ANTEPRIMA/ Frozen, un thriller agghiacciante

(di Alessandra Giorda) Molta attesa per Frozen, il film che sicuramente sarà un grandissimo successo in Italia, presentato dalla M2 Pictures in collaborazione con A Bigger Boat, da venerdì 25 marzo nei cinema. Scritto e diretto da Adam Green, interpretato da Kevin Zegers, Shawn Ashmore ed Emma Bell. Ottima scrittura, grande regia e recitazione.

Un thriller agghiacciante capace di offrire al pubblico forti ed autentiche emozioni, dove la tensione non si allenta mai. Diverso da qualsiasi altro film di questo genere visto fin’ora. Vorrei soffermare l’attenzione di Voi lettori sul fatto che ogni fotogramma è stato girato sul posto, tutto interamente in esterni nello Utah. Gli attori e la troupe erano a 15 metri di altezza con una situazione meteorologica disagevole, tra folate di vento violentissime ed a notte fonda a 3000 mt di altitudine. Pensate che il regista soffre di vertigini!

Una normale gita in montagna si trasforma in un incubo agghiacciante per tre snowboardisti bloccati sulla seggiovia prima della loro ultima discesa. Quando  i responsabili dell’impianto sciistico spengono le luci, il panico avvolge i tre man mano che si rendono conto di essere stati dimenticati lì, sospesi in aria senza alcuna via di fuga. Ben consci del fatto che l’impianto non riaprirà fono al weekend successivo, con i primi sintomi del congelamento e dell’ipotermia, i nostri protagonisti sono costretti a prendere iniziative disperate nel tentativo di abbandonare la montagna prima di morire congelati. Si rendono conto presto, con terrore, che non è solo il gelo che devono temere. Trovandosi a dover combattere ostacoli inaspettati, devono anche chiedersi se la loro volontà di vivere sia abbastanza potente da aiutarli a sfuggire ad una delle morti più atroci possibili.

Questo film è un viaggio emotivo che tocca il cuore degli spettatori, che ti coinvolge totalmente, dove vivi, 93 minuti, con i tre attori la situazione del momento. Dove provi una paura reale e primordiale unita al terrore, alla suspense ed alla speranza.

Chissà come è nata l’idea di scrivere una storia di questo genere? In un’intervista, il regista Adam Green, ha dichiarato: “Ero davanti al telegiornale del mattino di Los Angeles e come sfondo delle previsioni meteorologiche avevano scelto una diretta video dalla stazione sciistica di Big Bear. Alle sette del mattino la località non era ancora operativa e le sedie della seggiovia pendevano nel vuoto. In un baleno le immagini sullo schermo mi hanno riportato alla mia infanzia e mi sono ricordato di quanto fosse terrificante trovarsi su di una seggiovia, quando si ferma senza ragione. […] Ho riflettuto su quanto apparisse dubbia la sicurezza su quelle seggiovie (di dove andavo da bambino, operative solo ai fine settimana perché non in località di grido) e di quanto tutti fossero terrorizzati quando si fermavano per qualche secondo. Da qui l’idea chiara, precisa e lineare”.