Oggi, dopo la conferenza stampa tenutasi nella Sala Conferenze della GAM, l’anteprima della rassegna monografica dedicata a Claude Monet. Domani la mostra aprirà al pubblico fino al 31 gennaio 2016.
Manca poco all’apertura al pubblico dell’eccezionale rassegna monografica dedicata a uno dei grandi maestri dell’Impressionismo, Claude Monet. Oggi nella Sala Conferenze della Gam, in via Magenta 31 a Torino, alle 11.30 si è tenuta la conferenza stampa e l’anteprima della mostra. Durante l’incontro sono intervenuti Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, il sindaco di Torino Piero Fassino, l’assessore alla Cultura, Turismo e Promozione della Città Maurizio Braccialarghe, Massimo Vitta Zelman, presidente di Skira, Guy Cogeval, Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie di Parigi, Xavier Rey, Conservatore presso il Musée d’Orsay e specialista di Monet, e Virginia Bertone, Conservatrice della GAM di Torino.
Sembra rinnovarsi la grande partecipazione del pubblico avutasi con la mostra dedicata a Degas nel 2012 e a Renoir nel 2013: la rassegna dedicata a Monet è un successo prima ancora di incominciare, con diverse centinaia di gruppi già prenotati e 147 laboratori per le scuole. Dopo il discorso introduttivo di Patrizia Asproni, che già preannuncia grandi numeri anche per quest’evento, prende la parola Maurizio Braccialarghe che promuove il carattere internazionale della città di Torino, capace di grandi collaborazioni come quella con il Musée d’Orsay, e cita Monet, per sintetizzare il pensiero del grande artista:
“Sono costretto a continue trasformazioni, perché tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarà un torrente.”
L’intervento di Guy Cogeval è ricco di colpi di scena e dichiarazioni importanti. Parlando della sua lunga e onorata carriera al Musée d’Orsay, indica il conservatore Xavier Rey come suo braccio destro, a cui ha affidato molte mostre, come quella di Degas, e dichiara:
“Lo sto allenando per essere il mio successore, non dovrei dirlo ma è così. È la persona più capace di succedermi.” – per poi lasciarsi andare ad una seconda rivelazione – “Sarei felice di far venire una mostra di Manet in questa sede, a Torino…ne ho già parlato con Fassino”.
Tocca poi a Piero Fassino, sindaco della città di Torino:
“Questa è una città in cui si investono 100 milioni in cultura. 30 milioni sono investiti dal Comune, 20 dalla Regione nella Città, circa 25 dallo Stato e gli altri 25 dallo sponsor Fiat-Chrysler”.
Dopo aver confermato la volontà di perseguire nella collaborazione con il Musée d’Orsay e il suo presidente, per una nuova mostra su Manet, ha dichiarato che “qualche giorno fa l’Accademia Albertina ha annunciato che conferirà la laurea honoris causa a Guy Cogeval”. Seguendo la linea tracciata dall’assessore Braccialarghe, Fassino ribadisce l’importanza della cultura per Torino, ormai definita “città internazionale”:
“La cultura non è un qualcosa che va aggiunto, ma un elemento costitutivo di un modello di sviluppo, un elemento che abbiamo perseguito e che continuiamo a perseguire”.
A dimostrazione di ciò, elenca tutti gli eventi culturali susseguitisi nelle ultime due settimane: la chiusura di “MiTo Settembre Musica”, il concorso “Prix Italia”, l’inaugurazione della mostra di Raffaello, il festival culturale “Torino Spiritualità” e l’inaugurazione di “Camera”, il centro nazionale della fotografia. Per concludere, definisce Torino la “città dell’immagine e del segno”.
A fine conferenza, fa riflettere la domanda di una giornalista venuta da Roma che chiede se, in occasione del 90esimo anniversario della morte di Monet, avvenuta nel 1926, ci saranno una serie di incontri e iniziative a lui dedicate. Presa alla sprovvista, la Presidente Patrizia Asproni, ringrazia dell’idea e fa sapere che ci penseranno. Pur apprezzando la sincerità, viene da chiedersi come non si sia potuto pensare ad una ricorrenza tanto importante, che cade proprio nel periodo in cui la mostra è allestita. Nonostante questo, sembrano esserci tutte le premesse per un’altra mostra di grande successo e respiro internazionale, a giudicare dalle prenotazioni effettuate e dal numero di visitatori previsti. Il trionfo della rassegna però, sarà garantito in primis dalla bellezza eterna delle opere di Monet che non hanno bisogno di conferme e che sono già consacrate all’amore del grande pubblico.
Silvia Cantarella