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Annapurna Circuit ( Seconda Parte )

Creato il 15 marzo 2014 da Dharmabum

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QUINTO GIORNO:CHAME-UPPER PISANG ( 5 ore )

Giornata in gran parte sulla strada ma con una bella vista sulle montagne ormai vicinissime e bei passaggi sulla strettissima gola. Si esce da Chame attraversando uno dei due ponti e quindi si prosegue sulla strada senza possibilitá di errore fino a raggiungere un piccolo villaggio e in seguito dei suggestivi passaggi scavati nella roccia. In questo tratto ci accompagna la vista sull’Annapurna II, sul Lamjung Himal, mentre davanti si staglia una strana montagna, l’Oble Dome, costituita da enormi lastroni di granito quasi verticali. I locali credono che gli spiriti dei defunti ascendano al cielo salendo questa montagna. La strada ad un certo punto si interrompe, si attraversa il ponte sospeso e si sale nel bel bosco di conifere fino a raggiungere Dukir Pokari, dove ci sono molti lodges e ristoranti e dove molti si fermano per pranzo ( tra questi anch’io ). Uscendo dal villaggio non proseguo sulla strada ma prendo il sentiero sulla destra, segnalato con la vernice rosso/bianca, che conduce direttamente ad Upper Pisang dove sono diretto. Queste varianti sono segnalate un po’ alla cazzo ( perché visto che hai copiato il sistema da quello delle Alpi dovresti a quel punto fare il lavoro allo stesso modo ) ma comunque sono utili ad evitare lunghi e noiosi tratti di strada. Dopo pochi minuti si attraversa un ponte sospeso e si prosegue senza problemi fino ad Upper Pisang, dove ci sono bellissime case tradizionali Manang Bot e una vista impareggiabile sull’Annapurna II che é proprio di fronte e domina tutta la vallata. Stupendo il tramonto dal monastero che domina il villaggio ( e i monaci ti offrono pure il lemon tea caldo ).

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SESTO GIORNO: UPPER PISANG-BRAKA ( 6.30 ore )

La giornata piú dura finora. Dopo qualche saliscendi nel bosco si avvista un bel lago smeraldino e in breve si raggiunge un ponte sospeso che ci conduce alla base di una collina. Sulla cima si vedono le bandiere di preghiera di Gyaru, che si raggiunge seguendo un lungo sentiero a serpentine che ci fará sudare non poco. Da Gyaru si puó godere di una fantastica vista sugli Annapurnas che sono di fronte. Ma é anche un bel villaggio tradizionale Manang Bot con le case in pietra col tetto piatto e le bandiere di preghiera. Da Gyaru si prosegue per saliscendi fino a Ngawal, anch’esso bel vilaggio tradizionale, dove mi fermo per pranzo. In questo tratto il panorama é davvero stupendo soprattutto sull’Annapurna III e sulla profonda vallata. Lasciate le strade in ciottolato di Ngawal si prende il sentiero che scende ripido verso la vallata fino a raggiungere il bordo del fiume vicino all’aeroporto di Humde. Qui non so come ho scazzato il sentiero e mi sono ritrovato sulla strada poco dopo Humde. Comunque alla fine ne é valsa la pena perché sono riuscito a vedere un bel laghetto e a fare delle foto interessanti. Infine ho raggiunto Mundje ( dove finiva l’altro sentiero ) e quindi Braka dove mi sono fiondato nel primo lodge disponibile.

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SETTIMO GIORNO: SALITA ALL’ICE LAKE ( 6 ore )

