Nel 2011 l’interscambio commerciale complessivo dell’Italia con l’Angola , ha raggiunto un valore totale di 1 miliardo e 725 milioni di euro, con un incremento percentuale pari al 252% rispetto al 2010.
Il dato, rilevato dall’ISTAT , è stato determinato in particolare dalla crescita esponenziale dalle forniture di greggio angolano all’Italia, passate da un valore di circa 250 milioni di euro nel 2010 ad un totale di oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro nel 2011, a seguito delle difficoltà di approvvigionamento dalla Libia e dall’Iran.
Incluse altre voci doganali (in particolare pietre dure ornamentali e rame) l’import complessivo dall’Angola ha totalizzato 1 miliardo e 486 milioni.
Il punto debole della catena è come al solito la continua necessità di petrolio, ma anche le esportazioni dall’Italia.
Le esportazioni italiane verso questo Paese sono ugualmente cresciute , sia pure su livelli più ridotti (+5,84%) per un valore di circa 240 milioni di euro. Al primo posto si collocano i macchinari e le attrezzature industriali (88 milioni), seguiti da prodotti petroliferi raffinati (54 milioni) e dai prodotti alimentari (43 milioni), che fanno registrare un significativo incremento percentuale, superiore al 40%. Ancora contenute in valore, ma con una dinamica positiva, le esportazioni di veicoli da trasporto. In calo invece il dato riguardante i prodotti dell’abbigliamento e i mobili. Ma in questo caso le rilevazioni sono poco significative in quanto non tengono conto del commercio effettuato attraverso triangolazioni dal Portogallo e dal Sud Africa.
Si deve fare di più per compensare l’incremento dell’import e la competitività del nostro Paese nel continente africano, soprattutto con l’avanzare della Cina. I prodotti cinesi, meno cari, prenderanno il sopravvento anche nei nostri settori tradizionalmente di punta.
L’articolo citato è tratto da: Diplomazia Economica Italiana – n. 4 – 5 giugno 2012