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Annales: la bomba atomica

Creato il 31 luglio 2012 da Lundici @lundici_it

Si è sicuri di credere che quando Enola Gay Haggard partorì Paul nel 1915, lei non avrebbe mai immaginato che la sua creatura sarebbe stata il braccio armato della distruzione di massa.

Si figuri poi se Enola, un’americana del secolo scorso, avrebbe mai potuto prevedere che il cucciolo appena dato alla luce avrebbe spinto il mondo, per la prima volta nella Storia, a ragionare seriamente sulla sua possibile fine.


Questa rubrica si ispira ai metodi di una corrente della storiografia che identifica le cause del divenire storico negli ampi movimenti economici, politici e sociali che trascendono i singoli uomini e/o che coinvolgono diverse generazioni.
Ogni contributo della rubrica riassume e “iconizza”, in antitesi con i dettami della scuola delle Annales, in un singolo fatto o personaggio l’accadimento descritto.Se volete contribuire, mandate il pezzo alla redazione.

cambiò il mondo in poco piú di 50 anni
first-strike
un convitato di pietra: la Bomba

A differenza della macchina a vapore, la Bomba provocò invece una rivoluzione  piú intellettuale e mentale che pratica e concreta. La vita, dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino, certamente cambiò per effetto della seconda rivoluzione industriale o della rivoluzione verde, ma cambiò in profondità e radicalmente la percezione dell’uomo di sé, introducendo un fattore di impredicibilità e fatalismo nell’esistenza di tutti. Tutto a causa della bomba.
La fine del mondo, dell’umanità.
Un concetto tutt’altro che nuovo, già conosciuto da millenni da fedeli di tutti i tipi. Come in molti casi però, la realtà superò qualsiasi fede/fantasia.
La fine del mondo esiste e gli uomini stessi possono deciderla. Ora.
L’uomo aveva inventato una tecnologia capace di far finire il mondo.
Come conseguenza del peek sulla fine del mondo fornito dalla Bomba con i fatti di Hiroshima nel 1945, cominciò ad inculcarsi nella mente degli esseri umani un concetto di morte globale, di morte totale. La morte, istantanea e per tutti, era lì, e non in qualche libro polveroso o nelle parole di qualche profeta.
Da allora in poi, nessun essere pensante ne avrebbe potuto prescindere.

Ai giorni nostri, non se ne parla piú.
Forse perché le ultime generazioni sono nate con la minaccia nucleare, piú probabilmente a causa della straordinaria capacità d’adattamento dell’essere umano. In effetti, nessuno più si stupisce che un pezzo di ferro possa volare contenendo degli uomini, o che non sono il sole e gli altri pianeti a girare intorno alla Terra.
Eppure, anche ignorando la portata intellettuale, il tema è attualissimo: centinaia e centinaia di bombe capaci di annientare il genere umano sono sotterrate in bunkers sparsi per il mondo, cresce il numero dei Paesi che la possiedono e di conseguenza il numero degli uomini che possono scatenare l’ultimo disastro; scienziati nucleari vengono uccisi a causa della Bomba mentre Israele scatena la prima pura cyber-war contro l’Iran per cercare di impedire agli iraniani di fabbricarsela.

Dopo la bomba atomica nulla è stato, è e sarà come prima.
Ma, soprattutto, non sappiamo per quanto sarà.


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