"Abbiamo aperto una nuova pagina". Così il ministro degli esteri Davutoğlu ha salutato la ripresa in grande stile dei rapporti ai massimi livelli tra Iraq e Turchia; nelle scorse settimane c'erano già stati contatti e visite esplorative, il capo della diplomazia di Ankara si è recato in Iraq il 10 e 11 novembre per un ampio giro di consultazioni: e ha posto le basi per un doppio incontro tra i rispettivi primi ministri - Erdoğan e al-Maliki - prima in Turchia e poi in Iraq, a partire da dicembre o gennaio.
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Le conseguenze rilevanti della visita di Davutoğlu sono essenzialmente tre: l'intensificazione dei rapporti commerciali anche attraverso l'apertura di nuovi passaggi di frontiera e l'attivazione di nuovi voli, oltre alla ripresa dei preparativi per un nuovo Consiglio dei ministri congiunto dopo quelli del 2009 e del 2011; una possibile intesa a tre - Ankara, Baghdad, Erbil (la capitale della regione autonoma curda) - sulle pipelines energetiche; un comune impegno contro il "settarismo", i gruppi estremisti che hanno preso il sopravvento sull'opposizione democratica in Siria e compiuto atti terroristici a catena - i più sanguinosi dal 2008 - in Iraq.
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