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[Anteprima- Intervista] "I colori della nebbia" di Mary e Frances Shepard

Creato il 22 ottobre 2013 da Lalenene @Irene_Marziali
Oggi vi presento il romance di due autrici esordienti mantovane, celate dai nom de plum di Mary e Frances Shepard, ambientato nella loro affascinante Mantova agli inizi dell'Ottocento.
Premettendo che non ho ancora avuto modo di leggere il libro - e che dunque questa non è una recensione né una raccomandazione del suddetto - lo porto alla vostra attenzione, sicura che catturerà quella di molte di voi anche se non è esattamente il mio genere di lettura.
SCHEDA LIBRO 
Editore: Harlequin Mondadori
Pagine: 320
Formato: brossura
Prezzo: € 6.00
Uscita: ottobre 2013
Lo trovate in edicola, in libreria e sul sito eharmony.it
TRAMA
1815 Mantova, stretta nella morsa del nebbioso autunno, non è più un luogo sicuro per Matilde Vicolini. Dopo essere stata testimone di un orribile delitto, la giovane cerca di farsi forza e tornare a vivere, ma la strada per riconquistare la serenità è ancora lunga. La buona società è in fermento per la visita dell’Imperatore d’Austria, e quando la giovane incontra William Roschmann, a un ballo, ogni sua certezza vacilla. William è un ufficiale austriaco, ferito nel corpo e nell’anima durante la battaglia di Austerlitz. Fra loro è subito passione, ma una serie di attentati minaccia la vita di Matilde e ogni promessa di felicità sembra svanire. Fra complotti, delitti e il nascente fervore indipendentista che attraversa la città, riuscirà il coraggio di un uomo a mantenere la pace nel Lombardo-Veneto? E l’amore di Matilde sopravvivrà alle tenebre?
LE AUTRICI
Mary e Frances Shepard (alias Mariachiara Cabrini e Francesca Cani), sono amiche e accanite lettrici, si sono conosciute alla facoltà di Storia dell’arte dell’Università di Verona e da allora hanno condiviso la passione per il genere romance e per la scrittura. Vivono e lavorano a Mantova. I colori della nebbia è il loro romanzo d’esordio.
INTERVISTA DI C&M ALLE AUTRICI
C&M: La scrittura a quattro mani è diversa da quella individuale. Era la vostra prima esperienza in tal senso? Potete descrivere ai nostri lettori cosa significa praticamente scrivere un libro insieme ad un’altra persona e quali difficoltà – e vantaggi – comporta?
M. Era la prima volta che ci cimentavano nella scrittura a quattro mani, e all’inizio prendere il ritmo può essere un poco difficile, poiché ognuna ha il proprio stile e la propria visione dei personaggi. Bisogna costruirsi una buona scaletta suddividersi bene i capitoli, poi piano piano dopo i primi capitoli si inizia a prenderci la mano, e a correggersi l’un l’altra per creare uno stile unitario in tutto il romanzo. Non bisogna mai smettere di confrontarsi. A volte capitava che per un capitolo impiegassimo giorni per arrivare alla stesura definitiva, rimbalzandocelo a vicenda più volte, ma poi il risultato era sempre migliore della prima versione. Scrivere in due aiuta molto la prospettiva dello scrittore, hai subito un lettore pronto a dirti ciò che è chiaro e ciò che non lo è. Inoltre hai sempre qualcuno che ti sprona nei tuoi momenti di stallo. F. Condivido ciò che ha detto Mary e aggiungo che dopo ogni dibattito il romanzo era più forte. Quando non eravamo d'accordo su un passaggio, dopo aver discusso e limato gli spigoli, nasceva sempre qualcosa di nuovo ed enormemente più stimolante. Quindi, sebbene questa sia stata la nostra prima esperienza in tandem, trovo sia stata una scelta ardita, ma che ha premiato i nostri sforzi con un risultato che spero apprezzerete.
C&M: Perché scegliere di scrivere con dei nom del plum e come avete scelto i vostri?
M. E’ un omaggio alle nostre scrittrici di romance preferite, quasi tutte anglosassoni. Io adoro Mary Balogh, mi chiamo Mariachiara, perciò scegliere il nome Mary è stato automatico. F. Io mi chiamo Francesca, da qui Frances, amo infinitamente l'Irlanda, l'Inghilterra e la Scozia (proprio ora, mentre rispondo all'intervista) sono sul volo di ritorno da Knok). Adoro la letteratura anglosassone in genere, perciò trovare un nome anglofono mi ha portata virtualmente nella terra che amo.
C&M: Cosa vi ha spinto ad iniziare come scrittrici proprio nel genere Harmony?
