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La grande assente al Gamescom di Colonia è stata Nintendo. Non è stata una vera e propria sorpresa, già all’E3 di Los Angeles non aveva partecipato in prima persona, e così è stato ancora per l’evento di Colonia. La casa giapponese sta adottando da tempo un nuovo metodo di comunicazione con i consumatori: i famosi Nintendo Direct. Presentazioni in streaming sul sito Nintendo con presentatore, il più delle volte, lo stesso presidente Satoru Iwata, in genere impacciato e un po’ imbarazzato.
Proprio oggi Nintendo ha presentato con un comunicato online una “nuova” console portatile da affiancare al Nintendo 3DS, il Nintendo 2DS.
Come il nome ci fa intuire il 2DS altro non è che un 3DS senza la sua caratteristica principale, la visualizzazione dei giochi in 3D (senza l’ausilio di occhiali specifici). Reggie Fils-Aime, presidente della divisione Americana della Nintendo, ha giustificato questa scelta in quanto “..era nostro interesse raggiungere quell’utenza potenziale che è rappresentata dai giocatori di età compresa tra i 5 e i 7 anni” (ai quali l’utilizzo della funzione 3D è sconsigliata per motivi di tutela della salute). Una giustificazione quanto mai bizzarra; questa nuova produzione, infatti, sembra più mirata ai mercati emergenti e a chi il 3D non è piaciuto, o comunque non era la prerogativa per cui comprare la console. Il prezzo della “nuova” portatile Nintendo è di 129$. Grande assente è ancora la tanto richiesta seconda levetta analogica. Nonostante ciò il Nintendo 2DS può vantare la compatibilità con titoli del 3DS, e la completa retrocompatibilità con la libreria di videogiochi del DS; rimangono presenti anche la connettività con internet e quindi i titoli esclusivi del Nintendo eshop.
La data di uscita è prevista per il 12 ottobre, in concomitanza con Pokemon X e Y.
Questo comunicato è stata una vera sopresa, che ci lascia del tutto impreparati, forse Nintendo sta facendo capire (se l’accoglienza del pubblico sarà positiva) che sarebbe disposta ad abbandonare il 3D, come già avvenne in passato col Virtual Boy.
Articolo di Davide Conforti