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Anonima scrittori. Secondo episodio

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

L’insegnante del corso – un editor pieno di sé – raduna le esperienze di quei venti ragazzi nello spazio temporale di mezz’ora, sogghigna, arriccia gli occhi, e si dondola seduto sulla sua sedia, che di certo non scotta come quella degli studenti.

- Ebbene, da questo corso imparerete cosa significa scrivere, perché, come farsi pubblicare, e soprattutto quali sono i temi che vanno per la maggiore -

- Non pensavo che i libri seguissero le mode, come i vestiti! -, afferma la ragazza in fondo, quella col maglione bianco e infeltrito.

- Eh eh! – risata dell’editor navigato – Tutto segue le mode, tutto va presentato in un certo modo. Per esempio, se tu mandi un libro a una casa editrice, credi di salvarti con la stampa semplice di 150 fogli? No no no no – e fa così col dito – Non funziona così, tu lo devi presentare bene, devi far venire voglia all’editore, e se sei fortunata, al direttore, di leggere quella roba. Sai gli americani che fanno? Mandano i fogli scritti dentro una scatola colorata, quello sì, dà un tocco di eleganza in più; io non rimango indifferente quando mi presentano un lavoro rilegato bene, o con una bella immagine in copertina.

I primi sbadigli. Il corso inizia alle 9 di mattina ma è sabato, e chi è uscito ieri, chi esce da una settimana di lavoro, chi arriva al paese dei balocchi dal sud, profondo sud, costretto a prendere treni e autobus vari e si sente già stremato.

- Sono importanti i temi! Per esempio, quanto vuoi che possa importare un trattato filosofico sull’amore? Poco e niente! Ma se si tratta di amore gay, le vendite salgono vertiginosamente! Dovete capire una cosa: gli editori perdono soldi nelle stampe e devono essere convinti di riprenderli con le vendite. Questo con un esordiente è quasi impossibile -.

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