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Ansia: un problema vecchio di 400 anni…

Da Danielebailo @DanieleBailo

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Nelle mie varie letture mi sono imbattuto nel testo che riporto qui sotto.
Leggendo solo il titolo, ci si potrebbe chiedere: “Ma chi l’ha scritto?” … “Umberto Galiberti, Jung, qualche altro psicologo?”.
No. Risposta errata.
L’ha scritto un tizio vecchio di 400 anni. Cioè, capiamoci bene, ora non c’è più. Quindi, corregendomi, dico “se fosse ancora vivo avrebbe circa 450 anni”.

Ansia
E mi stupisce con quanto acume riesca a toccare i punti nodali dell’ansia, suggerendo approcci concreti ad alcune situazioni.
Certo, è uno scritto che potrebbe suscitare reazioni allergiche a chi ha qualche pregiudizio nei confronti dei credenti, della fede, e delle cose che puzzano di chiesa. Ma leggendolo con mente libera forsa ha qualcosa da rivelare a tutti… Ma del resto non voglio commentarlo troppo. Si spiega benissimo da solo.

Ancora più interessante è notare che noi, con le nostre ansie e agitazioni… non ci siamo inventati niente. Si, certo, il traffico, gli orari,  le città in cui diventiamo pazzi… tutto vero. Eppure non sembra che nel passato si stesse più sereni.
Ancor meglio, direi che NON E’ VERO CHE “Si stava meglio quando si stava peggio“.
Queste boiate le lascio al boia.

Detto questo, buona lettura.

Ah, dimenticavo. Chi è l’autore?  Per chi legge la settimana enigmistica (ma diciamoci la verità, è appropriato dire “si legge”? Io direi piuttosto “chi lavora sulla”… ma questo è un altro discorso), le soluzioni si trovano a pagina 43.
Per gli altri, in fondo al post.

LE OCCUPAZIONI VANNO AFFRONTATE CON ATTENZIONE, MA SENZA PRECIPITAZIONE E FRETTA ECCESSIVA

La cura e la diligenza che dobbiamo mettere nelle nostre occupazioni non hanno nulla in comune con l’ansia, l’apprensione e la fretta eccessiva.

Gli Angeli hanno cura della nostra salvezza e la procurano con diligenza, ma senza ansia, apprensione e fretta; la cura e la diligenza sono espressione della loro carità, mentre l’ansia, l’apprensione e la fretta sarebbero contrarie al loro stato di beatitudine; giacché la cura e la diligenza possono essere compagne della serenità e della pace dello spirito; non invece l’ansia, la preoccupazione, e ancor meno l’angustia precipitosa.

tempo

Sii dunque accurata e diligente in tutte le responsabilità che ti saranno affidate, Filotea; se Dio te le ha affidate, tu ne devi avere grande cura; ma se ti è possibile, non cadere nell’ansia e nell’apprensione, ossia non affrontarle con cuore inquieto, ansioso e tormentato.

Non agire con precipitazione nel compimento dei tuoi doveri: la precipitazione turba la ragione e il giudizio, e ci impedisce di compiere bene proprio quello verso cui ci precipitiamo!

Quando Nostro Signore riprende Marta, dice: Marta, Marta, sei ansiosa e ti agiti per molte cose. Vedi, se ella fosse stata semplicemente premurosa, non si sarebbe agitata; ma è proprio perché era preoccupata e inquieta che si affretta e si agita, ed è proprio questo che Nostro Signore le rimprovera.

I fiumi che scorrono dolcemente nella pianura portano grandi battelli con ricche merci; le piogge che cadono dolcemente sulla campagna la rendono feconda di foraggi e di grano; ma i torrenti ed i corsi d’acqua che precipitano a valle con rapide e cascate, rovinano le campagne circostanti e non sono utili al traffico; lo stesso fanno le piogge violente e tempestose che travolgono i terreni lavorati e rovinano i pascoli. Un lavoro fatto con violenza e precipitazione non riesce mai bene: Bisogna affrettarsi con calma, dice l’antico proverbio.

Colui che ha fretta, dice Salomone, corre il rischio di inciampare e urtare contro tutto. Facciamo sempre abbastanza presto quando facciamo bene.

I fuchi fanno molto più rumore e si spostano con molta più fretta della api, ma producono soltanto cera, non miele. Più o meno fanno la stessa cosa coloro che si affrettano con un’ansia bruciante e con un’apprensione disordinata: finiscono con il fare poco e male!

Le mosche non ci danno noia per la mole, ma per il numero: allo stesso modo si può dire che le occupazioni importanti non ci mettono in agitazione come le piccole, perché queste si presentano molto numerose.

Accetta in pace le incombenze che ti capitano, e cerca di portarle a termine con ordine, una dopo l’altra. Se vuoi farle tutte in una volta e disordinatamente, farai soltanto sforzi che ti angustieranno e prostreranno il tuo spirito; e finirai quasi sempre schiacciato sotto il loro peso e senza risultato.

In tutte le tue occupazioni appoggiati completamente alla Provvidenza di Dio, che è la sola che possa dare compimento ai tuoi progetti; tuttavia, da parte tua, lavora dolcemente per cooperare con essa , e sii certa che se confidi in Dio, il risultato che conseguirai sarà sempre il migliore per te, sia che ti sembri personalmente buono che cattivo.

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Fa come i bambini che con una mano si aggrappano a quella del papà e con l’altra raccolgono le fragole e le more lungo le siepi; anche tu fai lo stesso: mentre con una mano raccogli e ti servi dei beni di questo mondo, con l’altra tinti aggrappata al Padre celeste, volgendoti ogni tanto verso di Lui, per vedere se le tue occupazioni e i tuoi affari sono di suo gradimento. Fa attenzione a non lasciare la sua mano e la sua protezione, pensando così di raccogliere e accumulare di più. Se il Padre celeste ti lascia non farai più nemmeno un passo, ma finirai subito a terra. Voglio dire, Filotea, che quando sarai in mezzo agli affari e alle occupazioni ordinarie, che non richiedono un’attenzione molto accurata e assidua, guarda Dio più delle occupazioni; quando gli affari sono così importanti che richiedono tutta la tua attenzione per riuscire bene, ogni tanto dà uno sguardo a Dio, come fanno coloro che navigano in mare i quali per raggiungere il porto previsto, guardano più il cielo che la nave. Così Dio lavorerà con te, in te e per te, e il tuo lavoro sarà accompagnato dalla gioia.

[Filotea cap X | S. Francesco di Sales]


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