Anoressia e obesità: i falsi miti della sofferenza

Creato il 18 giugno 2010 da Barbaragreggio

Anoressia e obesità. Due risvolti della stessa medaglia che in questi giorni si contendono i riflettori dei media. Un’indagine condotta dalla John Hopkins Bloomberg School of Public Health ha analizzato oltre 180 tra siti internet e blog “pro-ana”, intere pagine e discussioni incentrate sull’unico obiettivo di raggiungere il traguardo dei 45 kg e di lì a scalare ancora. Consigli su come perdere peso si affiancano a tecniche più o meno diffuse di rigetto, lassativi, farmaci contro l’assorbimento delle calorie. I racconti delle frequentatrici, spesso giovanissime, danno la sensazione che la pericolosità dei loro gesti sia ignorata o venga in ogni caso sottovalutata. Foto di giovani donne scheletriche vengono assunte a modelli di bellezza. Il 30% dei siti analizzati sono stati definiti “molto pericolosi”, seppur ritenuti in qualche modo terapeutici per quelle donne in difficoltà che non osano avvicinarsi ai modi tradizionali per curarsi.

Possono dei siti internet inneggianti alla magrezza estrema essere davvero utili alla risoluzione del problema? Non credo. L’anoressia non nasce dal desiderio di avere un corpo filiforme, né tantomeno tutto ossa. Il rifiuto del cibo affonda le sue radici in un vissuto difficile, molto spesso traumatico, che non trova altra via d’uscita se non nella denuncia più evidente. Il corpo che si assottiglia rispecchia la forza d’animo che va a scemare, diminuendo di pari passo con i chili segnati dalla bilancia. Non si può davvero credere che le numerosissime ragazze toccate dal problema dell’anoressia semplicemente vogliano essere più belle. La bellezza sta altrove, non nei chili che se ne vanno e nelle ossa che sporgono sempre più. La bellezza, quella vera, nasce dalla consapevolezza che l’imperfezione non è necessariamente un limite, quanto piuttosto un valore aggiunto. Senza eccessi, ovvio.

Altrettanto preoccupante è l’esaltazione del “grasso è bello” (si vedano le sfilate over-size di cui tanto si parla). Il grasso non è bello, è pericoloso tanto quanto la magrezza eccessiva. Grasso = felice è un falso luogo comune. Il malessere di una persona obesa, seppur celato da sorrisi e risate, esiste ed è profondo, almeno quanto quello di un’anoressica. Il peso eccessivo, oltre ad essere pericoloso per la salute, è un limite naturale, che impedisce di avere una vita attiva e “normale”. Non s’intenda che obeso non è normale, per carità. Ma l’eccesso di adipe e grasso rende lenti i gesti e appesantisce i movimenti.

Va fatta una seria distinzione tra chi presenta disturbi alimentari (sia in un senso, che nell’altro) e chi invece è affetto da patologie che alterano il metabolismo.

Mi stupisce, onestamente, la superficialità con cui vengono trattati questi problemi. I disordini alimentari sono l’effetto di disordini interiori. La psicologia insegna che spesso il manifestarsi di anoressia e obesità è l’estremo grido d’aiuto di persone sofferenti. Come considerare positivi siti internet che inneggiano a perseverare su una strada che ha un’unica fine: la morte (emotiva e nei casi più gravi anche fisica)?

Sarebbe molto semplice risolvere il problema dell’emulazione. Stop alle modelle scheletriche, stop all’inneggiamento delle over-size. Equilibrio, donne normali, con una normale fisicità che rispetti la natura dell’essere femminile.

Ascoltiamo le ragazze, non chiudiamo gli occhi di fronte ai problemi. Non è vero che chi non mangia, vomita o si distrugge strafogandosi lo fa di nascosto. Il richiamo dell’attenzione è alla base di entrambe le patologie.

Basta nascondersi dietro il mito negativo della moda e della televisione. I genitori tornino a fare i genitori, e non gli amici. Si mettano accanto ai figli come guide e non come semplici complici. Si ergano a roccia che mai si sposta, pronti ad aiutare senza necessariamente condannare. Vietino quando è il caso, acconsentano se è positivo.

Sarebbe ora di smetterla con la caccia alle streghe. E’ più facile mandare al rogo un sistema, come quello della moda, piuttosto che guardarsi dentro e accettare la responsabilità diretta che si ha nella questione.

Anoressica non è bella. Grasso non è bello.

Sano è bello. E per sano intendo dentro, nell’animo che va curato ancor prima della pelle, e fuori, nel corpo armonioso che ha il sacrosanto diritto di adattarsi alle diverse fasi della vita.

Barbara Greggio


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