Assieme a Guerra e Pace, il capolavoro più noto di Lev Tolstoj è Anna Karenina, storia di passione e prigionia, in cui la bella protagonista, intrappolata in un matrimonio infelice fatto di ripetitività e convenzioni da rispettare agli occhi della società, viene travolta da un amore totalizzante per il giovane ufficiale Aleksjéj Vronskij, che si invaghisce a sua volta di lei. Dal tentativo di segretezza ai richiami autoritari del marito (che, significativamente, ha lo stesso nome dell'amante), dalla lacerazione interiore dovuta alla separazione dal figlio, unico frutto amato del suo matrimonio, fino alla distruzione del sogno d'amore tanto dolorosamente coltivato, l'autore descrive con realismo e sensibilità un dramma intimo e sociale allo stesso tempo.
In Anna Karenina, Lev Tolstoj si dimostra un abile indagatore dei moti interiori della protagonista e delle dinamiche di orgoglio e vergogna che muovono il mondo in cui i suoi personaggi vivono: la sua abilità narrativa compone con solennità e profondità il dramma di Anna, moglie infelice, amante passionale e, infine, donna soverchiata dal peso della sua stessa felicità, fatalmente connessa al dolore in un ossimoro che non lascia via di scampo.
Scorrendo le pagine del romanzo, entriamo in uffici governativi, teatri e palazzi, gli spazi delle soffocanti convenzioni sociali che spingono Anna alla frustrazione e all'autodistruzione; ma godiamo anche dell'intimità delle stanze in cui si consumano i suoi amori con Vronskij e usciamo nei giardini che, con la loro luce, offrono uno spiraglio alla fragile gioia della donna.
Tuttavia, mentre Anna percorre la china discendente della propria storia di donna e amante, Kitty (la giovane sorella della cognata di Anna che si è vista sottrarre Vronskij dalla bella protagonista) e Konstantin risalgono lungo la strada della felicità, diventando i cardini di un sistema autentico di sentimenti e devozione. Le due vicende, pur intrecciandosi, sono destinate a proseguire lungo due binari di scorrimento opposti: all'iniziale cammino di Anna verso la gioia dell'amore fa da contraltare il tormentato rapporto fra Kitty e Levin, eppure il progredire della narrazione offre a questi ultimi quella realizzazione dell'amore e dei desideri che ad Anna è fatalmente preclusa.
Il'ja Efilomovic Repin, Ritratto di Tolstoj (1887)
«Ogni volta, in qualunque momento le avessero domandato a cosa pensava, poteva rispondere senza errore: a una cosa sola, alla sua felicità e alla sua infelicità»
C.M.
NOTE:La rubrica La decima Musa ospita la recensione del film di Joe Wright tratto dal romanzo.