Anniversario dell’assassinio del Magistrato Occorsio

Creato il 10 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Attribution: Mr. Jovaninho.

Era la mattina del 10 luglio 1976 quando il magistrato Vittorio Occorsio venne ucciso mentre si recava a lavoro da una scarica di colpi di mitra da Pierluigi Concutelli, un esponente dell’Ordine Nuovo.  Purtroppo, a trentasette anni di distanza, nell’anniversario dell’episodio, pochi sono a conoscenza di cosa fosse Ordine Nuovo, di chi fosse Vittorio Occorsio e del motivo per cui sia stato ucciso, e poco si parla anche dello stesso omicidio.

Sono gli anni di piombo, gli anni delle associazioni massoniche, dei movimenti estremisti e mafiosi, del terrorismo e degli omicidi politici e giuridici. Sono passati appena due mesi dal primo caso italiano di omicidio di un magistrato, Francesco Coco, da parte di esponenti terroristici, e sono passati sette anni dalla strage di Piazza Fontana. Uno dei magistrati chiamati a occuparsi degli interrogatori e delle indagini è proprio Vittorio Occorsio, che inizia ad approfondire le indagini sull’Ordine Nuovo, movimento di estrema destra (fu fatto legalmente sciogliere nel 1973 perché ricostruente idee neo-fasciste) e sui rapporti che esso intratteneva con la loggia massonica segreta P2 – che sarà in seguito responsabile dell’ipotetico omicidio di papa Luciani (morto in circostanze che rimangono tuttora poco chiare) e del depistaggio del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Ad indirizzarlo verso queste ricerche, il politico italiano in quel periodo in carcere Sandro Saccucci, esponente del Movimento Sociale Italiano ed ex ufficiale dei Parà: fu lui a parlargli del P2, delle logge massoniche, di Ordine Nuovo e delle loro implicazioni negli atti terroristici.

Sono infatti due seguaci di Ordine Nuovo, Concutelli e Ferro, ad assassinare Occorsio il 10 luglio 1976 mentre si trovava alla guida della sua auto. Sul corpo del cadavere, posano delle copie di un volantino di rivendicazione  che ha l’intestazione “Movimento Ordine Nuovo” e il simbolo della cerchia, l’ascia a due lame, in cui si afferma che la giustizia rivoluzionaria di Ordine Nuovo ritiene Vittorio Occorsio colpevole “di avere servito la dittatura democratica, perseguitando i militanti di Ordine Nuovo e le idee di cui essi sono portatori”, di avere ingiustamente incarcerato alcuni proseliti del Mpon, per cui “la sentenza emessa dal tribunale del Mpon è di morte”.

Chiari sono dunque movente ed esecutori, chi invece sono ancora avvolto dal mistero sono i mandanti; il gruppo facente parte di Ordine Nuovo viene a poco a poco incarcerato per intero, mentre Occorsio è stato ricordato con l’intitolazione a suo nome di un’aula del Palazzo di Giustizia di Roma. È importante però che il suo nome sia scolpito nella memoria italiana come uno dei tanti uomini che vennero uccisi perché cercavano la Verità e la Bellezza di uno Stato pulito e giusto. È importante ricordarlo, sempre.

Articolo di Miriam Barone


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