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Annapurna Circuit ( Prima Parte )

Creato il 07 marzo 2014 da Dharmabum

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AVVICINAMENTO: KATHMANDU-BESISAHAR

Ci sono due opzioni per raggiungere Besisahar da Kathmandu: l’autobus localone diretto dal new bus stand oppure si puó prendere uno dei tanti bus turistici per Pokhara che partono da Thamel, farsi mollare a Dumre e infine fare l’ultimo tratto con minbus collettivi. Il bus localone é piú economico anche se devi andare al bus stand in taxi, quindi considerando che é piú lento e scomodo non c’é un gran guadagno. Io non ho avuto scelta perché c’era uno sciopero di vari giorni e gli unici mezzi disponibili erano i bus turistici. Per il minibus dell’ultimo tratto c’é il classico sovrapprezzo per stranieri.

PRIMO GIORNO: BESISAHAR-BAHUNDANDA (6 ore)

Primo giorno piuttosto tranquillo e meno faticoso del previsto, malgrado la salita finale a Bahundanda abbastanza ripida e sotto un sole cocente. Ormai quasi tutti i trekkers prendono una jeep privata e si fanno portare almeno fino a Jagat, risparmiando cosí un giorno di trekking: io invece sono qui per camminare e preferisco farmi un giorno di piú anche nelle “lowlands” che regalare soldi ad agenzie e autisti. Tra l’altro é una camminata piú che gradevole tra risaie terrazzate e bei villaggi tradizionali, con una discreta vista sui colossi del gruppo del Manaslu che sembrano giá enormi malgrado siano ancora piuttosto lontani. C’é da fare un pezzo sulla strada ma ho incrociato solo un paio di jeep. Lasciato il bel villaggio di Bhulbhule che si raggiunge con un ardito ponte sospeso ( il primo di una lunga serie ) dopo un po’ si lascia la strada principale e si inizia a salire su una carrareccia che ci porta alla base della collina dominata da Bahundanda. A questo punto c’é da sudare ma la salita non é molto lunga. Bahundanda é davvero un bel villaggio. Non si vedono le grandi montagne ma in compenso domina uno stupendo anfiteatro di colline tutte terrazzate per coltivare il riso. In piú ci sono belle case tradizionali colorate e gente simpatica. Quasi tutti quelli che passano da queste parti vanno nella guesthouse “consigliata dalla lonely planet”: per me invece questi sono i posti da evitare, visto che per esperienza so che gli standard di queste guesthouses sono simili e preferisco dare i miei soldi a chi ha meno giro. In piú in questi lodge popolari se non ti bevi almeno 3 o 4 birre ( che costano il doppio che in cittá) e non mangi la roba piú cara del menu ti trattano come un pezzente. In serata conosco due simpatici tedeschi che vengono a fare treks qui in Nepal da piú di 20 anni e anche loro la pensano come me. Secondo uno dei due il trekking turistico, soprattutto quello dei grupponi, sta letteralmente uccidendo il vero spirito “alpino” di questi itinerari. Qualche mese fa girava la voce che le autoritá nepalesi stavano prendendo in considerazione l’ipotesi di vietare i trekking indipendenti e imporre la guida obbligatoria: sarebbe davvero la resa definitiva al turismo e la fine di un’epoca.

Nel villaggio fervono i preparativi per le elezioni di domani, alcuni uomini stanno preparando il seggio nella piccola scuola elementare. I maoisti sono favoriti ma ci sono forti preoccupazioni per possibili rivolte o attentati. In ogni caso non si saprá il vincitore prima di una settimana/10 giorni

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SECONDO GIORNO: BAHUNDANDA-CHAMJE (5 ore)

