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Angela Volpini, la bimba che vide la Madonna

Creato il 01 febbraio 2014 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Era il 4 giugno 1947 quando una bambina di sette anni, Angela Volpini, raccontò di aver vissuto un’esperienza fuori dal normale. Aveva portato a pascolare le mucche del padre con alcuni amichetti e stava raccogliendo dei fiori da portare alla processione che quel giorno si sarebbe tenuta a Casanova Staffora, il paesino dell’Oltrepo pavese in cui viveva con la famiglia, quando improvvisamente sentì una persona prenderla sotto le braccia da dietro e sollevarla in aria. Convinta che si trattasse della zia, si girò e si trovò di fronte “un volto di donna bellissimo e sconosciuto”. La mistica pavese, che da quel giorno per nove anni consecutivi, fino al 4 giugno 1956, avrebbe visto altre ottanta volte la Madonna, ha raccontato a Cagliari la sua esperienza, ospite dell’associazione culturale Spazio Aperto.

Fisico minuto e aria un po’ spaurita, la signora Angela Volpini, spesso ospite di importanti trasmissioni televisive, è una persona molto riservata. Semplice ma determinata nel raccontare una storia che ha dell’incredibile e che fa storcere il naso a molti ortodossi della dottrina cattolica. Di quegli anni, in cui il paesino del pavese fu invaso da milioni di persone che arrivavano da ogni parte d’Italia per assistere alle sue estasi, tende a ricordare soltanto l’essenziale. Non le sue sensazioni e neppure i fenomeni solari simili a quelli avvenuti a Fatima e a Medjugorie che le cronache dell’epoca riportarono con tanta enfasi. Neanche la strumentalizzazione politica della sua vicenda durante un periodo cruciale per la neonata Repubblica Italiana come le importantissime elezioni del 1948. Soltanto il messaggio che Maria ha voluto affidarle.

Le apparizioni ad Angela Volpini

“Sono venuta per insegnarvi la via della felicità sulla terra”. Queste, secondo il suo racconto, sono le prime parole che la Madonna avrebbe rivolto alla piccola Angela Volpini, prima che i suoi amichetti la vedessero incredibilmente sollevarsi da terra per poi scappare atterriti dai genitori dicendo che Angela era “morta in aria”. Dopo quell’episodio, in quell’interminabile periodo di nove anni, la bambina è stata esaminata da una sfilza di teologi e psichiatri che alla fine conclusero che Angela Volpini era sana di mente e in buona fede. La Chiesa, d’altronde, non ha ancora riconosciuto ufficialmente la veridicità di quell’episodio, ma nel 1957 nel luogo delle apparizioni il Vescovo di Tortona decise di far erigere una chiesa, la cosiddetta Chiesa del Bocco.

Angela Volpini incontro Cagliari
«Maria è venuta a dirci una cosa straordinaria, una cosa che non era stata mai detta prima – ha spiegato la signora Angela Volpini – e cioè che la sua vicenda umana può essere come quella di ognuno di noi. Maria ha messo in pratica tutte le possibilità che un essere umano può avere. Se Gesù è Dio che diventa uomo, Maria rappresenta l’umanità divinizzata: questo non è un privilegio ma è anche una nostra possibilità».

Anche a Cagliari Angela Volpini, la cui storia ricorda da vicino quella di Adelaide Roncalli, altra bimba che a Ghiaie di Bonate nel bergamasco disse di aver avuto  delle apparizioni mariane, ha tenuto a spiegare qual è l’essenza del messaggio che gli è stato rivelato. «Dentro ogni essere umano esiste il desiderio di dare un senso alla sua vita, di essere se stesso e vivere in un mondo di fraternità e di amore. Lo stesso desiderio che Maria ha portato a compimento con il suo Si e che ha portato alla divinizzazione della sua umanità. Ecco: Maria dice che tutti abbiamo la capacità di fare come ha fatto lei. Maria ha compreso che attraverso la propria scelta dava inizio a una nuova storia dell’umanità, la storia della consapevolezza di sé e della relazione amorosa e originale di ogni persona con il proprio Creatore e con ogni altra creatura. E’ questo che può veramente cambiare il mondo».

Dopo quei nove anni di intense comunicazioni la piccola Angela Volpini – che nel frattempo ha dovuto anche abbandonare la scuola dove frequentava la terza elementare – ha dedicato tutta la sua vita a condividere con gli altri la sua esperienza. Si è fatta una famiglia e ha fondato – proprio dove prima sorgeva la sua vecchia scuola – il centro di “Nova Cana”, dove ancora oggi incontra persone che stanno cercando se stesse. «In tanti anni – ha detto – ho appurato che ogni essere umano ha la stessa esigenza di infinito e di amore, ed è questa la traccia che Dio ha lasciato in noi e che ci aiuta a trovare il senso profondo della vita».

Angela Volpini Cagliari
A una signora che le chiedeva che cosa ha provato durante le apparizioni Angela Volpini ha risposto «dolcezza e bellezza infinita. Ho avuto la tentazione di abbandonarmi e vivere da sola il rapporto con lei. Ma l’amore significa dare agli altri questa gioia e condividerla con più persone possibile». Poi ha ricordato il suo rapporto con le gerarchie ecclesiastiche che da sempre guardano con molta prudenza questo tipo di esperienze. «Capisco perfettamente la diffidenza della Chiesa – ha spiegato -: finché i veggenti sono in vita è quasi impossibile che la Chiesa riconosca delle apparizioni: è la prassi. D’altronde è difficile trovare l’equilibrio tra la visione generale che dà la Chiesa e quella particolare, soggettiva, vissuta da ciascuno di noi. Un equilibrio che si trova in maniera evidente analizzando interamente le vite dei mistici».

Angela Volpini ha raccontato una Madonna, non bionda e con occhi azzurri come viene spesso dipinta, ma di una bellezza “mediterranea” che chiede agli uomini di avere il coraggio di trovare il bello in ogni cosa. «Maria ci chiede di avere fiducia in noi stessi e negli altri. Di comunicare tra noi gioie e speranze e non solo pessimismo. Certo, è difficile ma dobbiamo provare a farlo, a dare spazio alle cose belle. Maria mi ha insegnato a pregare perché gli esseri umani riescano ad essere se stessi. Lei lo ha fatto, rompendo con la tradizione ebraica. La sua scelta, il suo Si la avrebbe potuta portare ad essere lapidata, ma ha avuto coraggio. Dobbiamo chiederle di aiutarci ad avere quel coraggio e a capire che noi stessi e gli altri siamo fondamentalmente buoni. Per spezzare la catena di disfattismo che sta distruggendo il mondo».

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