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Anniversario Tienanmen. Arrestato ventesimo attivista

Creato il 31 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il 4 giugno ricorre il 25° anniversario delle rivolte di Piazza Tienanmen e il governo cinese continua nella sua massiccia campagna per far sì che tale commemorazione non avvenga. Il 30 maggio la polizia cinese ha difatti arrestato Wang Aizhong, il ventesimo tra i sostenitori messi in cella per ammutolire il triste anniversario.
La notizia è stata resa nota dall’avvocato di Aizhong. L’attivista è noto per aver fondato un’associazione per i diritti con prerogativa la fine del sistema monopartitico nella Repubblica Popolare Cinese. L’ uomo sarebbe stato arrestato a Guangzhou, costa sud-est del paese, con il sospetto da parte della autorità governative di aver causato disordini e litigi.

Proprio 2 giorni fa, Amnesty International denunciava il “retaggio” delle personalità legate all’evento del 4 giugno. La loro colpa ufficiosa: rivendicare la commemorazione di quelle proteste in Piazza Tienanmenn, in cui persero la vita centinaia, se non migliaia, manifestanti civili.
Così tra gli arresti dell’ultima settimana risaltano quello di Pu Zhiqiang, avvocato e attivista per i diritti umani, e la nota giornalista Gao Yu. Tra le principali città della Cina sono state diverse le manifestazione per chiederne la liberazione.
Non sono state messe in galera, ma agli arresti domiciliari anche la “Madre della vittime di Tienanmen” Ding Zilin e altri attivisti del movimento che da 25 anni si batte per una considerazione degna degli eventi del 4 giugno. Familiari e amici delle vittime del massacro che lottano per avere giustizia, e che ciclicamente pagano prezzi personali molto elevati. Parecchi membri che diedero vita all’associazione ormai sono anziani stremati dalla lotte, altri, madri e padri, sono per la maggior parte deceduti.
E il progressivo silenzio su Piazza Tienanmen, forzato dal governo cinese e dal corso naturale del tempo spaventa chi ,quell’orrore, lo vuole ricordare.

Il presidente cinese Xi Jinping, nel corso dell’ultimo anno, aveva promesso miglioramenti su temi quali ambiente e riforme. Comprese parole di apertura a diritti umani e civili.
Il 25esimo anniversario di Tienanmen doveva essere un test fondamentale per mettere alla prova le promesse di maggiore apertura. Ma il presidente Xi ha preferito la repressione alle riforme”  ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, in questi giorni a Hong Kong per commemorare le vittime della repressione.
Tramite 25 anni di censura e disinformazione non è ancora noto il numero esatto delle vittime, che si aggirerebbero tra le 186 e le 2500, con più di 7 mila feriti.

L’evento accaduto durante l’anno dello sgretolamento del Muro di Berlino, cominciò il 22 aprile. In quel giorno del 1989  il funerale del «riformista»  Hu Yaobang, una delle menti più aperte e liberali della leadership cinese dell’epoca, sostanzialmente epurato per le sue posizioni, fu motivo della prima scintilla che avrebbe portato alle Protese del 4 giugno. Sopratutto gli studenti,affiancavano elogiando le presunte idee di Hu riguardo libertà di stampa e di parola. L’instabilità (e la successiva caduta) dei regimi sovietici d’Europa, le proteste per la mancanza di diritti e libertà, le critiche all’egemonia partitica, la repressione mediatica e politica, le lacune di assistenza sanitaria, il nepotismo, la corruzione e altre innumerevoli motivazioni socio-politiche ed economiche culminarono con ” l’Incidente di Piazza Tienanmen”. Con questo nome l’evento è ufficialmente ricordato in Cina.

La memorabile immagine del “Rivoltoso sconosciuto” è il simbolo storico di Piazza Tienanmen. Un fotografo dell’Associated Press, agenzia di stampa statunitense, immortalò da un balcone di un hotel di Pechino a 400 metri di distanza una delle fotografie più famose di tutti i tempi. Un ragazzo, con addosso una camicia bianca, si para davanti a 4 carrarmati Tipo 59, venuti a sedare la Rivolta. Li fermò, e la naturalezza e il coraggio del suo gesto rimasero impressi nella storia. Le conseguenze dell’atto molto meno.
L’identità del ragazzo rimase sconosciuta.  Come anche la fine del ragazzo, molto probabilmente uno studente, dopo l’intervento delle forze armate. La maggior parte delle versioni propende nel classificare quel manifestante come una delle vittime senza nome di quel giorno.

 

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