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Anteprima: “Il servo di Byron”

Da Uiallalla

Uscirà domani in libreria (e sarà presentato lunedì 21 maggio al Chiaja Hotel) il nuovo libro di Franco Buffoni “Il servo di Byron” (Fazi editore) in cui si narra della mistificazione bio-letteraria dello scrittore inglese che, dietro l’immagine di tombeur de femmes, era in realtà “ossessivamente omosessuale”. Vi proponiamo un estratto in anteprima.

la copertina del libroGibilterra non ci piacque per niente, perché come diceva il padrone gli sembrava di essere tornato a Brighton. Così ci liberammo subito dello stronzetto, imbarcandolo su una nave che faceva ritorno in Inghilterra, e appena possibile proseguimmo per Malta. Dove il padrone per qualche giorno con Hobhouse frequentò la casa di una nobildonna inglese, Lady Constance Spencer Smith. My Lord non faceva nulla per passare inosservato. Anzi corteggiò la padrona di casa – il cui marito era per mare – in modo molto evidente. Concretizzò di sicuro. D’altronde gli veniva facile, a differenza di Hobhouse e… di me, eppure era lui il più affamato di ragazzi e non ne faceva mistero. Nell’intimità. Mentre il corteggiamento di Lady Constance avvenne in pubblico, in salotto. Byron in sostanza mise in atto la sua consueta “tattica digressiva”, come la definiva Hobhouse: “Sei tranquillo, adesso? Hai raggiunto la certezza che Londra lo verrà a sapere? Missione a Malta compiuta, dunque! A Londra si saprà che cosa fa Byron nel grand tour!”

Finalmente raggiungemmo Patrasso e da lì Janina, in Albania, che era la vera meta del nostro viaggio. Lì era la corte di Alì Pascià. Costui era uno spietato guerriero e un accorto stratega, che sapeva giostrarsi abilmente tra il sultano ottomano – dal quale formalmente dipendeva – e le diplomazie di Francia e Inghilterra che al sultano si opponevano. Era detto “il Napoleone d’Oriente” per la sua insaziabile sete di conquista… in ogni senso. Byron si era informato per bene: era proprio lì, alla sua corte, che voleva giungere… Fummo accolti con tutti gli onori, e subito my Lord cominciò ad essere sfacciatamente corteggiato dal sovrano. Come in un sogno da mille e una notte, il padrone venne accarezzato e lodato per la sua pelle chiara, per la sua eleganza, per le orecchie piccole, i capelli ricci e le mani curate. Venne portato alla concessione di sé come un dono che non si può rifiutare.

Dopo innumerevoli lavaggi e massaggi – alcuni molto maliziosi – ai quali anch’io accettai di sottopormi, il padrone venne accolto nello spazio più privato del sovrano, e quando questi apparve Byron era sdraiato con un sorriso fisso, leggermente piegato su un fianco. Nudo. Il sovrano – prima di tirare la tenda – estrasse da un prezioso scrigno una crema profumata di colore verde…

Quanto a me, come mi volsi, venni raccolto dal capo delle guardie che mi sottopose al medesimo trattamento.
Quella notte cambiò qualcosa, e per sempre, nelle nostre vite. Anche se non ne facemmo mai parola. Quella notte compimmo veramente ventuno anni.

 


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