In un weekend senza manco football americano in pausa pre Superbowl, lontana la stagione AFL, l'addicted alla palla ovale in crisi di astinenza non può contare nemmeno sulle soporifere trasmissioni alle sette di mattina del sabato: il rugby australe è ancora immerso nelle vacanze, o meglio nella preparazione del suo Torneo d'Apertura, il SuperRugby che "scatterà" (per i giornalai nulla parte o inizia, può solo "scattare") tra quindici giorni.
Il rugby Pro europeo del weekend è limitato alla Coppa Anglo-Gallese, reperto tenuto in vita dalle Leghe e Federazioni: da parte gallese perché hai visto mai con 'sta Celtica e 'sti chiari di luna, da parte inglese perché ogni tanto può essere interessante immaginare scenari espansivi.
Il torneo non è di primissima categoria ma nemmeno di serie B; si differenzia nettamente dal similare British and Irish Cup, competizione a 32 squadre di tutte le Isole ma limitato al SemiPro (del Championship inglese, della Welsh Premier Division, le prime 4 della Scottish Premiership e le squadre A delle quattro franchigie irlandesi). Infatti chi alzi l'Anglo-Welsh Trophy da qualche anno sponsorizzato LV= , ha un posto riservato in Heineken Cup, oltre a vincere qualcosa in un anno magari magro di risultati su altri fronti (campionato, coppe europee).
Non a caso la finale dell'anno scorso fu Leicester-Northampton (Tigri vincenti 26-14), l'anno prima vinse Gloucester, dopo i Saints reduci dal successo in Euro Challenge e il Cardiff prima di vincerla. Un'altra valenza del torneo è che mette in mostra i giovani, visto che le partite si giocano in concomitanza delle pause internazionali.
Siamo giunti alla terza giornata, nel prossimo weekend si disputerà la quarta e ultima della fase a gironi tra tutte le 12 inglesi di Premiership e le quattro franchigie celtiche gallesi, divise in quattro gironi da quattro squadre; dopodiché saranno semifinali in primavera tra le prime di ogni girone.
Ci riserviamo di illustrare la prossima volta il meccanismo per "proteggere" le quattro gallesi, invero negli ultimi anni poco "pungenti" nei confronti dei club inglesi, anche perché i loro giovani, per necessità fatta virtù sono costretti a gettarli tutti e subito nel calderone Pro12 e Coppe.
[Inciso per illustrare le difficoltà attuali del rugby gallese: un po' di infortuni concentrati in seconda linea e l'assenza di alternative han messo in difficoltà lo staff della nazionale gallese, al punto da spingerli a concedere in tutta fretta la "cittadinanza" e inserire nei convocati Olli Kohn degli Harlequins, Carneade nato a Bristol di là del ponte sul Wye ma che forse (testuale: maybe) aveva nonni gallesi].
Veniamo alle partite del terzo turno.
Round 3 - January 25-27
Harlequins 23 - 6 London Welsh
Bath Rugby 16 - 5 Exeter Chiefs
Newport Gwent Dragons 18 - 14 Ospreys
Northampton Saints 26 - 7 Gloucester Rugby
Sale Sharks 36 - 17 Scarlets
Leicester Tigers 34 - 8 London Wasps
Saracens 19 - 11 Cardiff Blues
London Irish 46 - 24 Worcester Warriors
Vi/ci risparmiamo le cronache singole; di notevole, quasi epocale da segnalare c'è la prima partita ufficiale dei Saracens nella nuova casa, l'Allianz Park di Barnet, il primo campo in sintetico del rugby Pro; esordio vincente, procurato dal piede di Nils Mordt, esperienza al posto dell'impegnato Owen Farrell, che coi suoi piazzati "spegne" la meta marcata nel primo tempo dal seconda linea del Cardiff Robin Copeland (è irlandese di passaporto, quindi i gallesi non han potuto convocare anche lui). Nel finale meta togli-bonus dell'ala James Short, un doppio tesseramento Bedford (dove gioca abitualmente)-Saracens.
Tre le mete per le Tigri contro una delle Vespe, assenti per impegni in Italia sia Castrogioavanni che Masi.
Sono addirittura quattro le mete degli Sharks agli Scarlets che ne marcano due; notiamo che le squadre gallesi fanno il pieno di cartellini gialli nella giornata (nove in tre partite), un chiaro segnale di scarsa esperienza e abitudine al ritmo in campo.
Anche i London Irish come Sale approfittano del torneo per togliersi soddisfazioni che in campionato latitano: rifilano sei mete ai Warriors che rispondono comunque con tre; hat trick per l'ala 20enne Marlan Yarde e a brace per il pilone tongano Halani Aulika.
Due italiani in campo in Saints-Gloucester, purtroppo dalla parte perdente: Dario Chistolini è pilone titolare, mentre compare finalmente Tommaso d'Apice dalla panchina, dove comunque sta seduto tra Mike Tindall e Jimmy Cowan: ne ha da apprendere, anche solo per osmosi ...
A Bath infine si segnala l'appena reclutato veterano irlandese Peter Stringer, che entra a fine del primo tempo e marca le due mete della gara, senza quasi aver avuto il tempo di passare dall'albergo.
In classifica con una sola partita ancora da giocare (questo weekend), i Quins sono leader del primo girone con 4 punti di vantaggio sui Chiefs, mentre negli altri tre la situazione è ancora molto aperta.