Oggi voglio fare un articolo leggermente diverso dal solito, stranamente infatti si tratta di qualcosa di serio. La mia analisi di oggi si concentrerà su quello che è Anonymous nella nostra nazione… o meglio, su quello che non è.
L’anarchia può funzionare bene ovunque, è una struttura orizzontale fatte di persone differenti tra di loro. In questo caso, persone con ideali ed obiettivi condivisi, almeno a livello teorico. Ma siamo in Italia, questo è un fattore importantissimo di cui dobbiamo necessariamente tenere conto, e le cose vanno al contrario.
Non starò qui a raccontarvi tutta la storia del fenomeno o a discorrere del più e del meno, sono cose che già sapere e sulle quali potete comunque informarvi senza il mio intervento. Mi soffermerò invece ad analizzare cosa non va, e perché.
Anonymous Italia, prima di tutto, non esiste. E’ tutti e non è nessuno, è l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine. Già definire chi è Anon e chi non lo è sarebbe una impresa titanica, considerando che chiunque può auto-attribuirsi questo titolo senza troppa fatica. I luoghi di ritrovo sono tanti, alcuni seri ed altri meno, ma posso in base alla mia esperienza diretta di aver individuato 2 “formicai” dai quali spawnano i cyber-attivisti: IRC, tempio storico del movimento, e Facebook.
La mia prima esperienza su IRC, ormai anni or sono, fu estremamente positiva. Entrai e venni accolto a braccia aperte, il tutto era ben organizzato e c’era sempre una persona disponibile a spiegare e fare da tutor ai nuovi arrivati che desideravano imparare. Sempre che avessero tempo, chiaro, ed era una cosa rara. Una volta dentro venivano illustrate le prime basi sull’anonimato e sulla privacy online, nozioni che non vengono insegnate tutti i giorni e decisamente preziose in un mondo ormai interamente digitale, per poi passare direttamente agli strumenti ed ai metodi per poter contribuire direttamente sul campo, collettivamente tramite appositi canali, mettendo subito in pratica. Era un meccanismo che funzionava, nel quale gli esperti tramandavano ideali e conoscenze alle nuove leve, nel quale si agiva senza troppi se e ma quando c’era da farsi sentire. Ma è anche vero che, nonostante in linea teorica non ci dovessero essere, erano presenti delle gerarchie più o meno velate.
Dall’altro lato, ed arriviamo ad oggi, Facebook ed i social network in generale hanno rovinato tutto. Sicuramente avrete modo di notarlo se avete provato anche solo una volta ad informarvi sulla tematica, è un vero e proprio chaos e non è un bene. 9328746 pagine di Anonymous Italia differenti servite in salse diverse, altri 5712452 gruppi di discussione. Ma soprattutto una mandria di persone incompetenti che, se fossero disposte in fila indiana, non sarebbe possibile vedere la fine. Spesso sono “admin”, per giunta, anche se si atteggiano a probiviri. Viene da chiedersi: cosa è andato storto in questi anni?
Molti danno la colpa di questo triste epilogo dell’organizzazione nella nostra nazione agli arresti subiti qualche tempo fa: nulla di più errato. Vero, ne avranno presi alcuni, ma questo non basta a mettere in ginocchio un meccanismo che funziona con un ricambio generazionale decisamente elevato. La risposta vera, in realtà, ci vuole poco ad ipotizzarla: le crew che operano nei bassifondi di IRC e di TORchat non hanno decisamente necessità di un reparto marketing per pubblicizzare o rivendicare le loro operazioni, di conseguenza chi è su Facebook è solo “feccia” che nella stragrande maggioranza dei casi nemmeno conosce realmente il significato di quello che condivide. Mi è capitato spesso di notare degli scivoloni sulle pagine FB più popolate, amministratori senza nemmeno un minimo di preparazione tecnica informatica che fanno pessime figure in pubblico. Spesso, per giunta, nemmeno aderenti alle idee portanti di Anonymous bensì politicamente deviati (:colpoditosse: M5S :colpoditosse:) e spesso ignoranti.
Cosa significa tutto questo?
Significa che gli adolescenti attirati dalle imprese e dalle gesta dei paladini dell’hacking, per conoscerli non si avvicinano più agli strumenti giusti come un tempo. No. Usano Facebook, ed apprendono l’esatto opposto di quello che in realtà avrebbero dovuto. Vanno a condividere e pubblicare informazioni personali senza troppo ritegno, nella maggior parte dei casi in maniera abbastanza auto-didatta si sfogliano qualche guida del cazzo online ed imparano a fare un DOS con LOIC. Con il loro IP pubblico, senza proxy. La cosa ironica è che ne abusano e, poverini, se ne vantano pure!
E tutto questo perché non si è riusciti a mantenere uno stretto legame tra chi fa, e chi vorrebbe fare.
Anonymous Italia è morto. Ne danno il triste annuncio Lanta, l’NSA, e tutti coloro che ci hanno creduto.