Giornata nel complesso meno interessante della prima e anche piuttosto faticosa soprattutto a causa del caldo. Da Bahundanda si scende per una ripida scalinata in lastricato e poi attraverso le risaie si raggiunge prima il bel villaggio di Ghermu e quindi si attraversa il Marsysangdi con un ponte sospeso. Sull’altro lato c’é Syange che si trova poco sotto una poderosa cascata alta 110 metri. Da qui in avanti si segue la strada che ad un certo punto sale a ripidi tornanti fino a Jagat, che si trova arroccata sul bordo della profonda gola. In realtá il villaggio é molto piúbello visto da lontano: essendo il punto di arrivo delle jeep é pieno di turisti e c’é una gran confusione ( in piú c’erano anche in corso le elezioni ). Mi fermo comunque per pranzo e quindi proseguo fino a Chamje dove c’é un’enorme cascata alta il doppio di quella di Syange ( 220 metri ) e dove decido di fermarmi in una bella guesthouse con vista cascata.

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TERZO GIORNO: CHAMJE-BAGARCHAP ( 6 ore )

Poco dopo Chamje si scende a destra ( cartello ) sulla riva del fiume che si attraversa con un ponte sospeso. Si costeggia quindi il bordo della gola guadagnando quota con un paio di strappi fino ad arrivare alla base di un ripido pendio che ci conduce alla conca ( che é il letto di un lago estinto ) dove al centro si trova il villaggio di Tal. A molti piace questo villaggio per la location particolare e perché ricorda vagamente le cittá del vecchio west, ma non mi ha colpito granché , anche perché quasi tutti gli edifici sono lodges. Si prosegue sul bordo della gola, quindi si attraversa un altro ponte e si raggiunge di nuovo la strada. A Karte si puó attraversare di nuovo il fiume e prendere il nuovo sentiero che porta a Dharapani, un villaggio che si sviluppa in lunghezza per piúdi un chilometro dove ci sono molti lodges e anche il check point del parco dell’Annapurna. Mi fermo a pranzo in un ristorante tibetano ( Dharapani é considerato il confine tra la zona induista e quella tibetana buddista ) quindi incuriosito da una segnalazione vado a vedere il piccolo villaggio tradizionale gurung di Omde. La scalinata in lastricato é bella dura ma alla fine ne é valsa la pena, il villaggio era davvero bello e realmente incontaminato, una cosa abbastanza rara da queste parti. Poco dopo c’é un bel pascolo di cavalli e infine, a pochi minuti da Bagarchap, ecco che la vista si apre sulle grandi montagne! Sono due veri colossi: l’Annapurna II e il Manaslu, il primo ottomila di questo trek. Dopo le foto di rito scendo a Bagarchap dove prendo una stanza nel primo lodge che trovo.

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QUARTO GIORNO: BAGARCHAP-CHAME ( 4.15 ore )

Giornata breve ma tutto sommato abbastanza faticosa a causa di un paio di strappi molto ripidi. Avrei potuto anche proseguire al villaggio successivo ma ormai da questo punto fino al passo Thorong La le tappe sono quasi obbligate e quindi se allunghi adesso poi devi accorciare piú in alto, alla fine é meglio passare un paio d’ore in piú a quote ancora accettabili dove fa ancora un freddo relativo.

Lasciata Bagarchap si prosegue per una mezz’ora sulla strada e dopo Danaque si prende la ripida scalinata che sale a Temang, dove si puó godere una fantastica vista sul Manaslu e il suo gruppo. Si prosegue quindi ancora sulla strada e poi per sentiero fino al bel villaggio tradizionale di Latamro. Si ritorna ancora sulla strada e poco prima di Koto si apre maestosa davanti a noi la vista sull’Annapurna II e piú avanti anche sul Lamjung Himal. Dopo un check point della polizia in breve si raggiunge Chame, il centro amministrativo del distretto di Manang. Ci sono molti lodge, una german bakery, vari negozi di souvenir e roba da trekking e anche un paio di internet cafe. Finora ho incontrato pochissima gente e nei vari villaggi ho avuto spesso l’impressione che ormai i locali considerino la stagione ormai quasi finita. Ho incontrato due o tre grupponi di francesi in discesa ( probabilmente dal circuito del Manaslu ) ma nessuno in salita. Eppure questa in teoria é la stagione migliore, anche se ovviamente fa piú freddo ad alta quota.

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