Giornata di riposo a Braka. In realtá in queste giornate in genere non si riposa ma si cerca di salire una cima o raggiungere un punto panoramico in modo da ottenere una migliore acclimatazione all’alta quota ( seguendo una delle famose regole dell’alpinismo: “climb high sleep low” ). In ogni caso tra le varie opzioni disponibili tra Braka e Manang la salita all’Ice lake mi é sembrata la migliore, visto che si trattava di affrontare un bel dislivello di circa 1100 m fino ai 4600 e il panorama in teoria avrebbe dovuto essere stupendo. Il sentiero é molto ripido in alcuni tratti e oltre i 4000 si inizia ad accusare seriamente la mancanza di ossigeno. Non ci sono problemi di orientamento perché il percorso é ben segnalato con cartelli e vernice bianca e blu. Si parte dal sentiero di fronte al New Yak Hotel e si inizia a salire a fianco della bellissima Old Braka, uno dei miei villaggi preferiti di questo trek e forse il piú fotogenico. Si svolta quindi a sinistra tra le ultime case del villaggio e, dopo aver attraversato un piccolo ruscello, si prosegue in piano o in leggera salita fino a raggiungere un bivio. Qui un cartello ci indica il sentiero che sale a sinistra. Da qui inziano le parti ripide alternate a tratti a serpentine. Dopo circa 2 ore si raggiunge il viewpoint a 4100 m dove i trekkers meno in forma in genere si fermano. Il panorama é giá grandioso ma in realtá il meglio deve ancora arrivare. Dal viewpoint in su é davvero dura, anche se si é confortati da un panorama clamoroso sulle montagne che sembrano diventare sempre piú grandi ad ogni passo. Dopo un pascolo di Yak e un’utima ripida salita il sentiero diventa finalmente pianeggiante e, dopo aver aggirato una cima, ci conduce al primo dei due laghi ghiacciati. Sui laghi torreggia il Chullu ma la vista migliore é quella sui picchi dell’Annapurna, sull’affilato Tilicho Peak, sul Gangapurna e sulla profonda vallata del Marsyangdi. Un posto davvero fantastico con una vista clamorosa. Si ritorna per la stessa via, moltissimi yak sul sentiero.

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OTTAVO GIORNO: BRAKA-CHAURI LEDAR ( 4.5 ore )

Giornata interlocutoria che introduce all’ultima parte in alta quota che ci porterá al passo Thorong La. Lasciata Braka si continua sulla strada fino a raggiungere Manang, il villaggio piú grande della valle dove molti trekkers si fermano per il giorno di riposo. E’ sicuramente un centro turistico per gli standard himalayani, ci sono partite e film nei ristoranti e tra le specialitá locali ci sono torte e yak-burgers. Da Manang si sale a Ghunsang e poi si continua senza affrontare strappi faticosi fino a Yak Kharka, dove ci si puó fermare se si ha intenzione di dormire a Thorong Phedi. Se invece ( come ho fatto io ) si vuole dormire all’high camp é meglio fermarsi solo a mangiare e proseguire ancora un’ora fino a Chauri Ledar, che si trova 200 metri piú in alto a 4200 metri, evitando cosí di superare i 5/600 metri di dislivello giornaliero il giorno successivo. Per tutto l’itinerario si susseguono splendidi scorci sugli Annapurnas, sul Gangapurna e relativo ghiacciaio e sui Chullus. A Chauri Ledar dopo il tramonto fa un freddo cane ma fortunatamente nel lodge c’è la stufa a legna.

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NONO GIORNO: CHAURI LEDAR-HIGH CAMP ( 3 ore )

Si inizia la salita al passo con una giornata breve ma piuttosto faticosa. Dopo vari saliscendi si attraversa un torrente e si affronta il primo strappo impegnativo che ci conduce ad un tea shop. Si affronta quindi un tratto soggetto a frane ( da affrontare con la massima cautela soprattutto in caso di pioggia ) e infine si guadagna il pianoro dove é situato Thorong Phedi base camp, un lodge enorme che puó ospitare moltissime persone. Io mi fermo solo per un té e proseguo insieme ad un ragazzo italiano di Comacchio e ad un Tedesco ( che incontreró un sacco di volte fino a Tatopani, e poi anche a Pokhara ). É una salita piuttosto dura di circa un’ora ma secondo me é molto piú sensato farla il giorno prima della salita al passo, evitando cosí la partenza nel cuore della notte. L’High camp si trova in una conca attorniato da stupende montagne, con le blue sheep che saltellano attorno e offre anche tra le specialitá una discreta pasta ( che infatti hanno preso quasi tutti ). Purtroppo non hanno nessun tipo di riscaldamento e alle 6 di sera devi rintanarti nel sacco a pelo se non vuoi congelare. Siamo a 4880 metri e non ci sono alternative.

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