Da tempo questa ipotesi si sta sviluppando ad esempio in supporto di chi soffre di anoressia, ma anche di disturbi ossessivo-compulsivi di vario tipo. Alcuni ricercatori hanno inoltre puntato l’attenzione sull’ansia e sulla depressione, testando direttamente diverse forme di comunicazione online.
E’ il caso di Simon Gregory, uno psichiatra del gruppo Health Research Institute di Seattle che ha condotto uno studio sul trattamento di follow-up realizzato attraverso una chat afferente ad un sito di assistenza sanitaria.
fonte : Medicinalive.com