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[Anteprima] I privilegi dell’ignoranza – Francesco Carbone

Creato il 12 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Anteprima] I privilegi dell’ignoranza – Francesco CarboneAutore: Francesco Carbone
Titolo: I privilegi dell’ignoranza
Editore: et al./EDIZIONI
Formato: pp. 224, euro 14, 13,75 x 19,8 cm
ISBN: 978-88-6463-101-1
Data uscita: 23 gennaio 2013

“Ho scritto come potrebbe farlo un lettore che, con troppi libri nella sua povera testa, è impazzito. Ho scritto sull’impossibilità di leggere davvero una delle opere cruciali della sapienza occidentale. Credo che l’esito sia un libretto breve e sconfinato: oso dire quantistico. In ogni caso un unicum. È letteratura senza romanzo, senza la consolazione di una trama e di un esito: si alternano in contrappunto dialoghi, schegge di saggi, ipotesi da 2012 sul mozartiano secondo Settecento.

 I privilegi dell’ignoranza è un libretto parallelo mancato, il caso di una scrittura satellite rispetto a un centro inavvicinabile, la somma di resoconti di orbite capricciose che s’avvicinano e poi schivano il monumento più labirintico e minaccioso della filosofia mondiale. Borges raccontò la possibilità di una riscrittura perfetta e al tempo stesso ignorante del Don Chisciotte; qui ci sono cinque pronipoti del cavaliere errante che emulano i compunti volonterosi fallimenti di Bouvard e Pécuchet e le divagazioni infinibili di Tristram Shandy: inarrivabili discendenti, come si sa, della stessa prosapia. I musicanti seriamente scherzano, giocano a congetturare, inventando ciò che non sanno. Cercano soprattutto la scrittura giusta di un’operetta morale.”

Francesco Carbone

 

Tra i molteplici argomenti sui quali i cinque madrigalisti trovano a dir poco insoddisfacenti gli insegnamenti kantiani, c’è il sesso. Tali perplessità sono espresse in una delle lettere che la Marchesa di Merteuil, protagonista delle Relazioni pericolose, scrive al sommo filosofo, ed emergono in una delle tante chiacchiere dei protagonisti intorno alla Critica della ragion pura.

Settima lettera della Marchesa di Merteuil al professor Kant contro la Rivoluzione

Illustre professor Kant,
ho capito che per voi la donna è una di quelle questioni che chiamate dialettiche. Permettetemi di dirvi – da scolara che fatica a imparare ogni cosa – che della donna vi manca, sempre per usare una parola vostra, lo schema. Ammetterete che così vi perdete subito mezza umanità. Immagino che potreste rispondermi, nella migliore delle ipotesi, che siano ignorate perché uguali a voi: è un presupposto che andrebbe dimostrato. Ma voi, come fate a proposito della morte, vi limitate a tacere. Credete davvero che con questa amputazione si possa rispondere alla domanda Che cos’è un uomo? Intanto: non vi illudiate che per una donna un uomo sia altrettanto misterioso. Essere semplici è il vostro scabro dovere. Almeno questo il vostro complicatissimo libro lo conferma. In un buffo modo virginale lo dite, quando accennate alla copula – ma come vi è venuto in mente? – come un dettaglio accidentale: potrà essere così per voi… Lasciare il vostro facile e fragile seme nel grembo che lo saprà accogliere può anche essere quella cosa ridicola che a voi pare, ma un figlio, caro professor Kant, che cova e poi nasce…
Marchesa Isabelle di Merteuil

La copula
– Qui nel senso del coito. Kant definisce “circostanze così insignificanti” quelle che determinano “l’accidentalità della generazione” da non meritare che… È un’idea, come c’era da aspettarsi, che manuali e professori eludono.
– Potrebbe essere sintomatico di cosa sia davvero la purezza della ragion pura?
– Se fossimo bravi, si potrebbe dedurre tutta l’architettura del sistema partendo da questa fobia…
– La vita dovuta a “circostanze insignificanti” è il punto di massima vicinanza tra il candido capolavoro della ragion pura e l’irresistibile – e quasi contemporaneo – Tristram Shandy di Lawrence Sterne. …
– Schiller, che presto a Kant si sarebbe convertito, nei Masnadieri – altra opera del fatidico 1781 – fa dire al bieco Franz la stessa cosa. …
– Franz è più coerente: deduce dall’insignificante accidentalità del coito generatore di uomini l’insignificanza dell’uomo in quanto tale, e da ciò la legittimità dell’omicidio.
– Leggi!
– “L’esistenza della maggior parte degli uomini non dipende, tante volte, dal calore di un giorno di luglio, dall’aspetto seducente di un lenzuolo, dalla posizione orizzontale di una ninfa casalinga addormentata, da una luce che si spegne all’improvviso? Se la nascita di un uomo è il risultato di una voglia lasciva, di un caso, allora perché alla negazione, alla distruzione di questa nascita si deve attribuire la minima importanza?”
– Chissà Kant cosa avrebbe replicato. Se in effetti si nasce da un accidente, come pretendersi sostanza? …
– …C’è anche una differenza tra l’apodittico giudizio di Kant sul coito e i particolari molto più precisi in cui scende il cinico Franz di Schiller. Franz dimostra una sua sapienza pratica quando parla di sesso, lì dove s’intuisce subito che il casto Kant giudica qualcosa che mancava al suo corredo pratico. Come Nero Wolfe, pretende di sapere tutto del mondo restandosene chiuso nella sua serra di orchidee.


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