dall’essere umano e dalla sua collocazione nello spazio e nel tempo.

 

In linea con questa tensione alla rappresentazione dell’umano e della sua percezione, basti vedere, nella produzione di Angela Su, i numerosi disegni: in questo senso, sono fondamentali i lavori su Robert Fludd, Anatomiae Amphiteatrum, e Paracelso, Paracelsus Garden, nei quali l’afflato immaginifico prende le mosse dal didascalismo, per superarlo in men che non si dica.

 

Altrettanto interessante il progetto One Woman Apartament che, nelle intenzioni della Su, l’avrebbe vista lavorare come prostituta, se non fossero state uccise, nello stesso mese, quattro prostitute. La mancata “opera d’arte” diventa così l’opportunità per riflettere, in un monologo in video, sull’atto creativo e sulle difficoltà realizzative.

 

Di recente, l’artista ha fatto molto parlare di sé, per l’ultima opera presentata, che ricorda in qualche modo l’operato di Marina Abramović: The Hartford Girl and Other Stories è un’opera che esiste su due piani, uno fisico, tangibilissimo, e l’altro effimero, descrittivo. Al centro la creazione, sulla schiena della giovane artista di una sorta di tatuaggio, più che altro una serie di trentanove “ferite” che rappresentano frammenti di testo tratti da preghiere. Trentanove come le frustate ricevute da Cristo nella Bibbia. Anche in questo caso, un video esemplifica nel dettaglio la “fattura”, e la carne viva e “martirizzata” diventa, allo stesso tempo, documentata e documentaria.

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