Nel 2010 possiamo tranquillamente dire che Roma è la capitale europea con più antenne televisive sui tetti dei palazzi. Un altro triste che record che fa il paio con quello per il maggior numero di scritte sui muri, di affissioni selvagge, di monnezza in strada, di parcheggio selvaggio, di buche e quant'altro. I romani sono abituati così, unico popolo in Europa a mettere un'antenna per ogni appartamento sul tetto del proprio palazzo, e non vogliono cambiare. Basterebbe mettere d'accordo con gli altri inquilini ed installare un'antenna centralizzata, la tecnologia più utilizzata oggigiorno, per niente costosa, e più comoda che avere 50 antenne con relativi cavi ad ingombrare il tetto e deturpare la visuale, mortificando lo skyline romano. Peraltro ci sarebbe pure una legge, partorita sotto la giunta Veltroni, che impone (almeno in centro e nei quartieri a ridosso del centro) di istallare antenne centralizzate. Ma forse è chiedere troppo a un popolo, quello romano, provinciale e retrogrado fino al midollo, che sembra aver dimenticato il concetto di bellezza e praticità. Così ci ritroviamo con i palazzi rovinati dai fili a penzoloni e le antenne una addosso all'altra che quasi cadono di sotto e la cosa non sembra dare fastidio a nessuno. La scomodità e l'inefficienza delle "selve di antenne" è tale da chiedersi se ci sia qualcuno che ce magna e viene in mente subito la lobby degli antennisti. Report ci ha fatto pure un bel servizio per capire cosa c'è dietro alle foreste di antenne sui tetti di Roma. E' dal 1997 che si parla di togliere le cataste di antenne, ci hanno provato pure nel 2008, ma alla fine non se n'è fatto niente. La volontà di vivere come dei baraccati, un'antenna a testa sul tetto di casa, è più forte. Noi, invece, la vediamo diversamente. (Les)
Nel 2010 possiamo tranquillamente dire che Roma è la capitale europea con più antenne televisive sui tetti dei palazzi. Un altro triste che record che fa il paio con quello per il maggior numero di scritte sui muri, di affissioni selvagge, di monnezza in strada, di parcheggio selvaggio, di buche e quant'altro. I romani sono abituati così, unico popolo in Europa a mettere un'antenna per ogni appartamento sul tetto del proprio palazzo, e non vogliono cambiare. Basterebbe mettere d'accordo con gli altri inquilini ed installare un'antenna centralizzata, la tecnologia più utilizzata oggigiorno, per niente costosa, e più comoda che avere 50 antenne con relativi cavi ad ingombrare il tetto e deturpare la visuale, mortificando lo skyline romano. Peraltro ci sarebbe pure una legge, partorita sotto la giunta Veltroni, che impone (almeno in centro e nei quartieri a ridosso del centro) di istallare antenne centralizzate. Ma forse è chiedere troppo a un popolo, quello romano, provinciale e retrogrado fino al midollo, che sembra aver dimenticato il concetto di bellezza e praticità. Così ci ritroviamo con i palazzi rovinati dai fili a penzoloni e le antenne una addosso all'altra che quasi cadono di sotto e la cosa non sembra dare fastidio a nessuno. La scomodità e l'inefficienza delle "selve di antenne" è tale da chiedersi se ci sia qualcuno che ce magna e viene in mente subito la lobby degli antennisti. Report ci ha fatto pure un bel servizio per capire cosa c'è dietro alle foreste di antenne sui tetti di Roma. E' dal 1997 che si parla di togliere le cataste di antenne, ci hanno provato pure nel 2008, ma alla fine non se n'è fatto niente. La volontà di vivere come dei baraccati, un'antenna a testa sul tetto di casa, è più forte. Noi, invece, la vediamo diversamente. (Les)
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