Magazine Diario personale
Quest'ultimo tema è legato alla mia indagine su aNobii e Goodreads per il libro/ebook La lettura digitale e il web, che analizzava come le case editrici si rapportano e/o dovrebbero rapportarsi con i social network dedicati in modo esclusivo alla lettura.
Questa la domanda che mi ha rivolto Marilù Manzolillo: il lettore che utilizza Zazie, aNobii, ecc. è diverso dal tradizionale lettore cui eravamo abituati prima dei social network?
Personalmente non so rispondere, per un motivo molto semplice: non saprei come definire a priori un "tradizionale lettore". A partire dal prediligere un autore piuttosto che un altro, un genere letterario piuttosto che un altro, dal riuscire a leggere solo in treno o in spiaggia o dal non riuscire a prendere sonno senza almeno un paio di pagine, ogni lettore è diverso. Negli ultimi anni la figura del lettore si è ulteriormente trasformata: c'è chi legge cartaceo, c'è chi legge digitale, chi entrambi. Chi legge e basta, chi legge e poi posta sul suo blog, chi recensisce sugli store e chi lo fa sui social network. Infine chi legge e recensisce ovunque può. Ogni lettore è diverso.
Da aNobii in avanti, ciò di cui parliamo sono spazi web in cui la lettura è il solo filo conduttore. In cui le persone creano un profilo e stringono contatti come farebbero su Twitter o Facebook, caricano i libri/ebook che hanno letto e ogni tanto scrivono un più o meno approfondito commento. Commenti che possono servire agli autori e agli editori come uno dei tanti feedback sulla qualità dei testi che scelgono di pubblicare.
Dialogando su questo tema, su Facebook è sorto un dubbio molto interessante da approfondire: i social network letterari... sono social network? Sempre Marilù ha posto sul gruppo una sua riflessione in merito: "Io ho un account aNobii e Zazie, ma dopo il primo assaggio dopo non li ho più utilizzati. Il perché è semplice: non ho l'impressione di essere su un social network, li trovo poco immediati... poi c'è anche da dire che preferisco cercare suggerimenti o recensioni sui libri da scegliere nei blog che seguo, quindi non mi ritaglio il tempo per aggiornare le mie letture o per leggere le recensioni di altri".
L'aspetto che fa distogliere le persone da aNobii, Goodreads, Zazie e affini è dunque la mancanza di immediatezza. Segno che è proprio l'immediatezza a fare la differenza nel considerare Twitter o Facebook dei social network tout court. Le caratteristiche di base sono le stesse: le persone si iscrivono, riempiono un profilo con i propri dati e lo tengono aggiornato, stringono contatti fra loro, condividono cose.
I social network letterari si distinguono anzitutto per due fattori: (1) sono monotematici (2) vivono un tempo rallentato. Ci sono utenti che accettano queste condizioni e creano all'interno di questi social network community attive, certamente di nicchia ma in cui non si esce fuori dal tema centrale, la lettura. Altri preferiscono il dinamismo di spazi più generalisti, ma che al tempo stesso hanno membri più numerosi e più attivi. Il fatto che lo stesso Libriamo tutti abbia scelto Facebook - e non aNobii o altro - per animare la discussione con i suoi contatti all'interno di un gruppo, è un chiaro esempio di questa visione: pochissimi utenti si loggano ogni giorno a un social network letterario, i tempi di accesso a Facebook sono ben superiori. Su Goodreads sarebbe molto più arduo trovare e partecipare a una discussione così viva. Che questo sia un bene o un male, è tutta un'altra partita.
(to be continued... scusate, di solito non sono così prolissa :P)
Qui il video a cura de La Compagnia del Libro che in una manciata di secondi fa rivivere l'atmosfera di quanto accaduto lunedì scorso su Second Life.
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