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Anna

Creato il 08 novembre 2010 da Robydick
Anna1951, Alberto Lattuada.
Drammone romantico d'altri tempi, ma che drammone! E che attori...
Tra i film da mettere in carnet, lo avevo in mente da tempo, poi averlo visto citato in "Caro diario" di Moretti mi ha dato il La.
Anna è una sorella, mancano solo i voti per diventare suora ma la sua superiora attende una sua definitiva decisione a riguardo. Lavora e vive in un ospedale (l'ho riconosciuto e ho indagato per conferma, è il Maggiore di Milano, noto anche come Niguarda, dal nome della zona). Non esce mai di lì, una sorta di clausura. E' infermiera amata, capace e operosissima. Chiaro da subito che la sua è una vocazione tardiva e frutto di amare esperienze.
Con pochi e lunghi flashback scopriremo che prima era una cantante di locali notturni. Amante e in qualche modo ricattata dal barista del locale, incontrerà un uomo del quale s'innamorerà, completamente perso per lei, un'amore da favola, solo che a causa del barista, ostinato nel non perderla, accadrà qualcosa di grave. In seguito a questo...
Prima di un finale splendido, di morte e rinascita, una scelta dolorosa che sarà vittoria e non sconfitta, potremo vedere tante storie, compreso anche cosa significava ritrovarsi in un ospedale ai tempi, come malato e come operatore. Silvana Mangano, della quale purtroppo non sentiamo la voce perché fu doppiata, è di bravura e bellezza indescrivibili (mai sarò obiettivo con lei, innamorato folle come sono), con quel doppio ruolo poi emerge come in 2 facce della medaglia.
Bellissimo film, me lo sono goduto, mi sono lasciato coinvolgere e commuovere dalla vicenda con piacere, edificante e moralista se vogliamo, eppure non volgarmente tale.
Una riflessione, ispirata dalla casualità d'aver visto questo film e letto questo articolo dell'amico Harmonica. Riporto anche un pezzo, alla lettera anche se decontestualizzato: "Del resto in questa Italia di barzellettieri e cafonauti pare che da tempo sia bandita ogni forma di intimismo, di emozione e di romanticismo, troppo occupati come sono a farti credere che siano cose da perdigiorno." .
E' una sacrosanta verità che faccio mia, e rincaro la dose sui film. Da molti anni a questa parte questo genere di storie sembra appannaggio esclusivo di telenovelas e fiction tv, porcherie che quasi mai hanno un valore cinematograficamente misurabile. E' la verità, e anche nei film da botteghino spesso ci troviamo di fronte a polpettoni terrificanti, ne cito uno su tutti da esempio, per far capire cosa intendo: il Titanic di Cameron. Non è facile, mi rendo conto, ma non si pensi che Anna m'è piaciuto solo perché, essendo del 1951 ed italiano, ho utilizzato un metro di giudizio ammorbidito. Il dramma, interiore e nei fatti, deve essere realistico e ben rappresentato, le inquadrature nette, la musica non deve sdolcinare, una somma di cose, non ultima la direzione e recitazione degli attori, che ti porta a coinvolgerti ed appassionarti seriamente, non a fare sogni, non so se sono riuscito ad esprimermi.
Voglio chiudere la riflessione in bellezza, citando un ottimo esempio di fiction, splendida eccezione di qualche anno fa, poco noto: "Il figlio della luna".
Qualche frame è doveroso.

Anna

adoro le architetture "impero", a Milano ce n'è diverse


Anna

se la madonna esiste, non potrebbe essere più bella di Silvana Mangano


Anna

Raf Vallone, e non si dica che non dedico immagini alle donne che visitano il blog


Anna

Vittorio Gassman, il barista, altro bocconcino per signore


Anna

una cartolina, ancora quella architettura minimalista e solenne che amo


Anna

è Il momento cruciale, quella ringhiera che costringe non è chiusa ma è peggio che se lo fosse


Ed ecco a voi "el negro zumbon" !


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