M. Entrambe abbiamo già scritto, autonomamente, romanzi di altri genere, e vari racconti. Quando ci è venuta l’idea di tentare l’avventura della scrittura in coppia, abbiamo pensato che valesse la pena tentare di scrivere un libro di un genere che avesse un vasto pubblico, e fosse commerciale, e visto che entrambe siamo avide lettrici di romance, abbiamo scelto quello. F. Abbiamo confrontato le nostre esperienze, ci siamo documentate su quale fosse un genere gradito agli editori e al pubblico. Abbiamo concordato di tentare con Harlequin, che ha nella propria scuderia alcune autrici italiane di successo. Che dire? È andata bene! Siamo state scelte!
C&M: Quali sono le differenze tra scrivere un romanzo harmony rispetto ad un romanzo di narrativa “normale”? Comporta diversità nella trama, nello stile di scrittura, nelle scene raccontate e nella creazione dei personaggi? Come si risolvono questi fattori?
M. Io non ho trovato grandi differenze. Ho scritto romanzi rosa contemporanei, paranormal, e fantasy, e forse ho trovato tra tutti più ostico il fantasy che comporta la creazione di un intero mondo con delle regole proprie. Se scrivi un genere che conosci bene grazie a molte letture sai già come muoverti. Naturalmente il romance storico prevede alcuni punti fermi, come scene d’amore e un lieto fine, e delle ricerche storiche. F. Ci sono dei vincoli naturalmente, che sono sotto gli occhi di tutti, lettrici comprese: ci deve essere il lieto fine, i due protagonisti devono avere costantemente i riflettori puntati contro. Questi e altri aspetti sono i requisiti fondamentali del genere romance, accettarli per me non è stato difficile.
C&M: Sicuramente la scelta di ambientare il proprio romanzo nel passato – posso dirlo anche io per esperienza – porta con sé più ricerche, maggiori attenzioni e problemi da risolvere rispetto ad un’ambientazione contemporanea. Perché questa preferenza? Quali sono invece gli aspetti positivi di un romanzo ad ambientazione storica rispetto ad una moderna?
M. Siamo abituate alle ricerche storiche. Il nostro corso di laurea, Storia dell’arte, implica un amore per la storia e  le ricerche storiche e, anche se siamo già laureate, questo amore ci è rimasto perciò fare delle ricerche per romanzo non ci è pesato minimamente anzi è stato interessante. Poi la scelta di ambientarlo nella nostra città, ci ha reso tutto più facile. F. Mary e io siamo cresciute fra archivi e biblioteche, quindi l'ambito storico del romanzo è stato creato in prima battuta e con relativa naturalezza. Non credo che lo storico sia più difficile del contemporaneo, in entrambi i generi lo scoglio da superare è la banalità dei sentimenti e lo stereotipo delle ambientazioni. Se si ha per le mani un buon prodotto, che possa interessare agli editori e quindi arrivare al vasto pubblico, l'anno di ambientazione conta poco o nulla.
C&M: L’avere un blog letterario da molto tempo vi ha in qualche modo spronate o aiutate nella creazione di questo vostro romanzo d’esordio?
M. Il mio blog nasce dall’amore per i libri e mi ha aiutato molto nel decidermi a pubblicare ciò che scrivevo, a mettermi in gioco. Mi sono sempre sentita strana perché leggevo veramente tanto, tantissimo, ma il blog mi ha fatto scoprire che ci sono molte altre persone che come me hanno un amore smodato per i libri e la lettura e sono anche tendenzialmente tutte carine gentili e disponibili. F. Non curo un blog, credo non sarei in grado. Ho una famiglia, due gatti, un lavoro e una casa, scrivo già in ogni ritaglio di tempo e per mantenere uno stile leggibile e fluente c'è bisogno di molto esercizio... Perciò, aggiungere altra carne al fuoco in questo momento sarebbe oltre le mie possibilità. Inoltre, lo devo confessare, sono morbosamente gelosa di ciò che leggo. Lo so, è una malattia! Sto cercando di migliorare, però... C&M: Quali opportunità e sfide vi ha offerto il far muovere i vostri personaggi nella vostra città, Mantova, tuttavia indietro nel tempo di due secoli? M. Ci ha dato molti vantaggi. Conosciamo molto bene la città dove siamo nate perciò far muovere i personaggi al suo interno è stato molto facile per noi. Inoltre ci ha permesso di mostrare i luoghi più suggestivi di Mantova, una città che si presta veramente molto ad essere set di storie travagliate con i suoi tre laghi e i palazzi storici. F. Amo Mantova, i vicoli, le torri, ogni prato e tutti i corsi d'acqua. Quando parlo con qualcuno della mia città sembro la pro loco locale. Curo la pagina Facebook dedicata al romanzo, se ci venite a trovarci capirete perché!  Ed ora...tutti in edicola o in libreria per un viaggio nel tempo nella bella Mantova di qualche secolo fa!
A presto, I.

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