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Angusto agosto

Creato il 05 agosto 2010 da Sogniebisogni
Angusto agosto

Ricordatevi la crema solare...

Dovrei solo parlare male del mese di Angusto, una specie di collo di bottiglia purgatoriale dal quale sembra che ogni anno debbano passare le esistenze di tutti i reprobi che ancora albergano, vanamente deambulanti, nell’infernetto cittadino. Ho sempre schifato questa specie di sincope che porta i mesi del calendario italiano al numero incongruo di 11. Un mese inesistente, dedicato alle sagre coi fagioli in piazza, al teatro plautino più becero, al Palio, alle repliche televisive, alle chiappe chiare, al last minute e alle scissioni nella maggioranza. Insomma un mese di aberrazioni, durante il quale il corpaccione moribondo della società italiana viene tenuto sospeso in una specie di incantesimo mesmerico, in attesa di disciogliersi nelle solite convulsioni senza costrutto degli autunni caldi. E infatti Angusto è arrivato e si porta dietro questo e altro. Bloccato nella metropoli sudaticcia da un profluvio di incombenze bagatellari (fra le quali l’ennesimo trasloco), mi balocco fra la lettura di quotidiani e le passeggiate serali con l’amico Fritz nel quadrilatero di Campo de’Fiori, dove si concentra la marmaglia costretta a trascorrere ignominiosamente il proprio tempo lontana dagli svaghi stagionali. Anche comprare un chiodo in questo periodo richiede accurate ricerche su internet e un viaggio periferico alla scoperta di qualche negozietto dove vegetano commessi trafitti dalla noia o anziani commercianti che preferiscono abbarbicarsi al loro esercizio con aria condizionata piuttosto che incolonnarsi con il resto della famiglia sulla strada di Ladispoli.

Eppure alla fine forse ha un senso anche questa sincope. Farci apprezzare più il tran-tran o semplicemente il rumore ticchettante di un acquazzone notturno. Permetterci di tirare le somme o il fiato in un tempo che dura più di un fragoroso capodanno. Dunque almeno il mio blog per ora non entra in coma diabetico e rimane con voi fino a che è possibile. Lenti e striscianti usciremo anche di qui. A riveder le stelle.




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