Di fronte alle minacce vere o supposte che gravano sui destini di questo Paese - mafie, terrorismi, migrazioni bibliche dal Terzo Mondo, rom, manifestanti vari, comitatini, no tav - constatare che la sicurezza nazionale è nelle mani di Angelino Alfano, l'uomo "senza quid" secondo Berlusconi (tradotto in termini comprensibili: una nullità politica), non dovrebbe far dormire a nessuno sonni tranquilli. Anche perché costui ha il compito istituzionale di sovrintendere alla regolarità delle consultazioni elettorali. Se davvero i guerrieri dell'Isis decidesse di far abbeverare i propri cammelli alle fontane di Piazza San Pietro le nostre Autorità svolgerebbero il ruolo di inerti e passivi spettatori. Salvo poi, il giorno dopo, Ministri Prefetti e Questori invocare Daspo internazionali (quanto è fico citare 'sto Daspo: lo faceva pure Renzi riferendosi a corrotti e corruttori mentre scriveva personalmente l'ennesimo condono su falso in bilancio ed evasione fiscale), deprecare le norme europee, giustificarsi con l'alibi di aver evitato il peggio. La storia politica di Angelino Alfano (non solo, ad essere onesti, quella di Angelino Alfano) è emblematica dell'abisso morale in cui è precipitata l'Italia: cresciuto nel vivaio politico siciliano con annesse e immancabili ambigue frequentazioni, Ministro della Giustizia di Berlusconi perché considerato leale esecutore dal capo (e autore di uno dei famigerati Lodi "tana libera tutti", firmati immancabilmente da Napolitano e cassati perché illegittimi dalla Corte Costituzionale), delfino per finta del padrone di Forza Italia e poi scissionista insieme ad emeriti personaggi come Formigoni, Giovanardi e Sacconi a sostegno provvidenziale, per volontà di chissà quali oscuri poteri occulti, dei governi Letta e Renzi, scivolato - come si ricorda sul blog di Beppe Grillo - da responsabile degli Interni, mettendo insieme in un mix letale arroganza ed incompetenza, su di una serie infinita di bucce di banana.
Roma messa ferro e fuoco (e una fontana del Bernini danneggiata irreparabilmente) dai barbari olandesi del Feyenoord (ma come gli inferiori sono napoletani, siciliani, arabi, zingari e poi le cose più orrende le commettono i sudditi delle civili democrazie del nord Europa basti ricordare, limitandosi all'ambito calcistico, all'Heysel?) è solo l'ultima perla del nostro Angelino. Si impiegano enormi quantità di soldi pubblici per intelligence e forze dell'ordine ma nessuno evidentemente si era reso conto di chi stava venendo in Italia: eppure sarebbe bastata una ricerchina su google per apprendere che i barbari olandesi si erano resi protagonisti di "imprese" simili a quelle di Piazza di Spagna già nel 2006 in Francia a Nancy. Sarebbe però un errore pensare che è tutta colpa della "sciatteria" dei responsabili della sicurezza nazionale. Esiste una volontà politica in base alla quale il calcio deve essere lo sfogatoio del malessere sociale, tollerato perché non pericoloso per la tenuta del sistema e nel contempo vivaio di una manovalanza criminale e politica che potrebbe tornare utile qualora fosse necessario sovvertire, anche nominalmente e non solo sostanzialmente come già ora avviene, le regole democratiche e doversi servire di squadracce addestrate a colpire i nemici politici. Quei tifosi andavano presi all'aeroporto, "accompagnati" allo stadio e rispediti a casa appena finita la partita per impedire che invadessero il centro di Roma causando danni per milioni di euro. Ciò che è stato consentito ai tifosi del Feyenoord e che viene consentito settimanalmente ai tifosi di tutta Italia grida vendetta quando si pensa alla gestione del cosiddetto ordine pubblico del G8 a Genova nel 2001 (la macelleria messicana), alle manganellate feroci con cui si colpiscono studenti e operai nelle manifestazioni di protesta, alla criminalizzazione terroristica (a cui partecipa anche il "democratico" Giancarlo Caselli) della protesta no-tav in Val di Susa. E Renzi che afferma che l'Olanda deve vergognarsi per ciò che è successo perde ancora una volta l'occasione per stare zitto: siamo ancora una volta noi italiani a doverci vergognare per la totale incapacità dei nostri governanti di difendere la nostra storia e gli interessi e i diritti delle persone.