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Angolo dell'esordiente: Camilla Morgan Davis

Creato il 28 ottobre 2010 da Weirde

Non solo gli americani possono scrivere romanzi urban fantasy, anche l'Italia ha tanti giovani autori che si cimentano in questo genere:
Angolo dell'esordiente: Camilla Morgan Davis
Titolo: Il canto della notte
Autore: Camilla Morgan Davis
Editore: Zero 91
Data di uscita: 28 ottobre
Sito del libro: http://www.camillamorgandavis.com/
Trama
: È una giornata qualunque. Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma. In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo. Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così. La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne. Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà?
Anteprima dell'incipit
Appena un quarto di Luna Nuova fece capolino nel cielo notturno, una ragazza dai lunghi capelli neri uscì di nascosto, saltando giù, con un balzo, dalla finestra della sua camera. Nel bosco che apparve come una corte di cristallo raggelata dall’inverno, preferì restarci da sola. Non le piaceva condividere quei momenti con nessuno. Se i suoi genitori adottivi l’avessero scoperta, sicuramente non le avrebbero risparmiato rimproveri e la solita lunga ramanzina. Era pericoloso, lo ripetevano sempre. Ma la ragazza dai lunghi capelli neri di poche cose aveva paura, e né la notte né il bosco rientravano fra queste. La Luna, per quanto incapace di riscaldare come il sole, illuminava gli alberi con netti contrasti e la sua luce permise alla ragazza di avanzare con decisione. Il buio tentò di possederla come se padroneggiasse mani e palmi di cera pronti a sfiorare, toccare e forse rapire. Una falce con la gobba rivolta a destra sfavillò fra le nuvole grigie quanto il piombo e la ragazza sollevò la testa, scrutandola, e vi riconobbe un’amica a cui essere devota. La neve brillò sprigionando una polvere azzurrina, simile alla luna stessa quando cambia il tempo. Avvolti dalla sua spire, i contorni degli alberi e i ghiaccioli sui rami sembrò che prendessero a fluttuare. La ragazza li sfiorò correndo, tagliando il vento con il suo stesso corpo, diventato simile ad una lama. Si fermò soltanto quando fiutò una preda frusciare tra i cespugli, ma la lasciò scomparire fra le ombre. Raccolse radici oramai morte di fiori selvatici ai piedi di una quercia profumata. Una sorgente di acqua ricoperta da uno strato di ghiaccio gorgogliò non lontano. La raggiunse fermandosi per bere e ricominciò a correre. Le gambe, forti e sicure, la indussero a pensare che correndo avrebbe potuto raggiungere qualsiasi luogo, arrivare ovunque lei desiderasse, anche se ignorava i labirinti del mondo, le sue vie, i suoi rifugi, i pericoli. Anche se non sapeva cosa avrebbe potuto o dovuto desiderare. Perdersi senza dover chiedere scusa, questo sì. Per il tempo necessario, non un minuto di più. Respirare su un volto disegnato nelle neve. Immaginare qualcuno, simile a lei, in grado di respingere i suoi timori tenendola per mano. Si guardò intorno. Nessuno accanto. Né oggi né ieri, forse mai.


Una cornice fantasy per tanti temi di bruciante attualità come l’inquietudine degli adolescenti, la necessità dell’integrazione, le regole del “branco”, la diffidenza e il pregiudizio nutrite nei confronti di chi non ci somiglia.
L'autrice sarà presente al Lucca Comics il 30 ottobre:
http://lucca2010.luccacomicsandgames.com/index.php?id=365


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