Published on ottobre 1st, 2014 | by radiobattente
0Lo scenario: una spiaggia solitaria del Mare del Nord e una sorta di scheletro che cammina sulla sabbia, simile a quello dei dinosauri che si vedono nei musei di storia naturale. No, non siamo su un altro pianeta.
Lo scheletro misterioso è quello di uno degli Animaris Percipiere di Theo Jansen, opere d’arte cinetiche parte dell’ampio progetto Strand Beest che l’artista olandese porta avanti da molti anni.
È difficile stabilire cosa rappresentino le sue opere. Sono scheletri di animali in grado di camminare, muovere parti del corpo, addirittura respirare e in certi casi pensare.
A cavallo tra ingegneria e arte, queste sculture sono nuove forme di vita, scheletri di Pvc giallo che, grazie al vento, si muovono autonomamente. Ogni Strand Beest (letteralmente animale da spiaggia) è dotata di un meccanismo, una sorta di stomaco creato con bottiglie di plastica vuote collegate a delle pompe da bicicletta, che a loro volta sono comunicanti con delle “ali”, vele che si muovono con il vento. Queste ali, sbattendo, caricano le pompe, che soffiano aria dentro le bottiglie fino a che ne sono piene. Ecco allora che i tubi in Pvc, sospinti dall’aria compressa, cominciano a muoversi, e, grazie al design ingegneristico che Theo Jansen ha migliorato anno dopo anno, camminano, alzano la testa, spostano la coda, sbattono le ali. Ma oltre a queste capacità, questi animali da spiaggia hanno imparato ad aggirare gli ostacoli: attraverso dei sensori riescono a percepire l’acqua, evitando di raggiungere l’acqua del mare o camminare sulla sabbia troppo secca, che rischia di affossarle. Possono memorizzare addirittura i percorsi grazie ad un contapassi che registra distanze e spazi.
L’artista olandese afferma: “I confini tra arte e ingegneria esistono solo nelle nostre menti”. Guardate un po’ e capirete perché.
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